Recensione

Il fantasma della libertà

Nel romanzo «L’estate dei fantasmi» lo scrittore inglese Lawrence Osborne crea un personaggio in grado di distruggere le convenzioni sociali
Lawrence Osborne, classe 1958. © Foto dal web
Sergio Roic
15.01.2021 16:31

Il fantasma della libertà è un film di Luis Buñuel che esplora le possibilità di essere liberi all’interno di convenzioni sociali che non lo permettono. L’estate dei fantasmi del grande narratore inglese Lawrence Osborne fa un passo ulteriore nella direzione intrapresa dal regista spagnolo: crea un personaggio in grado di distruggere le convenzioni sociali. È la storia della giovane Naomi che passa le vacanze sull’isola greca di Idra col padre ricco e gradasso e la matrigna. All’affacciarsi dell’estate Naomi incontra la bella e ingenua americana Sam con cui partirà alla scoperta dell’isola. Scopriranno, invece, il tormentato Fouad, un migrante libanese che vi è appena approdato. Ma Fouad non è semplicemente uno dei tanti disperati fuggiti dalla guerra e dalla fame: ha un’istruzione e un portamento e, qualche anno prima, viveva una ricca vita tra Beirut, Damasco e Istanbul. Naomi, invaghitasi del personaggio più che della persona, decide di aiutarlo offrendogli la possibilità di compiere un furto nella casa dei genitori. Il piano, com’è prevedibile, fallisce e Fouad compirà un atto di cui dovrà pentirsi, mentre le ragazze che l’hanno aiutato sprofonderanno nella colpa e nel terrore di essere scoperte. Osborne ci conduce ancora una volta, dopo l’inimitabile Cacciatori nel buio, uno dei migliori romanzi del nuovo millennio, nelle recondite regioni della rivalsa e della colpa. Da leggere, senza se e ma.

Editore: Adelphi, 2020 (2. edizione); 285 pagine.
Editore: Adelphi, 2020 (2. edizione); 285 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 40, 2020

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