Feynman e la fisica «semplice»

Sei pezzi facili, libro divulgativo che ciascun amante della fisica dovrebbe avere sul suo comodino, è stato scritto nel lontano 1963 dal futuro premio Nobel (per la fisica, per cos’altro sennò?) Richard Feynman. Eppure, nonostante abbia ormai un’età da pensione, o quasi, il volumetto tratto dalle lezioni di fisica dedicate agli studenti del primo e secondo anno del Caltech (California Institute of Technology) è tutt’ora considerato un utilissimo passepartout per chi voglia addentrarsi nel complesso universo della fisica «che spiega com’è fatto il mondo». Nel 2018 Adelphi ha ripubblicato il volumetto in italiano per la ventiduesima volta, tanto per intenderci. Ma che cos’è che fa la differenza in quest’opera che per chiarezza può essere accostata a quelle di un Carlo Rovelli? La differenza la fa indubbiamente l’eloquio chiaro, gli esempi semplici e, soprattutto, la volontà dell’autore di parlare di scienza non a un gruppo di iniziati ma a persone che vogliono dedicarvisi o che, dotate di buona volontà, vogliono penetrarne i «segreti» più accessibili. La prima lezione, quella che descrive gli atomi in movimento, di cui è composta tutta la materia, è emblematica. Non da meno le altre, che presentano le forze fondamentali che agiscono nell’universo e il loro intrecciarsi. Insomma, Sei pezzi facili è una porta aperta a tutti per decifrare il mondo che ci circonda.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 41, 2020