Il fascino familiare di reality e talent show

Persone comuni che si mettono in gioco dando prova del proprio talento, tra sfide individuali e/o di gruppo, per cercare di accaparrarsi un cospicuo premio in denaro con il favore di una giuria di esperti o del pubblico. O ancora: personaggi pubblici che si prestano a situazioni particolari, confronti e prove a eliminazione, mettendo anche a nudo sentimenti, pensieri ed emozioni, allo scopo di conquistare gradimento e, perché no, (ri)acquistare fama.
Sono grossomodo queste le formule vincenti dei talent e reality show. Da Italia’s Got Talent, la cui undicesima edizione è iniziata negli scorsi giorni su TV8, al Grande Fratello VIP 5 (che complessivamente è il ventunesimo GF italiano), in onda su Canale 5 da ormai cinque mesi (con repliche su altri canali) e il cui finale è slittato più volte (gli ultimi aggiornamenti indicano che sarà il 1. marzo). Da Il cantante mascherato, che da venerdì 29 gennaio è tornato su RAI 1 con l’obiettivo di bissare il successo della prima edizione del 2020, a Masterchef Italia, che da un decennio appassiona milioni di spettatori, sia in tv (prima su Cielo e poi su Sky Uno), sia online (in streaming su NowTv). Passando da Amici di Maria De Filippi su Canale 5 e Italia 1 la cui ventesima edizione è iniziata lo scorso novembre con le selezioni degli studenti ed entrerà nel vivo prossimamente con le puntate in prima serata che vedranno sfidarsi i vari concorrenti. E potremmo proseguire a elencare titoli per ore, visto il fiorente mercato di tali format televisivi, dai più tradizionali ai più innovativi.

«Intrattenimento consolatorio»
Certo, per quanto possa essere ampia l’offerta (abbracciando gli ambiti più disparati, dal canto alla cucina, dal ballo alla sartoria, per citarne alcuni), non tutti i programmi proposti, così come non tutte le edizioni di un dato show, fanno breccia fra gli spettatori. Ma nonostante le svariate critiche e la nomea di «tv spazzatura», i talent e reality show riescono da sempre a esercitare un certo fascino, tanto che taluni programmi hanno fatto registrare nuovi record di ascolti in tutto il mondo. E in tempi di isolamento dovuto a una pandemia mondiale svolgono un ruolo sociale non di poco conto.


Di recente uno dei più rinomati studiosi di tv, il professore ed ex produttore inglese John Ellis ha evidenziato sulla rivista online The Conversation l’importanza che l’intrattenimento televisivo ha assunto per il pubblico nell’ultimo anno. Secondo Ellis, in un periodo in cui vige la distanza fisica fra le persone, questo genere di programmi crea un immaginario collettivo in cui ritrovarsi insieme. «“Intrattenimento consolatorio” è un termine più adatto per definire tali programmi», sottolinea l’esperto, spiegando che «c’è consolazione nei semplici piaceri della conversazione ordinaria, del divertimento condiviso e del ridere insieme, elementi alla base del successo di game, quiz e anche di celebrity chat show». Un intrattenimento che, come ricorda Ellis, «il teorico Paddy Scannell (ndr., professore e autore di diversi libri sui media e sulla comunicazione) ha identificato come senza scopo, che è rilassato e socievole, condivisibile e accessibile, non esclusivo, di cui tutti parlano in linea di principio e in pratica». Insomma, quella che spesso viene etichettata come «tv spazzatura», non solo offre qualche momento di spensieratezza e divertimento, ma in un certo senso crea anche una dimensione di vicinanza.

«In tempi di isolamento dovuto a una pandemia, non sorprende che show come Strictly come dancing, I’m a celebrity get me out of here e The Great British Bake Off abbiano attirato il loro “miglior pubblico degli ultimi anni” nel Regno Unito», commenta Ellis. «L’intrattenimento consolatorio - sottolinea - conferma le somiglianze che ci accomunano, al contrario dei gruppi di discussione sui social network, spesso dai toni cupi e divisivi (...). Nel complesso, l’importanza della tv consolatoria risiede nella sua affermazione di connessione sociale e solidarietà, nel ribadire una dimensione di familiarità e quotidianità. Durante la pandemia, questa è diventata una risorsa ancora più importante per molte persone. La riaffermazione di una connessione sociale è il vero proposito dietro a questo genere televisivo che sembra non avere scopi». E che negli anni ha conosciuto le forme più disparate.
Dal Grande Fratello alla Caserma

Sono davvero tantissime le varianti sul tema del reality e del talent show che sono approdate negli anni sui canali in chiaro ma anche sulle piattaforme tv private e online. È così che saltando da un canale all’altro in questi giorni si passa dalla casa del Grande Fratello, il più longevo tra i programmi del genere, fino ad approdare alla Caserma, il nuovo docu-reality di RAI 2 che ha debuttato mercoledì 27 gennaio. Nata sul solco tracciato da Il Collegio (altro show RAI dedicato ai ragazzi la cui sesta stagione è prevista in autunno) e liberamente ispirata al format inglese Lads Army, La Caserma vede protagonisti ventuno giovani, tra i 18 e i 23 anni, confrontati per un mese con un rigido percorso di formazione militare rispettando le regole imposte da cinque istruttori professionisti. Al contrario degli altri show televisivi, però, pare non sia previsto un solo vincitore: «Scopo del programma - hanno sottolineato i produttori nel presentare la novità - sarà la formazione di un gruppo solidale e unito». E se La Caserma non fa al caso vostro, non mancano altri nuovi talent e reality show pronti a stuzzicare la vostra curiosità nel corso del 2021.
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