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Una vittoria sorprendente dopo una serata ricca di colpi di scena, tra cui l'esclusione di Giorgia dalla finale
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Balorda finale: Olly vince il Festival di Sanremo
Olly vince il Festival di Sanremo. Completano il podio Lucio Corsi e Brunori Sas. Quarto Fedez, mentre Simone Cristicchi arriva quinto.
È stata un'edizione piena di belle canzoni, che ha visto premiato il cantautorato. Per il sottoscritto sarà difficile staccarsi da questa meravigliosa follia che è Sanremo, passando le serate con voi a commentare e dare voti alle esibizioni. Ed è proprio per questo che vi ringrazio di cuore per aver seguito me e i miei colleghi, sia quelli misteriosi che gli altri che hanno messo la loro firma sugli articoli di interviste e approfondimento.
A nome del Corriere del Ticino una buonanotte e... al prossimo anno!
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Premio critica e testo
Brunori Sas vince il premio per il miglior testo. Quello dell'orchestra va a Simone Cristicchi, mentre Lucio Corsi si aggiudica quello della critica. Giorgia, in lacrime, viene osannata dal pubblico al momento dell'assegnazione del premio Tim.
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Il giornalista misterioso si dimette sdegnato
Non so come si concluderà il festival ma il risultato finale sarà comunque un‘eresia. La migliore canzone e la migliore cantante sono state inspiegabilmente eliminate dal girone finale. Nessuna voce femminile tra le prime cinque è un segnale pessimo, anche perché chi si contende la vittoria non ha certo ugole d‘oro (e nemmeno di stagno). Grandi ascolti ma deboli risultati artistici.
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Ecco i 5 finalisti
I finalisti della 75sima edizione del Festival di Sanremo sono Brunori Sas, Olly, Simone Cristicchi, Fedez e Lucio Corsi.
Questo il resto della classifica finale.
- Giorgia
- Achille Lauro
- Francesco Gabbani
- Irama
- Coma_cose
- Bresh
- Elodie
- Noemi
- The Kolors
- Rocco Hunt
- Willie Peyote
- Sarah Toscano
- Shablo
- Rose Villain
- Joan Thiele
- Francesca Michielin
- Modà
- Massimo Ranieri
- Serena Brancale
- Tony Effe
- Gaia
- Clara
- Rkomi
- Marcella Bella
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Ultima ma ultima
Ultima a esibirsi, che sia un presagio della classifica. «Amarcord» è un brano piatto e cantato con diverse imprecisioni. D'altronde, come diceva il grande attore Stanis La Rochelle, i Toscano hanno rovinato questo Paese. Scomodare Fellini per una canzoncina ammiccante è davvero troppo, l‘ultima artista in gara arriva sul palcoscenico con gli occhiali scuri ma in sala e fuori c‘è solo buio, il sole tornerà a brillare un‘altra volta. VOTO 5
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El retme delle chese
Eremee Rkeme è deventete en meme per le see enchepecetè de prenencere le vechele. Nen ce le pesse fere. Anche per scrivere i nomi degli autori della canzone di Rkomi servono due fogli di spartito, ma stavolta le tante teste hanno partorito meno di un topolino, non giudicabile per manifesta ed eccessiva bruttezza. VOTO 5+
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Gaia, chiama tu che io sono stanco
È arrivato quel momento in cui la stanchezza prende il sopravvento e certe canzoni diventano difficili da ascoltare con attenzione. «Chiamo io chiami tu» è una canzone che avrà un grande successo radiofonico, ma che al Festival ha poco senso. Ritmo interessante e sonorità divertenti, Gaia non dispiace. Ma forse è anche tardi per fare troppo gli schizzinosi. Gli acuti però restano inchiodati sul microfono. VOTO 5,5
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Tra le mani un sonno
