Il Liber, la moneta letteraria

Liber. Semplicemente Liber, pur se l’operazione è complessa perché coinvolge tutta la Svizzera e oltretutto si è ancora alle fasi preliminari. Fatto sta che così dovrebbe chiamarsi la cartamoneta – avrebbe proprio la funzione di una banconota, né più né meno – che potrebbe permettere di acquistare libri con un tornaconto quanto mai concreto per il consumatore/lettore. Mettendo infatti sul piatto 60 franchi, si godrebbe del diritto di comperare libri per un controvalore di 100 nella propria libreria di fiducia, mentre i restanti 40 verrebbero pagati da enti pubblici oppure da fondazioni che si occupano di sostenere la cultura nelle sue più svariate espressioni. Insomma, un incentivo alla lettura e un aiuto a tutto il settore.
Il mezzo di scambio
«Il progetto – spiega Prisca Wirz-Costantini, una delle tre titolari della libreria “Il Segnalibro di Lugano” e che qui rappresenta anche l’ALESI, ossia l’Associazione librai ed editori della Svizzera italiana – è partito da un gruppo di editori, librai e autori attivi nelle rispettive associazioni e l’intento è di sostenere il mondo svizzero del libro in questo periodo di crisi da COVID-19 che ha messo in ginocchio anche il nostro settore merceologico e quello della cultura più in generale. Il mezzo di scambio per il pagamento sarebbe appunto il Liber, un buono il cui ricavato vada a sostenere autori, editori e librai allettando il lettore/cliente in modo che non rinunci, nonostante le limitazioni di questi tempi storici, a fare i suoi acquisti attraverso i canali tradizionali, al cui centro c’è il libraio che può mettere una buona parola o dare un buon consiglio. Grazie a Liber si prevede pure di organizzare un festival del libro per dare risalto in libreria alla produzione letteraria svizzera».


Qual è attualmente lo stato delle cose, con questo progetto? «In Ticino abbiamo già l’adesione dei nostri soci librai e editori – complessivamente siamo 25 – e si tratta ora di coinvolgere enti pubblici e fondazioni, chiedendo che contribuiscano a finanziare il 40% della somma in gioco per l’acquisto dei libri, quella da aggiungere al 60 per cento pagato da chi comprerebbe i Liber. Città come Losanna, Nyon e La Chaux-de-Fonds e il Canton Vaud hanno già mostrato un concreto interesse e si sono detti pronti a finanziare l’iniziativa, così come Pro Helvetia, che sostiene la cultura elvetica e ne promuove la diffusione, e anche Pro Litteris, la cooperativa svizzera per i diritti d’autore di letteratura e arte. Insomma, è già nato un movimento in grado di portare buoni frutti per ciò che concerne la causa della filiera del libro, cosa che vale anche per la Svizzera tedesca. La nostra speranza è di essere ascoltati da istituzioni e altri enti pure in Ticino, perché riteniamo che i libri sono una medicina indispensabile per lo spirito e l’anima in un periodo storico come quello della pandemia da COVID-19 che dal punto di vista psicologico mette tutti a dura prova».
Gli scrittori sono entusiasti
Certo, quelle di Prisca Wirz-Costantini sono parole interessate, perché i librai devono giocoforza difendere, per quanto possibile, i propri interessi economici, da cui dipendono anche quelli di autori e editori. È però vero che librerie e librai hanno degli atout che le grandi piattaforme dell’e-commerce non hanno. «Se mi rivolgo a una libreria tradizionale per acquistare dei libri, grazie ai consigli del libraio o muovendomi tra gli scaffali posso trovare anche qualcosa che non cercavo e ampliare così i miei orizzonti, aggiungendo altre letture a quella che desideravo fare. Cosa che invece di norma non avviene acquistando un libro su internet: dove la scelta è mirata non mi ‘espongo’ ad altro, se non a ciò che viene proposto dagli algoritmi generati dalla rete. Un suggerimento umano ha però tutt’altro valore», spiega infatti Elena Spoerl, poetessa e attiva nei comitati di A*dS – l’Associazione svizzera di autrici e autori della Svizzera – e della Casa della letteratura a Lugano.
«I lunghi mesi di questa pandemia – aggiunge Elena Spoerl – hanno mostrato che molte persone sono tornate alla lettura di libri oppure hanno iniziato a farlo con maggiore regolarità, per sentirsi ancora collegate con il mondo o accarezzare di nuovo, almeno con la mente, orizzonti di libertà che al momento sono andati persi. Liber aiuta tutta la filiera del libro (autore, editore, libraio e lettore), la aiuta almeno a sopravvivere: l’ambito culturale già soffre a causa della COVID-19, la musica e le arti sceniche ancora più della letteratura. Liber è interessante anche perché coinvolge strettamente pubblico e privato. È un’operazione importante dal profilo commerciale, ma anche per la salute spirituale di tutti noi come persone e per la pluralità delle visioni. L’A*dS investe su Liber non solo per gli aspetti puramente economici, ma proprio perché è un’iniziativa a sostegno della lettura dalla portata significativa per il bene comune, a iniziare da quello del pensiero».