Chi vincerà Sanremo 2024? Ecco i favoriti
I ventisette partecipanti a Sanremo 2024, annunciati da Amadeus al Tg1, ai quali andranno aggiunti tre nomi usciti da Sanremo Giovani, non hanno sorpreso perché come al solito il conduttore-direttore artistico è stato abile a creare quelli che in una logica calcistica sarebbero considerati gironi. Aumentando da ventisei a trenta i partecipanti, questa sì una sorpresa. Impossibile fare previsioni prima di avere ascoltato le canzoni, ma stando ai nomi i grandi favoriti per la vittoria finale sembrano Annalisa, Sangiovanni e Irama, con possibile sorpresa di un rapper-trapper, Ghali su tutti: possono comunque vincere in tanti, per la gioia dei bookmaker. Ci concediamo una piccola autocitazione: dei sei grandi nomi rivelati dal Corriere del Ticino tre mesi fa, quelli sui quali Amadeus ha insistito di più, ben quattro (Alessandra Amoroso, Ghali, Renga-Nek e Annalisa) saranno in gara e due, Cremonini e Max Pezzali, hanno detto di no per mancanza di una canzone forte. Ma andiamo con ordine e vediamo chi sarà sul palco dell’Ariston dal 6 al 10 febbraio nell’edizione numero 74 del Festival.
Le icone pop
Di solito il vincitore esce da questo gruppo, composto da artisti che avrebbero la caratura per fare i superospiti e che hanno scelto di mettersi in gioco. Scelto? Amadeus, al suo quinto e probabilmente non ultimo Sanremo consecutivo, ha detto più volte che «Con me i superospiti sono in gara» ed i numeri gli hanno sempre dato ragione. Basta con chi viene a fare autopromozione a rischio zero, a meno che non sia un mostro sacro come potrebbe essere Adriano Celentano, il cui omaggio a Toto Cutugno (e anche a se stesso) è legato al suo stato di forma e non può essere annunciato con tanto anticipo. Comunque di questo gruppo di artisti pop di successo nel presente fanno sicuramente parte Sangiovanni, idolo delle giovanissime e alla seconda partecipazione, Irama alla quinta volta a Sanremo, i declinanti Negramaro, diciannove anni dopo aver partecipato nelle Nuove Proposte, e Annalisa, la dominatrice del 2023 che è riuscita a smarcarsi dal suo passato nei talent e ci prova per la sesta volta. Aveva detto che a Sanremo sarebbe tornata soltanto con una canzone fortissima, quindi almeno del livello di Bellissima o Mon Amour, quindi il fatto che ci sia porta a considerarla fra le favorite.
Dai talent all'Ariston
Sempre da rispettare chi arriva da X Factor, da Amici ed in generale dal successo televisivo: del resto il televoto è fondamentale per arrivare nei primi cinque, dopo di che conta per un terzo. Da questo mondo arrivano Emma (vincitrice nel 2012 con Non è l’inferno), alla sua quarta presenza, e l’esordiente Alessandra Amoroso, due potenziali vincitrici, fino a pochi mesi fa con lo status di Annalisa. Ma in quota talent possiamo considerare anche i The Kolors, rilanciati dall’estate e per la seconda volta a Sanremo, l’emergentissima esordiente Angelina Mango, superfiglia d’arte (come genitori il defunto Mango e Laura Valente, ex Matia Bazar) e tutto sommato anche Dargen D’Amico, nato come rapper ma oggi conosciuto più che altro come giurato di X Factor, seconda presenza.
La quota rap-trap
L’attenzione a ciò che realmente viene ascoltato, oltre che allo share televisivo, ha portato Amadeus a proporre una significativa quota rap-trap: ben otto concorrenti, quasi un terzo del totale, senza contare Dargen D’Amico che da questo mondo viene. Da big come Ghali e Geolier ad altri semiconvertiti al pop come Fred De Palma, Rose Villain e Mr. Rain, fino a Il Tre, BigMama e Alfa. Significativo che tranne Mr.Rain, terzo nel 2023, gli altri siano tutti all’esordio: bene Sanremo per conquistare il mercato mainstream, ma andandoci poche volte e in seguito parlandone schifati. Di certo la loro presenza serve anche ad Amadeus, che dimostra così di essere connesso ai gusti dei mitologici «giovani».
I sanremesi
Il gruppo che crea più l’atmosfera di Sanremo è ovviamente quello dei sanremesi, intesi più come storia che come genere, a prescindere dall’età. Gente che il pubblico di Rai 1, anche quello più attempato, conosce. Sanremese nell’immaginario collettivo lo è senz’altro il poco incasellabile Mahmood, qui due volte trionfatore, ma lo sono anche Il Volo (vincitori nel 2015 con Grande amore), Diodato (vincitore nel 2020 con Fai rumore), Fiorella Mannoia, la coppia Renga-Nek (Renga vincitore nel 2005 con Angelo) e a pienissimo titolo Loredana Bertè alla dodicesima presenza e I Ricchi e Poveri, vincitori nel 1985 con Se m’innamoro, alla tredicesima.
Un po' di indie, niente rock
Possono vincere almeno in dieci, in questo eccellente cast dove sfuggono alle etichette forse soltanto Gazzelle e Maninni e i La Sad, tutti esordienti. Ridotta a loro la quota indie, qualsiasi cosa voglia dire, e di sicuro assente il rock: la cosa fa impressione, dopo migliaia di articoli e milioni di post di gente che faceva la schizzinosa con i Måneskin. Doveroso poi il confronto con la classifica di Spotify Wrapped riferita all’Italia, di cui tanto si è parlato nei giorni scorsi. Lì il numero uno è risultato Sfera Ebbasta, davanti a Geolier, Lazza, Shiva e Gué, Tedua, Marracash, Pinguini Tattici Nucleari, Capo Plaza e thasup. Tutti italiani, quasi tutti (tranne i Pinguini Tattici Nucleari) trapper-rapper, tutti maschi. Detto che Spotify non va mitizzato e la condivisione delle proprie preferenze musicali ancora meno, visto che alla maggioranza non importa nulla, a Sanremo di questi dieci sarà presente solo Geolier.
Amadeus sempre più Pippo Baudo
A che ora finiranno le serate? Domanda che ha cittadinanza visto che con un colpo di bacchetta magica i ventisei concorrenti (ventitre più i tre di Sanremo Giovani), già tantissimi, sono diventati trenta (ventisette più tre), e che i co-conduttori delle varie serate (Fiorello, Mengoni, Giorgia, anche la Cuccarini, e Paola & Chiara che condurranno il Prima Festival) hanno una storia che imporrà loro diverse esibizioni. Amadeus sempre più come Pippo Baudo, inventore negli anni Novanta del gigantismo di Sanremo, con le cinque serate, le trasmissioni di contorno e l’occupazione quasi totale delle teste degli italiani per una settimana intera. Ma diversamente da Baudo più attento ai gusti dei giovani, pur essendo più anziano (ha 61 anni) del Baudo dei cinque Festival consecutivi degli anni Novanta. Cosa che garantisce una pubblicità gratuita, di pure interazioni web, nemmeno immaginabile trent’anni fa. Sulla carta un Sanremo che può battere ogni record.