Siamo a 24 ore di dirette del Festival in una settimana: mettere a quest'ora «Tra le mani un cuore» di Massimo Ranieri è a dir poco soporifero. Lui ha sempre grande stile, ma la sua esibizione verrà presto dimenticata. Vorremmo rivederlo con qualcosa di più attuale. Volevo essere il papa ma sono soltanto un gelataio. Tra le mani abbiamo il cuore e salviamo la voce e la capacità di stare sul palco, d‘altronde 50 anni e più di carriera non sono acqua fresca. VOTO 6 comunque grande Massimo
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Mezzanotte di fuoco
Joan Thiele continua a salire sul palco senza pantaloni. Distratta la ragazza. La sua «Eco» è palesemente «Goodnight Moon» di Shivaree, però è molto piacevole. La vogliamo però rivedere a un altro Festival per confermare le buone impressioni di questo suo esordio. Sul palco di Sanremo in costume da bagno e con l‘accappatoio di spugna sulle spalle è veramente un insulto al buon gusto; metteteci pure una canzone non indimenticabile che tenta di imitare le sonorità vocali di Mina (senza ovviamente riuscirci) e avete spadellato la frittata dell‘anno. VOTO 6-
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La street song con l'abito della festa
Non si è mai visto il rap arrivare così puro al Festival di Sanremo. Shablo ha fatto un piccolo capolavoro. Tamarro il giusto, raffinato il giusto: la sala stampa balla. E lo faccio anche io, da amante dei Sottotono e dei Club Dogo questo è un regalo. E, incredibilmente, anche il nostro giornalista misterioso è d'accordo: rap di classe e abiti raffinatissimi color pastello, un coro gospel o forse soul e la legge del più folle che prevale su ogni altra, tutto tranne che una canzone sanremese ma che bella. VOTO 7+
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Ci vuole un battito animale
Fedez ha vinto il suo Sanremo. Si è mostrato un performer incredibile: ogni dettaglio curato al meglio. Anche in città ha realizzato un'installazione dove si poteva ascoltare la canzone dentro un grosso cubo spoglio, per sentirsi soli e bombardati dai suoni della meravigliosa produzione di «Battito». Mai scommettere contro di lui, la sala stampa lo ha capito. Ultimo battito di contrizione per il Fedez fedifrago pentito ma ispirato; ritmo serratissimo e timbro perfetto per un rap che funziona, anche lui è da podio. VOTO 7,5
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Irabadan
Con un abito ottimo per la serata inaugurale del Rabadan, Irama arriva sul palco dell'Ariston con «Lentamente». Forse il pezzo meno ispirato che ha portato nelle sue ultime partecipazioni al Festival. Ma, nonostante la reazione fredda della sala stampa, potrebbe comunque arrivare in finale. La giacca di Capitan Findus e l‘oscillometro nel microfono, Irama poteva fare sicuramente meglio. Se hai l‘orchestra della Rai a disposizione, almeno l‘arrangiamento fallo con qualche strumento in più. VOTO 6+
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Volevo essere Topo Gigio
Finalmente libero dalle manie di protagonismo di Topo Gigio, Lucio Corsi può tornare a far parlare la sua musica. Ed è cosa buona e giusta: «Volevo essere un duro» è la grande sorpresa di questa edizione. Nella speranza che non rimanga invischiato in logiche commerciali, perché c'è bisogno di artisti con la sua sensibilità e visione del mondo. Ma il nostro giornalista misterioso è più severo: sul palco torna il Pierrot triste e dalle labbra segnate di fuoco, una maschera forse eccessiva per chi voleva essere un duro, in ogni caso qualche accenno di rock e un testo fuori dagli schemi salvano la canzone. VOTO 8
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La politica non è scomparsa da Sanremo, l'ha invasa
Tra una canzone e l‘altra una citazione del ministero X o del ministro Z, l‘annuncio dell’iniziativa del governo per tizio o per caio. La politica non è scomparsa da Sanremo, l‘ha invasa. E in una sola direzione. Una vergogna.
