Il voto alle donne? Ma che se ne stiano a casa a fare le massaie
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La Nota
Anche in Italia il voto alla donna non ha molta fortuna; la maggioranza degli uffici parlamentari si è dichiarata contraria al voto alla donna ed anche gli umori del Parlamento non sembrano nella loro maggior parte favorevoli. Si contestano tante belle cose, fra le altre quella che il diritto di voto possa servire alla elevazione della donna nella sua missione nella vita, missione, si dice, che è diversa da quella dell’uomo, come ne è diverso il sesso. Saranno fuori dei gangheri le femministe che contavano già, per la loro propaganda, sulla concessione del voto in Italia.
Vediamo signore, anzi signorine suffragiste: il voto alla donna può essere una bella cosa; io la considero piuttosto una curiosità; un esperimento come quello della jupe culotte per vedere che figura ci fa la donna messa ad esercitare funzioni – nella politica, ben inteso – finora esercitate solo dagli uomini. Ma non è una cosa urgente. A far delle sciocchezze in politica bastano per il momento gli uomini e non c’è urgenza di metterci anche le donne le quali, sia detto con tutto rispetto al sesso gentile e sedicente debole, non sembrano certo destinate col diritto di voto nè a rivoluzionare il mondo, nè a fare dei miracoli. Anche colla partecipazione delle donne al voto la politica resterà sempre quella specie di roggia torbida nelle cui acque, originariamente fresche, chiare e pure, corrono ogni sorta di detriti, ogni sorta di sudicerie, scoli di lavandino e rifiuti della strada. Non si illuda la donna, elettrice od eleggibile, di essere qualche cosa di diverso dall’uomo anche se non ha la barba; in politica siamo tutti uguali; l’atmosfera che respiriamo è la stessa per tutti, bassa, mefitica, pregna di insidie e di ipocrisie.
Nessuna urgenza, quindi, di chiamare la donna all’esercizio del diritto di voto. Resti pure la donna in casa a fare la massaia, a vigilare sulla sorte delle calze e sull’andamento della pentola, a preparare per l’ora giusta il pranzo al marito e a vigilare sulle indiscrezioni della polvere che si adagia sui mobili. Al voto ci sarà sempre tempo; il mondo ha camminato, bene o male, per tanti secoli senza il voto alla donna; crediamo che non andrà con le gambe all’aria, se si dovrà ritardare il voto ancora di qualche secolo, tanto per dar tempo a noi, fervidi fautori del diritto di voto alla donna, di non assistere all'esperimento.
Gavroche
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