Il mondo convulso e violento di James Ellroy

Ho un amico che, ogni volta che lo incontro, mi chiede se ho letto l’ultimo libro tradotto in italiano di James Ellroy. Lo scrittore statunitense, noto per i suoi gialli tutti d’un pezzo, spesso e volentieri scabrosi e violenti, ma incredibilmente scorrevoli e perfettamente organizzati, è l’autore di una sorte di «storia nera» degli USA. Dalia nera, Sei pezzi da mille, L.A. Confidential e altri suoi romanzi fanno ormai parte dell’immaginario collettivo. Da essi sono stati tratti film di successo ed Ellroy stesso li ha raggruppati in alcuni cicli narrativi imperdibili. Il romanzo di quest’oggi, Il grande nulla, arrivato all’ennesima ristampa italiana da parte di Mondadori, fa parte della cosiddetta quadrilogia di Los Angeles e ne è la seconda «puntata». Vi si narrano le storie intrecciate di tre personaggi che, nella lotta al comunismo, imperante a quel tempo negli USA (l’azione si svolge nel 1950), vedono la loro occasione di carriera. Sono tutti collegati alla polizia losangelina e vogliono imbastire una caccia alle streghe per tacitare le rivendicazioni sindacali dei lavoranti presso le major cinematografiche. Ma la lotta è impregnata pure di ideologia senza se e senza ma e si svolge attorno e dentro le indagini di un efferato crimine. Ecco, quindi, un altro perfetto meccanismo a orologeria di Ellroy che ci riporta ai turbolenti anni del dopoguerra.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 6, 2020