Le 50 sfumature si concludono in rosso

Cinquanta sfumature di rosso conclude la trilogia tratta dai best seller della britannica E.L. James, che nel mondo ha venduto 150 milioni di copie. I primi due film hanno incassato circa 950 milioni di dollari. Cinquanta sfumature di grigio era diretto da Sam Taylor-Johnson e sceneggiato da Kelly Marcel. Ma la scrittrice non era soddisfatta. Così la regia è passata a James Foley e la sceneggiatura a Niall Leonard (autore televisivo e marito della James). Foley ha girato contemporaneamente i due sequel. Ma Cinquanta sfumature di rosso si distanzia parzialmente nei toni dalle Sfumature di nero: c'è più action, con inseguimenti in auto, pistole e un rapimento.Come si sa, i protagonisti sono Ana Steele (Dakota Johnson) e Christian Grey (Jamie Dornan). Lui milionario dal passato misterioso, che predilige giochi erotici spinti, lei attratta dal suo fascino. All'inizio di Cinquanta sfumature di rosso i due si sono sposati; ci sono un flashback del matrimonio (per non deludere le fan, l'immagine dell'abito da sposa è inevitabile) e la luna di miele. Poi la coppia torna al lavoro (lei ha un incarico di responsabilità nella casa editrice che il marito le ha comperato). Ma si addensano nuvole nere. Da una parte Ana rimane incinta e Christian non è affatto contento della notizia; dall'altra si rifà vivo con pessime intenzioni l'ex datore di lavoro della donna, che di nome fa Jack Hyde (indizio di tenebrosi pericoli).Le debolezze del film sono simili a quelle dei precedenti. In bilico tra soft-porno patinato (definito «mommy porn», porno per casalinghe) e commedia sentimentale si appiattisce sul puro livello narrativo. Il protagonista maschile Jamie Dornan continua a non essere carismatico. A dare da pensare è il successo popolare di una trilogia su cui, evidentemente, decenni di femminismo sono scivolati via, dato che nelle Sfumature il punto di vista è quello della protagonista e che il pubblico è in maggioranza femminile. Il messaggio veicolato è semplice: ragazza povera incontra il principe azzurro. Lui è straricco, ma ha qualche «difettuccio»: maniaco del controllo, dominatore, geloso, possessivo, amante del sesso sado-maso. Mentre la società cerca di sensibilizzare su sintomi e spie dei maltrattamenti domestici, qui il personaggio maschile quei sintomi li mostra tutti. Viene il dubbio che la battaglia contro il machismo si attivi per episodi concreti ma resti indifferente a un immaginario che considera la donna preda e possesso consenziente di un uomo, possibilmente ricco e bello. Non conta se pure psicopatico.