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Qual è la vera Elodie
Incantevole. Non si può dire altro di Elodie, arrivata sul palco con uno splendido abito nero. «Dimenticarsi alle sette» però non cattura. Sarebbe da capire quale sia la sua vera anima: a noi è piaciuta molto di più in coppia con Achille Lauro, con quel tocco di provocazione in più. La sfavillante eleganza in nero e strass di Elodie non aiuta a migliorare una canzone priva di melodia e di ritmo, bella la voce ma sprecata, almeno in questa occasione. VOTO 6
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Quando sarai intonato...
Forse la canzone «invecchiata» peggio di questa edizione di Sanremo. «Quando sarai piccola» ha un testo meraviglioso, ma dal punto di vista musicale è poca roba. Per non parlare dell'interpretazione vocale davvero scarsa. Gli applausi della sala stampa sono comunque più che meritati. Il nostro giornalista misterioso è particolarmente severo: Dopo aver sfoderato il divano per poi indossarlo Cristicchi è tornato ad ammorbare il pubblico in sala e quello televisivo con la sua morale di figlio reviviscente, inguardabile e inascoltabile, tanto ecumenico quanto falso come una moneta da tre dollari. VOTO 6-
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La cura per noi
Incontrata questa mattina, ci aveva promesso una gran performance. E Giorgia è stata di parola: «La cura per me» è un pezzo che vive della sua interpretazione magistrale. Rimane la grande candidata alla vittoria finale e siamo contenti così: la aspettiamo con piacere a Basilea! Giorgia vincerà il festival perché ha la canzone più sanremese, più melodica, più tutto e la voce più bella in assoluto, trent‘anni dopo il primo trionfo fa un po’ pensare però che non abbia trovato eredi degne. VOTO 8
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Tanti cuoricini cuoricini
Non potete immaginare quanto abbia sentito questa canzone in giro a Sanremo. «Cuoricini» è il grande tormentone di questo Festival. E dei prossimi mesi... Un ritornello semplice per una canzone intelligente, i Coma_cose sono tornati alla grande. Anche il nostro giornalista misterioso, è stato costretto a cedere: diciamolo: è la canzone più ruffiana che ci sia ma chi l‘ha pensata è stato un piccolo genio, stramaledetti cuoricini ci hanno messo in catene. Nei primi tre ci scommetto un cuoricino. VOTO 7
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Incosciente Achille
Bisognava essere incoscienti, nel vero senso della parola, per fare questo brano. Achille Lauro lo è stato e, alla fine, si può dire che ha vinto lui. La sala stampa canta il ritornello, l'Ariston esplode in un applauso: arriverà in finale? Anche il nostro cattivissimo giornalista misterioso apprezza: Vanno di moda le canzoni scritte a 12 o 14 mani, ma quelle di «Incoscienti giovani» in fondo hanno fatto un buon lavoro, la voce di Lauro non è la migliore sulla piazza ma ce la facciamo bastare. VOTO 7,5
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Lunga vita al Maestro
Ma quanto è bello precipitare negli anni ‘70 indossando gli occhiali dei Chips? peccato per la terribile stecca ma che importa? Lunga vita ad Antonello Venditti. VOTO 10, MAESTRO
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Balordi vincenti
Sarò breve: io e Olly abbiamo giocato nella stessa squadra di rugby. Quindi per me è 10, non si discute neanche! Il trionfo della canotta e delle erre arrotate rende Olly tutto sommato simpatico, stupenda l’immagine della signora che al quarto piano, con la sigaretta in mano, stende i panni; i baffetti alla Errol Flynn (o era Amedeo Nazzari?) rendono tutto ancora più simpatico.
