Cent'anni fa

Le patenti per gestire osterie in Ticino sono fabbriche di voti

Le notizie del 5 ottobre 1924
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
05.10.2024 06:00

La Nota

Si legge che nel solo quartiere di Besso (a Lugano, nota di 100 anni dopo) ci sono, su una popolazione di novecento persone, venti spacci di vino e che altre domande per apertura di spacci sono in corso. Enrico IV si augurava che ogni francese potesse avere un pollo nelle pentole; se quel re così faceto nei suoi auguri vivesse ai nostri giorni, potrebbe augurare ad ogni cittadino una patente d’osteria.
Si dice che la patente d’osteria abbia un contenuto elettorale e sia perciò trattata dalle autorità con una speciale delicatezza. Speriamo che non venga un giorno in cui ogni elettore vaccinato si senta in diritto di inoltrare la sua brava domanda per una patente di osteria, se no avremo nel cantone un’osteria per ogni famiglia.
Le autorità esortano lodevolmente i docenti a fare nella scuola una intensa propaganda contro l’alcoolismo; e difatti nelle scuole di vedono dei grandi cartelloni illustranti gli effetti dell’alcoolismo; il maestro diligente commenta quei cartelloni ammonendo gli scolari ad astenersi dalle bevande ecc. ecc. Pensate che razza di una confusione si farebbe nella testa di un allievo se questi venisse a scoprire che la stessa autorità che esorta alla propaganda contro l’alcoolismo distribuisce con mano generosa patenti per l’apertura di spacci di vino e di altre bevande alcooliche.
Potrebbero dire i bravi allievi: «Egregi signori superiori, invece di romperci la testa con tante storie sull’alcoolismo, incominciate voi a fare il vostro dovere. Chiudete una cinquantina di osterie per Distretto e la campagna contro l’alcoolismo guadagnerà di più che non coi cartelloni e con le prediche che infliggete a noi che beviamo acqua anche a tavola».
Ma siccome i bravi allievi non faranno mai di questi ragionamenti, sia tutto quindi per non detto. Chi ha bisogno di una patente alzi la mano… e la scheda.

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