La storia

Il tabacco? Un buon anticoncezionale, parola dei cinesi

Il fumo esercita sull’uomo un fascino enorme fin dalla preistoria
Atelier delle pipe di Lodrino (foto Putzu).
Leila Bakkers
29.01.2019 20:00

Il fumo affascina l’uomo da millenni. Basti pensare che, fin dalla preistoria, si usava bruciare erbe aromatiche o inebrianti sulle braci con la credenza che i fumi che ne derivavano sarebbero serviti per propiziarsi gli spiriti e per ottenerne i favori. La pianta del tabacco in molte culture era considerata sacra. Semi e foglie del vegetale sono stati ritrovati addirittura su una mummia egizia nel corso di recenti analisi. I semi di tabacco erano usati anche dai cinesi oltre 3 mila anni fa quali anticoncezionali.

IL CALUMET E IL GRANDE SPIRITO
Le tribù pellerossa fumavano soprattutto in occasioni speciali. La più frequente si verificava quando accoglievano ospiti importanti o in onore del Grande spirito. La loro pipa è tuttora conosciuta: si tratta del calumet. Il rito prevedeva che ciascuno dei presenti tirasse quattro sbuffate verso i quattro punti cardinali.

FATTE DI FERRO
Delle pipe in ferro risalenti all’epoca gallo-romana sono state trovate nel sud della Francia e in Valle d’Aosta.

ALLA CORTE BRITANNICA
La pipa fa la sua comparsa nel Vecchio Continente con il tabacco nei primi anni del ‘500. Si tratta di pipe in terracotta, di piccole dimensioni ma molto funzionali. Il loro basso costo, la facilità di fabbricazione e l’estetica invogliavano a farne uso, anche se la durata era piuttosto limitata a causa della fragilità del materiale. Questo inconveniente ha fatto sì che siano ormai rarissime quelle conservate. Le pipe erano piccole in principio anche perché il tabacco era raro e costoso. A possedere questi oggetti erano soprattutto marinai spagnoli e portoghesi, successivamente gli inglesi. Ed è stato proprio in Gran Bretagna che la pipa ha conosciuto la sua prima affermazione: Sir Walter Raleigh la introduce persino alla Corte britannica.

LA DIFFUSIONE IN EUROPA
L’uso della pipa è avversato in molti Paesi europei ma la guerra dei Trent’anni ne ha accresciuto la fama. Così la pipa è arrivata in tutti i Paesi d’Europa. Artigiani inglesi hanno esportato nei Paesi Bassi la produzione delle pipe di terracotta e gli olandesi sono diventati presto i più grandi produttori di «pipe di gesso» (in realtà di argilla bianca) che ancora oggi si usano e che hanno la loro capitale, con relativo museo, a Gouda. Altri centri attrezzati per questa produzione erano in Francia, Belgio, Nord e Sud Italia e Spagna.

L’ACCADEMIA DEI PIPATORI
Nei decenni successivi per la creazione di pipe si utilizzano svariati materiali: dopo i prodotti in terracotta, si sono studiate pipe in bronzo, ottone, argento, avorio, porcellana e legni come bosso, palissandro, ulivo, betulla, olmo, quercia, ciliegio. In varie città europee si sono aperti locali per fumare in pace e in compagnia. Federico I di Prussia ha fondato addirittura un’Accademia di pipatori. Nel ‘700 la pipa si è diffusa tra le classi più elevate della società. Questo ha favorito la produzione di oggetti di pregio artistico (si pensi alle tabacchiere) e a un vero e proprio rito sociale. Si è iniziato poi a produrre le prime pipe in «schiuma di mare», assai pregiate. Le pipe in schiuma hanno avuto il loro sviluppo dal 1800 al 1900. Le migliori erano fabbricate a Vienna. Di pipe in questo materiale ne vengono tuttora prodotte soprattutto in Turchia.

LA FABBRICA DEI FRATELLI ROSSI
Intorno al 1850-1860, con l’impiego di un nuovo legno durissimo e dalla venatura particolare, la radica (un arbusto che cresce solo sulle sponde del Mediterraneo), ha preso avvio la produzione industriale di pipe. La fabbricazione, in questo caso, avviene con torni e macchine. I primi a cimentarsi in questo campo sono stati i francesi, poi gli italiani. Nella vicina penisola ha aperto i battenti un caso da record: la fabbrica Fratelli Rossi a Molina di Barasso (VA) che è arrivata, nel periodo del suo massimo splendore, a produrre oltre 50.000 pezzi al giorno impiegando circa 800 operai. Erano i primi anni del 1900 (per ulteriori informazioni vedi www.gustotabacco.it).