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Tutta l'Italia, tutta l'Italodisco
I The Kolors dovrebbero togliere la s. Sono monocromatici con quel total black. La loro musica però è piena di sfumature e fa divertire: «Tu con chi fai l'amore» funziona e sembra l'erede della loro «Italodisco». Bene anche durante la serata cover: si sono decisamente ripresi rispetto all'opaca prova dello scorso anno. L'arrivo di Fru dei The Jackal rende epica questa performance. The Kolors cantano una canzone che somiglia tanto alla sigla di un programma anni ‘70. Una volta li chiamavano «motivetti». Questa è buona per le spiagge di a Mikonos. VOTO 7
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Rocco e i suoi fratm
Comunque vada, per Rocco Hunt questo Festival è stato un successo. «Mille vote ancora» ha un testo profondo e sarà ascoltata a lungo. Riuscita anche la serata dei duetti, assieme a Clementino e con la voce di Pino Daniele. Bravo. Da una canzone che ha più autori di una squadra di calcio ci si poteva aspettare qualcosina in più, paradossalmente il dialetto rende tutto credibile, neomelodico rap sotto il Vesuvio si balla. VOTO 7
22:19
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Serenamente Noemi
Ha partecipato a podcast, secret concert, showcase ed eventi vari. Noemi si è divertita in questo Festival, ma non sembra in grado di poter vincere. Bella la canzone, bella la voce, bella l’interpretazione, con uno stilista diverso sarebbe stata la serata perfetta. VOTO 6
22:13
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Gabbani tornerà di nuovo in finale?
Chi avrebbe puntato su Francesco Gabbani dopo il primo ascolto? E invece dopo la serata di giovedì ha dimostrato di essere ancora uno di quelli che al Festival ci va per vincere. «Viva la vita» manca della solita ironia del cantante carrarese ma funziona. Come molte canzoni, anche questa più la ascolti più ti piace, il timbro metallico della voce rende riconoscibile l’interprete ma caratterizza anche il motivo, il testo come sempre non è banale. Potrebbe essere la sorpresa sul podio. VOTO 7
22:01
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Passati veloci questi giorni feroci, grazie Brunori
Una poesia meravigliosa, quella di Brunori Sas. «L'albero delle noci» è in assoluto il testo più bello di tutto il Festival. Interpretato benissimo dal cantautore che si accompagna magistralmente con la chitarra. Comunque vada, grazie per le emozioni. La sala stampa applaude convinta. Una strizzatina d’occhi a Francesco De Gregori nell’arrangiamento e nella melodia fa di questa canzone l’unico ancoraggio sanremese alla negletta (sul palco dell’Ariston) tradizione cantautorale; lo smoking a due petti anche no, grazie. VOTO 8
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La queen del Fantasanremo
Al Corriere del Ticino ha svelato di aver cercato di essere la cantante più forte al Fantasanremo (quello tarocco, non l'originale di Paolo Galli). A parte questo, Serena Brancale è una delle più belle rivelazioni di Sanremo. Ci ha fatto divertire e ha mostrato un gran talento. Una canzone che sentiremo fino all’estate, un bel ritmo aiutato dalla parlata napoletana, ma la voce non tiene, soprattutto nella parte iniziale. Ruffiana la dedica a Pino Daniele, nume tutelare di tutti i devoti di Partenope. VOTO 7
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La febbre sale
Sale sul palco dell'Ariston come una sirena: Clara è semplicemente meravigliosa. Vorrei poter dire lo stesso anche della canzone. La cantante di Varese meriterebbe dei brani più efficaci per valorizzare la sua voce e la sua personalità. Il ritmo sincopato della canzone aiuta ma il motivo è già sentito, la totale assenza di originalità penalizza la performance. Sbagliato anche il vestito. VOTO 5
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Voleva essere un duro
Tony Effe ha detto oggi che il suo artista preferito è Lucio Corsi. Quello di «Volevo essere un duro». Fino a qualche mese fa il trapper sarebbe stato il duro che avrebbe bullizzato il cantautore toscano. Ennesimo tentativo, malriuscito, di mostrarsi per qualcosa che non è. Caro Tony, se vuoi una mano, ascolta il mio umile consiglio: cambia mestiere. Un rapper retro: un Buscaglione rivisitato e al rallentatore; il romanesco è da commedia all’italiana (delle peggiori specie). Irrimediabilmente bocciato. VOTO 3
