Mick Jagger e Dave Grohl sul significato della pandemia

Mick Jagger è tornato. E lo ha fatto con Dave Grohl, ex Nirvana e leader dei Foo Fighters. «Volevo condividere questa canzone che ho scritto per l’uscita dal lockdown» ha scritto il carismatico frontman dei Rolling Stones. Un’uscita che ha riportato ottimismo. Un grazie, va da sé, al compagno di avventura Dave Grohl che ha prestato il suo talento alla batteria, al basso e alla chitarra. «È stato divertente lavorare con te» ha aggiunto Mick. La canzone, uscita all’improvviso senza il minimo preavviso, si intitola Easy Sleazy e al momento è disponibile soltanto su YouTube e sui social. Il videoclip è stato registrato nel pieno rispetto delle normative anti COVID: Jagger a casa e Grohl nello studio dei Foo Fighters.
La canzone, dicevamo, è legata all’uscita dal lockdown e, soprattutto, parla di questo anno e oltre di pandemia. Durante il primo confinamento gli Stones avevano pubblicato un brano inedito, Living in a Ghost Town, che però era antecedente alla crisi sanitaria ed era stato semplicemente adattato. La canzone con Dave Grohl, invece, è ispirata proprio alle emozioni e alla cosiddetta nuova normalità sperimentata da tutti noi durante i lunghi periodi passati in casa. Il risultato? Un pezzo rock, grezzo, accattivante, carico di sentimento. «È un brano che ho scritto con quell’ottimismo di cui c’è bisogno» ha aggiunto Jagger. Grohl, dal canto suo, si è spinto oltre: «È difficile esprimere a parole cosa significhi per me registrare questa canzone con Sir Mick. È più di un sogno che diventa realtà. Proprio quando pensavo che la vita non potesse riservarmi altre pazzie. Inoltre è la canzone dell’estate, senza dubbio!».
Nel brano, Jagger riflette con ironia sulla «prigionia domestica» come sulle innumerevoli chiamate via Zoom. Spazio, infine, anche alla «troppa televisione» guardata durante il lockdown e al pericolo di ingrassare complice una certa sedentarietà. Con una speranza, legata ovviamente ai vaccini: l’unica via di fuga per riabbracciare la vita di prima.