Marc Chagall, un amore senza confini

Il mondo del circo, la tradizione russa, la natura e gli animali, la religione. Il tutto impreziosito da una generosa spolverata d’amore, quello vero, che dà un senso alla vita. Sono gli ingredienti di «Chagall. Sogno d’amore», la splendida mostra a palazzo Albergati di Bologna che si chiuderà il prossimo primo marzo.
Attraverso l’esposizione di 150 opere (tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni) la mostra, visitata nei giorni scorsi dai viaggiatori del Corriere del Ticino, passa in rassegna tutto il mondo dell’artista nato il 7 luglio del 1887 in Bielorussia e deceduto 98 anni dopo a Saint-Paul de Vence in Francia. A partire dal sentimento per la sua amatissima Bella, moglie e compagna di vita, nonché musa e fonte d’ispirazione di Chagall. I due si incontrano nel 1909: lui un pittore ventitreenne scapestrato, lei una ragazzina neppure quindicenne. «Non muoverti, resta dove sei. Non riesco a stare ferma. Ti sei gettato sulla tela che vibra sotto la tua mano. Intingi i pennelli. Il rosso, il blu, il bianco, il nero schizzano. Mi trascini nei fiotti di colore. Di colpo mi stacchi da terra, mentre tu prendi lo slancio con un piede, come se ti sentissi troppo stretto in questa piccola stanza. Ti innalzi, ti stiri, voli fino al soffitto. La tua testa si rovescia all’indietro e fai girare la mia. Mi sfiori l’orecchio e mormori...» scrive la donna nelle sue memorie. È Bella la donna che vola nei cieli, l’amante in blu, la protagonista dei tanti capolavori dipinti da Chagall. Il loro non è solo un rapporto d’amore, ma pure un connubio artistico.
Un legame indissolubile che traspare con forza dal nucleo di opere esposte a Bologna. Capolavori rari e straordinari, essendo provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico (vedi il video).