Recensione

Noi e il nostro paesaggio

Viaggio «nelle pieghe del mondo» con l’omonimo saggio scritto dal geografo ticinese Claudio Ferrata, tra storia, Convenzione europea, cambiamenti e misure volte a preservare e (ri)costituire dei luoghi di qualità
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Sergio Roic
28.01.2021 12:01

Nelle pieghe del mondo - Il paesaggio negli anni della Convenzione europea è un interessante saggio scritto dal geografo ticinese Claudio Ferrata per l’editore Meltemi di Milano. Ferrata, che ha già dedicato al tema attente riflessioni in passato, in questo agile volume ci informa di tutto ciò che è avvenuto dopo che la Convenzione europea del paesaggio è divenuta un dato di fatto. Innanzitutto, l’autore spiega che cosa si intende per paesaggio e qual è la sua fruizione, poi si concentra sulla Convenzione stessa proponendo un viaggio ragionato all’interno di tutte quelle misure che consentono, oggi, di pensare, preservare e (ri)costituire dei luoghi di qualità e in cui è gradevole vivere. All’inizio del libro vi è un excursus storico con la spiegazione del cambiamento di orizzonte, avvenuto nel XVIII secolo, rispetto al paesaggio alpino tipico della Svizzera. Se in un passato che si misura in secoli le alte montagne e gli impervi luoghi che le caratterizzano erano visti con una sorta di timore se non rigetto, ecco che alcune menti illuminate (e svizzere), quelle di Albrecht von Haller, Jean-Jacques Rousseau e Horace Bénédict de Saussure, inventarono di punto in bianco il cosiddetto «paesaggio alpino», godibile e salubre. Un libro, quello di Ferrata, gradevole anche stilisticamente e che ci mette in contatto diretto con uno degli elementi fondamentali del vivere quotidiano: il paesaggio che ci circonda.

Editore: Meltemi, 2020; 94 pagine.
Editore: Meltemi, 2020; 94 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 13, 2020

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