Il «putsch» di Adolf Hitler a Monaco e gli ufficiali svizzeri
Confederazione
Il «putsch» e gli ufficiali svizzeri
Berna, 4 ag – Alcuni giornali hanno pubblicato notizie secondo le quali ufficiali svizzeri sarebbero implicati nella rivolta del novembre 1923 organizzata a Monaco dal socialista nazionale Hitler. Le informazioni annunziavano fra altro che il generale Ludendorff ebbe in Isvizzera colloqui con ufficiali dello Stato maggiore svizzero, con rappresentanti dell’organizzazione delle associazioni patriottiche svizzere e che il ministero pubblico della Confederazione e il Dipartimento federale di giustizia e polizia si sarebbero occupati dell’affare, ordinando un’inchiesta non ancora terminata.
L’A. T. S. apprende in merito: Qualche mese fa il Consiglio federale riceveva dei rapporti pretendenti che Hitler soggiornò sul territorio della Confederazione e che fu, durante un assai lungo periodo, ospite di una nota personalità, la quale avrebbe anche messo a sua disposizione somme importanti per appoggiare la sua impresa. Questi rapporti aggiungevano che trattative si erano svolte con una delegazione tirolese per preparare una insurrezione armata nel Ticino.
In seguito al fatto che una personalità militare era indicata nei rapporti, il Consiglio federale incaricava il dipartimento militare d’interrogare l’ufficiale in causa. Questi ha contestato nel modo più formale l’esattezza dei fatti che gli si rimproveravano ed ha chiesto che un’inchiesta fosse immediatamente aperta per chiarire la situazione e le affermazioni espresse. L’inchiesta venne effettuata dal Dipartimento militare ed ha permesso di stabilire che le rivelazioni dei rapporti erano completamente infondate. L’atteggiamento dell’ufficiale fu dei più corretti e mai diede luogo a critiche.
Il Consiglio federale ha preso conoscenza del risultato dell’inchiesta ed ha incaricato il Dipartimento militare di comunicarli all’ufficiale e al comando superiore dal quale dipende.
Il processo contro Haarmann
Hannover, 5 ag – È incominciato ieri il processo contro l’assassino Haarmann. Dopo le formalità d’uso fu interrogato. Egli disse che il numero delle sue vittime è di 14, ma che potrebbe anche essere superiore. Protesta ancora una volta energicamente di aver venduto o di aver mangiato carne umana. Fece una descrizione particolareggiata del modo con cui tagliava a pezzi le sue vittime. Contesta pure che i cranî trovati nel fiume Leine siano quelli delle persone da lui uccise. Nell’udienza di ieri si è pure interrogato il complice Granf, il quale dichiara che dal 1922 non fu più in relazione con Haarmann e di non aver aiutato questi ad attirare i giovani nella sua abitazione per trucidarli.
Rivista Italiana
Al campo di corse dei Parioli a Roma è stato scoperto l’imbroglio di un fantino il quale aveva preso due mila lire per lasciar vincere alle corse un altro cavallo.
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