La bufala della bici di Leonardo

Capita di leggere, qua e là, che la storia della bicicletta affondi le proprie radici nella mente visionaria di Leonardo da Vinci. Nel suo Codice Atlantico esiste infatti un disegno che rappresenta molto chiaramente una bicicletta. Qualcuno si è anche industriato a costruire il suo modello in legno ricavato da quello schizzo. E anche nelle esposizioni sulle macchine di Leonardo non manca mai la riproduzione di quel foglio del Codice e la sua versione plastica in bella mostra. Accompagnata, va detto, da una lunga serie di "si dice" e "pare che". Perché la vicenda della bicicletta di Leonardo è ancora controversa. Lo studioso leonardesco, Augusto Marinoni (1911-1997), per esempio, era convinto che non si trattasse di un disegno di Leonardo, ma dello schizzo di un suo allievo che aveva copiato un progetto del maestro andato perduto. Mario Taddei, che da anni si occupa di ricerche sulle macchine di Leonardo ed è tra i fondatori di "Leonardo 3", è invece convinto che il disegno (che fra l'altro compare sul retro di due fogli accanto a due schizzi osceni - due falli -, una caricatura e un nome, "Sala'i") sia stato aggiunto dopo l'Ottocento: "non è lo stile di Leonardo, né dei suoi allievi", dice, "e il tipo di carboncino usato, bicolore, non è stato utilizzato per i disegni che ci sono nella stesa pagina e non appare in nessun'altra parte del codice. Insomma: è un falso".