La catena alimentare nelle profondità marine: le più temute sono le meduse

I video girati da robot sottomarini hanno fornito dati sul cibo negli abissi: 30 anni di registrazioni hanno portato grandi sorprese
Ats
07.12.2017 15:42

SAN FRANCISCO - Pronta la prima mappa del cibo degli abissi: è basata su 23.000 ore di video 'girati' dai robot sottomarini, che per circa 30 anni hanno 'spiato' la catena alimentare degli animali che vivono a grandi profondità.

A sorpresa dimostra che i predatori più temuti degli abissi sono animali che a prima vista sembrerebbero più inoffensivi, come le meduse e le altre gelatine di mare. Pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, il risultato si deve ai ricercatori dell'Istituto americano Monterey Bay Aquarium.

Studiati da oltre 100 anni, gli animali degli abissi sono ancora molto misteriosi: uno degli aspetti ancora da chiarire era proprio la loro catena alimentare. Studiarli da questo punto di vista infatti è complicato perché non è facile pescarli e analizzare il contenuto trovato nel loro stomaco, come succede invece per gli animali marini che vivono più in superficie. Per questa ragione i ricercatori hanno adottato un approccio completamente nuovo: sin dagli anni '80 hanno utilizzato i robot sottomarini per osservare il comportamento degli animali degli abissi al largo della California, accumulando circa 23.000 ore di riprese video.

"Questo approccio diretto non è mai stato usato in modo sistematico prima, ma fornisce informazioni molto precise su chi mangia chi nel profondo del mare" ha rilevato uno degli autori, Bruce Robison. La mappa che ne è risultata ha sorpreso gli stessi ricercatori. "È stato sorprendente vedere che animali gelatinosi sono dei grandi predatori: chi avrebbe mai pensato che una gelatina 'd'altura' che somiglia a un 'grande piatto per la cena' possa mangiare 22 diversi tipi di animali?" ha rilevato Anela Choy, che ha preso parte alla ricerca.

"Le riprese - ha proseguito - mostrano che le gelatine di mare non sono gli animali che pensavamo, ma sono predatori chiave, che nelle profondità del mare hanno lo stesso impatto di grossi pesci, come i calamari giganti".

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