Le Vibrazioni non fanno venire i «brividi», Mahmood e Blanco invece sì: perfetti anche nel look

La terza puntata è stata sotto il segno del, come direbbero gli americani, Glass Ceiling: si è rotto il soffitto di cristallo, una metafora che si usa per indicare una situazione in cui l’avanzamento di carriera di una persona in una organizzazione lavorativa o sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine razziale o sessuale, che si frappongono come ostacoli di natura sociale, culturale, psicologica apparentemente invisibili anche se insormontabili.
Proprio per questo assume un grande significato la frase «Diversità non mi piace come parola. Mi piace unicità», del monologo di Drusilla Foer, assoluta protagonista del giovedì festivaliero. «Per comprendere e accettare la propria unicità, bisogna capire come è composta e di cosa è fatta. Siamo fatti di cose belle: ambizioni, valori, convinzioni, talenti. Ma i talenti vanno allenati, seguiti. Le proprie convinzioni richiedono responsabilità, bisogna avere cura delle proprie forze. Immaginate quali dolori vanno affrontati, quali paure vanno esorcizzate, le fragilità vanno accudite», dice con la voce rotta dall’emozione.
Lo so di essere di parte e di dare un giudizio soggettivo ma bisogna pensare al significato che si cela dietro ogni abito! Promuovo il look di Achille Lauro: dopo il battesimo pagano della prima serata, ieri sera ha scandalizzato il pubblico con la sua esibizione provocante, in cui ha ammiccato con il pubblico sbottonando la camicia e aprendo i pantaloni di Gucci. Sexy, trendy e super cool ma soprattutto strafottente nei confronti delle regole sociali imposte, lui stesso personifica il manifesto della sua canzone Me ne frego.
Un richiamo al passato per Noemi che mostra l’ombelico, portandoci alla mente l’iconico stile di Anna Oxa a Sanremo del 1986. Il look è stato creato dalla stylist Susanna Ausoni e firmato Alberta Ferretti. Bellissima, sensuale ed elegante, la cantante risplende nonostante il colore scuro dell’abito dal profondo scollo sulla schiena e con oblò sull’ombelico.

Aka 7even - PROMOSSO
Nella terza serata per il suo look sceglie un completo oversize con pantaloni crop e doppiopetto squadrato in tessuto rosa pallido, di una tonalità inferiore rispetto alla prima apparizione dove aveva scelto un rosa shocking sempre firmato da StellaMcCartney. Indossato su camicia bianca, impreziosita da collier a catena. Un look trendy e moderno nelle linee e nei colori. Sdoganato a gran voce il rosa per gli uomini e se osserviamo attentamente sono proprio questi ultimi ad utilizzarlo maggiormente. A prescindere dall’outfit scelto è importantissimo il messaggio della sua canzone: l’accettazione del proprio corpo, della propria bellezza, in cui Aka 7even spinge il pubblico a migliorare il rapporto con il proprio lato estetico, con la partner del brano che diventa la donna specchio per un pubblico giovane e interessato a sentirsi parte di questo racconto: «Sei bella così così così, nei tuoi difetti, nelle imperfezioni, baby giuro che tu sei perfetta così».

Mahmood e Blanco – PROMOSSI
Blanco, personalità romantica e forte messa in risalto con una camicia di chiffon scollata con dettagli in pizzo, dall’attitudine romantica e very Valentino, sormontata da una cappa di chiffon lunga fino a terra. Una vera e propria opera d’arte, il mantello che cade e svela la blusa, lasciando intravedere il busto di Blanco. Come signature di uno stile già iconico, è la metafora della natura che sboccia, quei Brividi che diventano azione, emozione e slancio verso tutto ciò che c’è di nuovo. La sensualità infatti torna più forte e prorompente che mai e conquista implacabilmente, con lo chiffon nero vedo non vedo che esalta e mette a nudo (letteralmente) l’energia vitale del cantautore. Nel look total black di Blanco ritroviamo la stessa dualità di Valentino, il pantalone dal taglio sartoriale nel suo tessuto spesso e fluido contrasta l’eterea leggerezza della camicia, le scarpe lucide e chunky continuano in questo gioco di opposti e contrasti. D’altronde è questa la storia raccontata in Brividi, una storia di ricerca di dualità distinte e complementari, di domande e risposte, come tutte le storie d’amore. Il bianco e il nero, gli opposti e i complementari, due generazioni diverse ma vicine che si capiscono e si abbracciano nei loro Brividi. Blanco e Mahmood scendono la lunghissima e altissima scalinata e appaiono come il giorno e la notte in una perfetta simbiosi di voci, tessuti e volumi. I loro outfit rappresentano al 100% il testo della loro canzone.

