Recensione

La guerra dell’oppio narrata da Amitav Ghosh

Culmine di una trilogia, il romanzo storico «Diluvio di fuoco» amalia e cattura
Un dettaglio della copertina.
Sergio Roic
21.01.2021 19:38

È del 2015, prontamente tradotto in italiano da Neri Pozza, il romanzo di Amitav Ghosh Diluvio di fuoco. Culmine di una trilogia incentrata sulla prima guerra dell’oppio degli anni 1840 fra Cina e Impero britannico, il «Diluvio» è uno di quei romanzi storici che ammalia e, in perfetto stile tolstojano, cattura. I personaggi dello scrittore indiano, già noti a chi ha seguito la vicenda nei romanzi Mare di papaveri e Il fiume di oppio, sono alcuni viaggiatori che, per varie vicissitudini, si erano ritrovati sul veliero Ibis in rotta per Mauritius. Dopo un ammutinamento e un avventuroso sbarco, eccoli di nuovo in azione su vari fronti: chi dalla parte inglese, chi da quella cinese. La posta in palio non è solo il commercio dell’oppio in terra cinese, vietato dalle autorità cantonesi, ma la libertà di commercio tout court. Gli inglesi e i loro alleati e sudditi indiani imporranno il loro volere con le cannoniere essendo la prima potenza dell’epoca sui mari. Un rutilante caleidoscopio di vicende e destini personali si intrecciano fra alleanze e tradimenti. Emergono le figure dell’ambizioso Zachary, della sua amante Mrs. Burnham, dell’ingenua Paulette, del piccolo Raju, del sergente Kesri Singh, dell’ufficiale inglese Mee. La risoluzione dell’intreccio, almeno temporanea perché Ghosh intende portare avanti la saga, si ha nelle ultimissime pagine.

Editore: Neri Pozza, 2015; 703 pagine.
Editore: Neri Pozza, 2015; 703 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 16, 2020

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