Cent'anni fa

Il truffatore turgoviese che si fingeva perseguitato dai fascisti

Le notizie del 18 ottobre 1924
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
18.10.2024 06:00

Lugano
Un’altra buona lana
Giorni fa si presentava alla redazione di «Libera Stampa» certo Otto Emilio Hungernbühler di Romanshorn, raccontando una romanzesca storia di persecuzioni fasciste subìte a Genova; il giornale socialista raccolse in buona fede il racconto del tedesco e ne sposò calorosamente la causa. Senonchè ieri si è appreso che l’Hungernbühler era stato arrestato a Bellinzona perchè ricercato per truffa dal Procuratore pubblico di Lugano e dalle autorità giudiziarie di Turgovia. Qui a Lugano il tedesco aveva truffato un albergatore, lasciandogli impagato un conto abbastanza forte, e una ditta di mobili della Svizzera interna che ha qui la sua rappresentanza. Si è appreso anche questo, che l’organo dei Commercianti «Kaufmaennisches Zentralblatt» del 26 settembre scorso, N. 39, mette in guardia la classe dei commercianti e scrive: «Un certo Otto Hungernbühler, nato il 1. Febbraio 1897, da Romanshorn, già dimorante a Berg (Turgovia) sino al maggio 1924, ha compiuto numerose truffe in Isvizzera ed in Italia (Brescia, Padova e Milano). Benchè dalla sua stessa calligrafia si capisca che ha una limitatissima istruzione e non abbia alcuna attitudine nè quale impiegato d’ufficio, nè quale commerciante, pure si è rivolto a numerosi membri della Società Svizzera dei Commercianti, in qualità di socio, cercando di truffare del denaro. Sarà espulso dall’Italia. I denari a lui prestati sono perduti, perchè i suoi genitori non possono più pagare le numerose truffe del figlio. Richiamiamo l’attenzione dei soci su questo imbroglione».

Cronaca Giudiziaria
I nominati Alfredo Kahler e A. Pulver, colpevoli di vari furti qualificati, sono comparsi ieri davanti ai giudici e furono condannati rispettivamente a un anno e tre mesi il primo e dieci mesi di carcere il secondo.

Stamane è comparso davanti al Tribunale presieduto dal Giudice Gatti certo Carlo Camponovo da Pedrinate, domiciliato a Montagnola, imputato di atti di libidine a danno di una bambina di otto anni. Il processo si è svolto a porte chiuse; avendo l’imputato negato tutto quanto aveva deposto davanti al procuratore pubblico e al Giudice istruttore, è stato deciso di rinviare il processo, in attesa di poter interrogare la vittima, degente per morbillo. Difensore avv. Balestra.

Rivista Italiana
È stata scoperta dopo quattro mesi una truffa per 600 mila lire commessa a danno della sede di Genova della Banca d’Italia; un tizio si presentò con un mandato di 600 mila lire; vantò commendatizie del prefetto; alla Banca giunse pure una telefonata in cui uno sconosciuto, fingendosi il prefetto, raccomandava che il mandato venisse pagato, onde il cassiere capo pagò il tizio che scomparve.

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