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Provaci ancora Rose
Entrata in scena spaziale per Rose Villain, che ha un carisma incredibile. E proprio per questo ci aspettiamo molto di più da lei. Un Festival riuscito a metà per la cantante, che ha toppato per la seconda volta la serata delle cover. Sonorità orientaleggianti e una bella voce, Rose Villain promossa. Look da 9, peccato per i capelli da fatina collodiana. VOTO 5,5
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I Modà non sono più di moda
Un Festival difficile per Kekko dei Modà, che però ha stretto i denti fino all'ultimo, mostrando un gran coraggio. L'unica cosa che ricorderemo di una partecipazione assolutamente dimenticabile. Altro che «Io non ti dimentico», purtroppo. Io non ti dimentico, dice il ritornello, ma non è riferito alla canzone, e poi che cosa significa «un quadro di Kandinsky in cui immaginarsi tutto»? VOTO 5,5
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Un guasto d'amore per Bresh
Si l'ho già detto: ha fatto l'inno del Genoa. Voto 10 a prescindere. Ma, a parte le battute, «La tana del granchio» di Bresh è una canzone riuscita, con un bel testo e ben cantanta. Ci sa fare Andrea, sentiremo parlare molto di lui. Bresh ha un bel ritornello e un timbro riconoscibile, peccato per l’uso dell’autotune. VOTO 10 (Tanto lo sapevate già)
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Di Bella c'è solo il cognome
In un altro ventennio questa canzone sarebbe andata alla grande. Ma del 2025 questa specie di sigla di un cartone animato interpretata da Marcella Bella è a dir poco orribile. Peccato perché ieri ha dimostrato di avere ancora una gran voce. La mia più grande fan di me stessa sono io, canta Marcella. Siamo d’accordo, dice il nostro commentatore. VOTO 3
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Un po' di Peyote in questo Festival
In un Festival molto piatto dal punto di vista dei temi, Willie Peyote è una boccata d'aria fresca. L'unico che parla di temi politici, con anche alcune battute feroci. Grazie ma grazie anche da Lugano: L’unico testo politico del festival corre su un ritmo leggiadro e orecchiabile, non vincerà ma la canzone funziona. Storia triste e aspettative basse, l’Italia di oggi. VOTO 7
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Francesca Michielin pronta per la prima comunione
Ci dispiace per il dolore che deve aver provato Francesca Michielin e che l'ha portata a scrivere «Fango in paradiso». Ma il brano è poca roba, che non rende merito al talento della cantante di Bassano del Grappa. Ma anche il look non ha funzionato, come suggerisce il nostro commentatore misterioso:
Raso rosa da prima comunione, uno stilista da buttare. Una bella voce per una canzone che non è in grado di coinvolgere né di trascinare, testo privo di pathos e poi il fango in paradiso è suggestivo ma del tutto illogico.
VOTO 5,5
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Il primo commento del giornalista misterioso
Il primo commento della serata è del nostro collega misterioso sull'esibizione di Gabri Ponte, autore di «Tutta l'Italia»:
Canzone bellissima, avrebbe vinto facilmente il festival, nel ritornello a un certo punto richiama l’italiano di Toto Cutugno, decisamente la vera hit di Sanremo 2025. Tarantella, fisarmonica, sound elettronico, il mix perfetto di nuovo e antico: diventerà la canzone degli stadi.
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Finalmente la finalissima!
Finalmente è arrivato il momento della finale. Chi vincerà? La favoritissima è Giorgia, seguita da Fedez, Lucio Corsi e Olly. Ma non si possono escludere sorprese dell'ultimo minuto, anche grazie al sistema di classifica, che evita il gioco di squadra dei giornalisti e il voto di massa del pubblico a casa.
Seguite questa appassionante serata con noi. Ci sarà anche una novità: oltre a Mattia Sacchi dalla Sala Stampa, da Lugano ci saranno anche i commenti di un cattivissimo giornalista misterioso, che giudicherà le perfomance tecniche degli artisti in gara.