Cinema

Il ritorno di Aldo, Giovanni e Giacomo

La vacanza si trasforma in un incubo in «Odio l’estate», la nuova spassosa commedia del trio
La spiaggia come campo di battaglia.
Max Armani
30.01.2020 06:00

Quando li incontriamo a Roma alla presentazione di Odio l’estate, il loro tredicesimo lungometraggio per la regia di Massimo Venier, hanno il sorriso a fior di labbra e quello sguardo vivace e furbesco che sembra sempre il preludio a una sventagliata di battute. E, malgrado gli anni passati insieme, Aldo, Giovanni e Giacomo dimostrano di avere ancora la grazia, la perfidia e la giocondità che li contraddistingue e li ha resi famosi in una sintonia comica che permette loro di rendere nuove e divertenti, piccole storie semplici come quella di questo film.

«Come territori da esplorare»

«A noi piace tratteggiare tipi e caratteri umani diversi. Per noi le persone sono sempre state dei territori affascinanti e sconosciuti in cui siamo felici d’immergerci per costruire i nostri personaggi e da lì delle gag e delle storie che sono diventate poi i nostri film. - ci ha raccontato Giacomo Poretti - Questa credo sia anche la ragione per la quale il pubblico ci ha amati e ci segue ancora con affetto, perché si riconosce nella nostra rappresentazione e riesce a ridere di se stesso con noi».

Aldo Baglio e Giovanni Storti, gli altri due pilastri del trio comico, ribadiscono il concetto: «E sono anche felici di ridere di noi, alle prese con situazioni che conoscono bene. Insomma noi giochiamo con gli eventi della vita e li sdrammatizziamo, intrattenendo gli spettatori».

Nasce così anche Odio l’estate, storia di tre papà alle prese con le rispettive famiglie e con se stessi in un’estate rovente in cui, complice il caldo, il computer di un’agenzia immobiliare impazzisce ed affitta loro, che hanno lasciato Milano con mogli, figli e cani per una agognata vacanza in un’isoletta del sud Italia, la stessa bella villetta con giardino. Il dentista milanese (Giacomo) con moglie nevrotica (Lucia Mascino) e figlio dodicenne, si ritrova a dover patteggiare i propri spazi con un negoziante petulante e perfido (Giovanni), sua moglie (Carlotta Natoli) e la bella figlia sedicenne, ma soprattutto con un cantante meridionale fallito (Aldo), fan sfegatato di Massimo Ranieri, e con la sua ingombrante famiglia formata da due gemelle, un figlio diciassettenne, con qualche guaio con la giustizia, il cane Brian ed una moglie sovrappeso tutta simpatia (Maria Di Biase).

Scontro inevitabile

Lo scontro iniziale è inevitabile e si conclude nella locale caserma dei carabinieri, dove un sagace maresciallo, interpretato da un impagabile Michele Placido, riesce a trasformare un insanabile litigio in una coabitazione forzata che tra dispetti, desideri frustrati, amori adolescenziali, fughe di cani e di bambini e insospettabili colpi di scena, diventa un’esperienza importante per ognuno di loro.

«È molto difficile oggi forse più di ieri parlare di rapporti umani, di relazioni con gli altri e di amicizia, e l’estate è il momento in cui tutto questo torna a galla, perché facciamo facilmente incontri che possono stimolarci, ma anche metterci a dura prova. - ci confidano Aldo, Giovanni e Giacomo - Perciò il titolo Odio l’estate (mutuato da una vecchia canzone di Bruno Martino), descrive la riluttanza dei nostri personaggi ad affrontare agosto e il rito della vacanza obbligatoria, che per loro vuol dire lasciare il lavoro e la vita concitata di città dove tra i tanti impegni, riescono più facilmente a nascondere le loro insicurezze e le loro paure di uomo e di padre. E infatti ognuno dei tre si porta dietro un pesante segreto che in quella promiscuità, non potrà fare a meno di svelare, scoprendo quanto sia più facile da affrontare insieme agli “amici».

Tre uomini e tre donne

Con Odio l’estate Aldo, Giovanni e Giacomo sembrano tornati ai tempi di Tre uomini e una gamba, o di Chiedimi se sono felice, anche se stavolta sono spalleggiati da tre brave attrici con le quali affrontano questa storia godibile, in salsa agrodolce, dal tono sempre ironico e divertito dove l’autenticità è venata di malinconia, ingrediente principe della loro comicità surreale e poetica.

«Dopo Fuga da Reuma Park (2016), un film che siamo felici di aver girato, ma che non aveva convinto il nostro pubblico, siamo tornati con una di quelle storie in cui con umorismo e sincerità si parla di rapporti tra genitori e figli, di buoni sentimenti e di amicizia. E non di politica, alla quale abbiamo sempre preferito l’umanità». Così dopo una serie di film dove sono stati anche registi hanno chiesto a Massimo Venier, complice dei loro primi film, di tornare con loro per «prendersi cura di tre anziani comici ed aiutarli a ritrovare l’antica alchimia» - ammicca scherzoso Giacomo. Un connubio sicuramente vincente ed un trio comico che, se pure ha da poco superato la sessantina, padroneggia con grande abilità e mestiere la difficile arte della comicità. E il divertimento è assicurato.