Marigold Hotel, fra India e Inghilterra

Continua il feeling particolare tra il cinema britannico e l?India. Dopo il successo e gli Oscar di The Millionaire di Danny Boyle, ecco ora la commedia Marigold Hotel di John Madden, già regista del celebre Shakespeare in Loveche tocca con leggerezza, malinconia e umorismo british un?ampia serie di temi, dalle frustrazioni della terza età ai rapporti (mai definitivamente risolti) degli inglesi con la ex-colonia. Proprio su quest?equilibrio tra una visione intimista, individuale, e la metafora di più ampio respiro sta la ricchezza del film. Ispirandosi al romanzo di Deborah Moggach Marigold Hotel non sfugge ad una certa letterarietà ma è sostenuto da un cast di grandissimi attori di scuola inglese dove spiccano Judi Dench, Maggie Smith, Bill Nighy e Tom Wilkinson. Accanto a loro e agli altri tre anziani protagonisti (Tena Desae, Penelope Wilton, Ronald Pickup) c?è Dev Patel, il giovane eroe di The Millionaire.L'Inghilterra e l'India, così diverse. Anche di questo parla Marigold Hotel nel confronto tra i sette pensionati britannici che acquistano un biglietto per Bangalore – attirati dalla pubblicità del Marigold Hotel, spacciato come albergo di lusso ma in realtà un rudere bisognoso di restauri – e il giovane Patel che ha ereditato l?edificio, entusiasta ma privo di esperienza. I vecchietti inglesi sono petulanti, ansiosi, spocchiosi, pieni di pregiudizi, ma la società indiana è ancora divisa rigidamente in caste e i matrimoni sono combinati dalle famiglie. Se esperienza ed energie fresche unissero le forze potrebbero ottenere qualcosa.Un film di contenuti e di sfumature, più godibile per chi è in là con gli anni o è attento alle mezze tinte dell?animo. La forma è invece tradizionale, l?andamento narrativo lineare e pacato ma le due ore di durata, se si entra nelle atmosfere, scorrono veloci e con un po? di commozione creata con una punta di ruffianeria.