Cent'anni fa

La perizia dei tecnici sul disastro ferroviario di Masera

Le notizie del 19 settembre 1924
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
19.09.2024 06:00

Il disastro di Masera e la perizia dei tecnici
La Commissione della Gestione sta occupandosi di un messaggio governativo (che sarà discusso lunedì prossimo in Gran Consiglio) circa la partecipazione dello Stato del Cantone Ticino all’opera di risanamento finanziario della Ferrovia delle Centovalli. Fra gli atti messi a disposizione della Commissione c’è anche una perizia eseguita dai tecnici italiano sulle cause che hanno provocato il tragico deragliamento di Masera, in cui si ebbero a deplorare, fra una comitiva di gitanti luganesi, tre morti e numerosi feriti.

Nella perizia è detto fra altro: «Per quanto riguarda il materiale ruotabile, il perito dichiara che tutti i particolari di progetto, di costruzione e di manutenzione del materiale si constatano ottimi sotto ogni punto di vista; ottimi i dispositivi vitali di commutazione ed i loro comandi; buonissimo lo stato di conservazione dei motori e regolare lo stato delle ruote tanto delle automotrici che del rimorchio che non presentano nessuna usura nè alla fasce nè al bordino.

Per quanto riguarda la linea, havvi da osservare, circa lo stato di manutenzione della linea stessa, la quale, anche dopo l’infortunio, si registrò regolare tanto per quanto concerne la manutenzione in sè, quando per ciò che concerne la sopraelevazione della rotaia esterna.

Il perito dichiara di aver trovato i ceppi dei freni dell’automotrice molto usati e le relative timonerie non registrate. Egli osserva però che anche in questo stato dei freni la marcia del treno avrebbe potuto essere regolata con un giudizioso uso del freno automatico. Non ha riscontrato nessun punto morto alla timoneria e ha riscontrato perfetti tutti gli apparecchi del freno pneumatico.

Il perito dichiara che l’infortunio è dovuto probabilmente ad un inizio di bloccaggio delle ruote medie dell’automotrice, provocato da manovre troppo energiche del freno pneumatico; dice inoltre che anche dopo l’inizio dello slittamento l’infortunio avrebbe potuto essere evitato con l’uso della sabbia o del freno elettrico, asserendo che uno di questi due mezzi era sufficiente da solo ed indipendente dall’altro.

Per quanto riguarda la sabbia, egli dice che il quantitativo riscontrato sull’automotrice infortunata gli sembra insufficiente e critica il fatto che il manovratore al deposito di sabbia di Trontano non si sia rifornito, ma che dalla sua stessa dichiarazione risulterebbe che si sia limitato a smuovere la sabbia accumulata negli angoli morti della sabbiera. Per quanto riguarda il freno elettrico, il perito dichiara categoricamente di aver trovato tutti gli organi relativi in perfetto stato, ma la manovella sulla posizione neutra. Unque che il freno elettrico non sia stato azionato per null’affatto».

Il nostro giornale ha sempre perorato ed appoggiato, in linea generale, lo sviluppo della rete ferroviaria turistica ticinese, ed in linea particolare la ferrovia della Centovallina, sul cui avvenire, nonostante tutto, non mettiamo dubbî. Fermi su tale linea di condotta, senza entrare in dettagli della questione, che non conosciamo, auspichiamo dal Consiglio di Stato e Dal Gran Consiglio tutti quei provvedimenti i quali, stando nelle possibilità finanziarie dello Stato, abbiano ad aiutare la Centovallina ad uscire dalla sua crisi iniziale. Il brano di perizia su riprodotto ci conforta in questo atteggiamento, perchè tende a diradare le apprensioni gettate nel pubblico circa deficienze ed errori di costruzione che, sulla scorta di alcuni disgraziati incidenti, tendevano addirittura a negare alla Centovallina ogni possibilità di esercizio. Con tutto questo, però, non possiamo dimenticare la tragedia di Masera, i suoi lutti e le conseguenze disastrose portate in parecchie famiglie del Luganese. Ci sono stati dei morti, ci sono delle vittime che giacciono ancora all’ospedale; verso i superstiti, verso i minorati restano da solvere, quindi, degli inderogabili obblighi d’ordine civile e morale. Nei giorni della tragedia furono geremiadi in tutto il Cantone, inni di pietà senza fine, dimostrazioni di cordoglio, proteste. Oggi i morti dormono nel silenzio, le famiglie nell’indigenza dimenticate, i feriti lasciati al loro destino. La nostra coscienza si ribella questo trattamento. O l’Amministrazione della ferrovia può assolvere il proprio dovere o le autorità chiamate ad intervenire, aiutando l’esercizio della Ferrovia, pensino a far tacitare prima un urgente debito che è anche pubblico, debito civile ed umano. 

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