Massimo Ranieri – BOCCIATO
Ha introdotto un po’ di colore ai suoi look neri, classici, indossando una cravatta icona di Versace. Ma che significato si cela dietro il disegno iconico della greca? Un segno geometrico creato da una linea ininterrotta, storicamente utilizzato negli antichi templi greci, labirinti, edifici e ceramiche. Simboleggiando l’infinito e l’unità, è stato presentato per la prima volta in una collezione Versace nell’autunno-inverno 1988 e da allora è rimasto un codice del marchio.

Dargen D’Amico – PROMOSSO PER SIMPATIA
È stato uno dei più attesi sul fronte look. I suoi outfit sono sempre originali. Il pezzo fa ballare tutti e anche il look. E fino a questo momento si conferma tra i più estrosi. Per la sua seconda esibizione, un completo pantaloni fantasia bianco e blu con tocchi di verde acido by Federico Cina. E occhiali da sole a completare il tutto. Ha rotto tutte le regole di stile della kermesse ma ha dimostrato di essere coerente con la sua personalità e ha portato la sua allegria in tutte le case facendo scatenare tutte le generazioni.

Elisa – PROMOSSA
Come una sposa, una dea greca. Dopo l’abito bianco della prima serata Elisa sceglie ancora un candido vestito, ancora firmato Valentino. Ai piedi ancora ballerine basse senza tacco. Semplice eppure così elegante, essenziale eppure così chic. Elisa si ripete ma non stanca, dato che l’eleganza semplice non stanca mai. Perché Elisa ha optato per il bianco per la scelta dei suoi look? Facciamo un passo indietro: per la prima volta al teatro Ariston, Elisa a Sanremo 2001 calca il tappeto rosso d’apertura a piedi nudi, scegliendo il bianco e una mise minimale composta da pantaloni morbidi e t-shirt a maniche lunghe, capi che disegna personalmente per la sua esibizione. Come da lei svelato, lo scopo è mirare a un’apparenza sobria e discreta, che non distolga l’attenzione dalla canzone e dalle immagini che desidera evocare. C’è inoltre un significato profondo nella scelta del colore: il testo di Luce (Tramonti a Nord-Est) parla infatti del vuoto emotivo che giunge dopo la fine di un amore, una sensazione straziante e analoga a quella del lutto. Il bianco, tradizionale tinta funeraria nella cultura cinese, è quindi la rappresentazione fisica di ciò che Elisa racconta nella sua canzone, creando un’armonia perfetta fra l’artista e la sua opera.

Giovanni Truppi – BOCCIATO
Torna la canotta, per lui evidentemente è un must have, questa volta in total black. Giovanni Truppi, un po’ come Mark Zuckerberg, sembra non amare i cambi look e dunque ripropone lo stesso outfit della serata precedente. Sempre fuori luogo rispetto al luogo in cui si trova.

Le Vibrazioni – BOCCIATI
Ancora nero, ancora qualche tocco lucente per dire siamo nel 2022, ancora i pantaloni a zampa e gli stivali texani. Tutto sempre uguale, tutto poco originale. Un po’ noioso, non hanno voluto osare, proprio loro che hanno ricodificato i codici estetici della nostra giovinezza, purtroppo si sono fermati agli anni 2000, non sono stati al passo con il cambiando stilistico avvenuto. Questo non significa stravolgere il proprio io ma trovare dei compromessi perché si deve essere in continua evoluzione.