Il pozzo di scienza che narrò il futuro

Si è presa un bell’impegno la Mondadori annunciando, per celebrare degnamente il centenario asimoviano, di voler ripubblicare l’opera omnia in italiano del padre fondatore della fantascienza in un a nuova e più accattivante veste grafica. Perché, basta dare una fugace occhiata all’apposita e infinita voce su Wikipedia, la produzione di Asimov è letteralmente sterminata superando solo nella nostra lingua i cinquecento titoli. I più giovani, quelli che lo citano senza averlo mai letto o semplicemente quelli che ancora devono scoprirlo avranno così l’imbarazzo della scelta bibliografica tra le antologie di racconti, le saghe robotiche, il ciclo della Fondazione, i saggi divulgativi, i gialli SF o i fantasy per scoprire la poderosa vena creativa di un narratore inimitabile dall’inesauribile passione e dalla capacità straordinaria di fondere scienza, fantasia e umanesimo. Il più creativo scrittore di fantascienza del dopoguerra, il talentuoso scienziato che più di ogni altro ha contribuito a conferire una dignità artistica alla letteratura fantascientifica traghettandola dalle paludi del pulp da quattro soldi all’età dell’oro che continua ad essere ispiratrice di cinema, letteratura, fumetti, videogiochi con un successo di pubblico e di vendite senza soluzione di continuità. Un movimento trionfale che ad Asimov deve tutto anche per lo spessore scientifico e culturale che questo chimico ebreo di origine russa seppe dare alla sua narrazione del futuro.
Registri cangianti
La fantascienza di Asimov rimane infatti sempre attuale e moderna per il suo valore di intuizione scientifica (si pensi al conosciutissimo ciclo robotico e alle problematiche da lui evidenziate nel campo dell’intelligenza artificiale) come pure per lo stile, in grado magistralmente di svariare da un tono leggero a uno satirico, da un linguaggio popolare ad un linguaggio più profilato e colto. Così Asimov ha contribuito in maniera determinante a portare la fantascienza fuori dal guado della semplice avventura spaziale. Con impareggiabile maestria solo lui ha saputo definire un processo quasi matematico che rende plausibile anche al lettore contemporaneo l’esistenza di una società futura e delle sue leggi. Un itinerario di intelligenza e della sua «psicostoria» con cui ha condito tutte le sue opere e che ad esempio ritroviamo riproposto con successo in tantissime pellicole di Hollywood a cominciare dalla sempre in auge saga di Star Wars. Seppe raccontare il futuro Asimov così come del futuro, lui ateo, razionale scienziato che non credeva agli UFO seppe fare uno strumento letterario per parlare dell’oggi: nella sua narrazione alieni e mondi possibili non sono mai semplici divertissement narrativi ma si trasformano in mezzi per indagare la mente umana, la nostra società e i suoi fantasmi. Perché come disse in un’intervista «nessuna decisione razionale può essere adottata senza prendere in considerazione il mondo così come esso è ma il mondo così come sarà».
Le tre leggi della robotica
Ideate da Asimov negli anni Quaranta le celebri Leggi della Robotica (enunciate nella raccolta Io, Robot del 1950) sono oggi uno strumento essenziale nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Prima legge
Un robot non può recar danno a nessun essere umano, né permettere che un essere umano sia danneggiato a causa del suo mancato intervento.
Seconda legge
Un robot deve ubbidire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché non contrastino con la Prima legge.
Terza legge
Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda legge.
La biografia
Isaac Asimov nacque a Petrovich, al confine tra Russia e Bielorussia, il 2 gennaio del 1920 (anche se sulla data non esiste una certezza assoluta) da una famiglia di ebrei russi. Quando il piccolo Isaac ha appena tre anni i suoi emigrano negli Stati Uniti stabilendosi a Brooklyn. Il padre apre un piccolo emporio ben fornito di giornali e riviste di ogni genere ed è lì che nel 1929 Isaac rimane affascinato dalle copertine dei pulp di fantascienza. Dopo le prime lettere alle riviste di genere, nel 1937 scrive il suo primo racconto intero di fantascienza dal titolo Cosmic Corkscrew (poi distrutto). Nel 1938 conosce John Wood Campbell neodirettore di «Astounding Stories» e scrive il suo primo racconto destinato ad essere pubblicato (Marooned off Vesta). In realtà molti dei suoi scritti vengono rifiutati da Campbell. In quel periodo aderisce alla Futurian Science Literary Society un’associazione di appassionati di fantascienza. Nel 1939 la sua carriera di scrittore decolla. Nel 1945 viene arruolato nell’esercito e scrive un solo racconto Evidence che attira l’attenzione di Orson Welles. Nel 1949 si specializza in biochimica alla Columbia e si dedica alla divulgazione scientifica. Nel 1950 esce il suo primo romanzo Paria dei cieli e il primo dei suoi numerosissimi saggi. Quando nel 1977 nasce la rivista che porta il suo nome (l’Isaac Asimov ‘s Science-Fiction Magazine) lascia l’attività accademica riprende con intensità il mestiere di narratore completando raccolte, cicli, trilogie e antologie. Muore a New York il 5 aprile del 1992.