L'approfondimento

Ma qual è (e com'è) la Milano di Fedez?

Quali sono le discoteche meneghine che fanno tendenza, o per lo meno notizia? Una domanda sempre d’attualità, a maggior ragione dopo il caso Fedez-Iovino
© CdT/Archivio
Stefano Olivari
17.05.2024 14:15

Quali sono le discoteche di Milano che fanno tendenza, o per lo meno notizia? Una domanda sempre d’attualità, a maggior ragione dopo il caso Fedez-Iovino, che ha ricordato l’esistenza di un mondo che dagli anni Ottanta ad oggi si è evoluto, ma neppure troppo, con alcuni locali che sono rimasti addirittura uguali, meta fissa anche di giovani e meno giovani ticinesi con buona capacità di spesa: i modelli delle auto fuori dai locali e le rispettive targhe non mentono. Come si vive quindi la notte milanese nel 2024?

Fedez

Partiamo dal protagonista del presente, che da quando si è separato da Chiara Ferragni sta estremizzando la sua nuova vita da single: donne, motori, locali, amicizie discutibili, adesso anche le risse che fanno tanto rapper anche se Citylife, e nemmeno la Rozzano dove Fedez è cresciuto, non sono esattamente un ghetto di Los Angeles e di Detroit. Durante una serata passata al The Club, lo scorso 21 aprile, il cantante di Vorrei ma non posto ha litigato con Cristiano Iovino, per un commento fatto da Iovino su una ragazza che stava con Fedez. Iovino, ufficialmente personal trainer ma soprattutto uno dei motivi della rottura fra Totti e Ilary Blasi (il famoso uomo con cui lei, anche nel documentario di Netflix, Unica, sosteneva di avere preso «Soltanto un caffè»), fra una minaccia reciproca e l’altra se ne è poi tornato a casa, dove ad aspettarlo ha trovato una decina di persone vestite di nero, scese da un van con cattive intenzioni. Fra queste, stando alle telecamere di sorveglianza, anche Fedez, che però pubblicamente (al Salone del Libro di Torino!) ha negato di essersi trovato lì. In concreto Iovino è stato pestato dagli altri, fra cui Christian Rosiello, esponente della Curva Sud del Milan e guardia del corpo di Fedez. Spedizione punitiva? L’indagine della magistratura è in divenire, in ogni caso una brutta storia che certo non migliora la fama delle discoteche di Milano. E nemmeno quella di Fedez.

The Club

La discoteca in cui è nato l’episodio di cronaca citato è nel cuore di Brera, quindi anche della movida milanese, ed esiste dal 2005. Dalla sua nascita è il posto in cui personaggi in cerca di notorietà vanno a farsi paparazzare e in cui personaggi noti esibiscono i loro soldi: il mondo di Lele Mora e di Fabrizio Corona, in estrema sintesi, con Corona che per diversi anni del The Club è stato anche comproprietario. Senza metterci a fare tutta la storia del locale veniamo al presente, sempre di successo. Di base i non VIP devono prenotare online, cosa che comunque non rappresenta una garanzia di per entrare, ma i buttafuori del The Club fanno le solite eccezioni, soprattutto per ragazze o compagnie con prevalenza di ragazze. Il posto è abbastanza piccolo ed il privé, il sogno proibito di chi arriva dalla periferia o dalla provincia, piccolissimo. Ma è il posto in cui bisogna andare per essere notati dal Fedez o dal Corona della situazione, se si ha questa ambizione. Più modestamente, si può fare vipwatching e si possono individuare tanti personaggi del sottobosco televisivo, soprattutto Mediaset. Facendo le cose in economia un tavolo, che significa una bottiglia e 5 ingressi, costa sui 200 euro, ma con il privé raddoppia tutto. L’ingresso del singolo, senza tavolo, costa molto meno, ma spesso è pura teoria.  

Hollywood

Chi vuole andare sul classico può spostarsi in zona Corso Como, poco lontana dal The Club, ed andare nello storico Hollywood, nell’immaginario collettivo terra promessa di calciatori e veline. Soltanto che oggi i calciatori sono di serie B o C, mentre le loro accompagnatrici, o aspiranti tali, Canale 5 lo vedono per l’appunto soltanto in televisione. Il locale, lanciato nel 1986 dal dj Ringo, e spesso teatro dei festeggiamenti del Milan di Berlusconi, ha però nel corso degli anni mantenuto un contatto con il mondo della moda e quindi non è raro, soprattutto nelle tante settimane milanesi dedicate ad eventi del fashion, trovare modelle emergenti, i loro driver, aspiranti stilisti e sedicenti creativi. Il posto, articolato su due livelli, è piccolo, però tutti prima o poi ci passano anche soltanto per poterlo criticare. Ormai un’istituzione, mentre il vicinissimo e affollatissimo Tocqueville, che si differenzia per la musica (fanno più hip hop) e per la minore selezione, è attualmente meno cool. Scomparso da tanti anni il Casablanca, altro tempio del coronismo, che a pochi metri da lì formava con Hollywood e Toqueville un triangolo irrinunciabile per chi volesse vivere la notte milanese tentando di ballare fra una gomitata e l’altra. Certo la zona è peggiorata ed è vivamente sconsigliato uscire fra gli ultimi, da locali (chiudono verso le cinque e mezza del mattino), trovandosi in mezzo a spacciatori e sbandati di ogni tipo.  

Feste private

Detto che negli ultimi anni le discoteche in Italia, e soprattutto nelle città, hanno perso molto, sostituite da un target più esigente con feste private e one night varie, anche nel 2024 le opportunità, se vogliamo chiamarle così, non mancano. Chiuso da pochi mesi lo storico Old Fashion in zona Castello Sforzesco, mentre lì vicino ha sempre successo l’ex Just Cavalli che adesso si chiama Justme, i posti di base sono il Tunnel, nei pressi della Stazione Centrale, per gli amanti della techno, i modaioli e relativamente eleganti Superclub (zona Tortona) e Magazzini Generali, il più spazioso, e con altre logiche rispetto alle discoteche da bottiglia e privé, Alcatraz di via Valtellina, noto anche per i concerti. Fa impressione osservare come siamo ancora cool nomi tipo l’Amnesia e il Fabrique, fino ad arrivare al mitologico Nepentha di Piazza Diaz, di fianco a piazza Duomo, il cui solo nome evoca anni Ottanta, modelle e Sotto il vestito niente dei Vanzina. Chi non ama i buttafuori può andare nei tanti centri sociali, tipo Leoncavallo o Magnolia, o nei locali in zona aeroporto di Linate. Pur perdendo qualche colpo è rimasto di culto, per la comunità LGBTQ+ ma non solo, il Plastic che dalla storica sede di viale Umbria si è trasferito a Sud, in via Gargano: lì i VIP veri, da Springsteen a Madonna, di passaggio a Milano ci sono sempre andati. In definitiva si può dire che Milano sia cambiata tantissimo, soprattutto nel post EXPO, ma le sue discoteche pochissimo.

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