Gigi D'Agostino: «In Ticino ho trovato la serenità per andare a Sanremo»
C'è chi al massimo nella vita ha condotto un battello, con il quale rientrare spaurito a riva ad ogni nuvola un po' più minacciosa. E poi c'è chi con coraggio e dignità affronta la tempesta, lasciando che a parlare siano i fatti. O la musica. Con la sua divisa da capitano, Gigi D'Agostino appartiene senz'altro a questa seconda categoria. Non ha mai prestato il fianco alle speculazioni sul suo stato di salute, in anni difficili non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello emotivo. «Sai, su di me hanno detto di tutto, anche che avevo un tumore. Cosa che non è assolutamente vera – racconta al Corriere del Ticino –. È terribile quando sei il protagonista di notizie non vere, che coinvolgono anche le difficoltà che stai affrontando. Questo può chiudere ancora di più una persona, di base timida, in sé stessa ad affrontare i propri demoni».
Neanche i pirati (della notizia in questo caso) sono riusciti però a distogliere il 57.enne torinese dalla sua rotta. E, se una nave della Costa Crociere è stata tristemente famosa per il capitano che ne è sceso pavidamente, su un'altra ce n'è uno che invece è finalmente pronto a salire. La leggenda della dance italiana sarà infatti ospite del Festival di Sanremo e tornerà a far ballare i suoi fan: «Ho sentito l'ansia prima di ogni esibizione, è normale ed è la cosa bella di questo mestiere. Ma devo dire che qui si percepisce molto l'aspettativa: il Festival è seguito davvero da tutti. Anche mia zia, non proprio una che ha seguito regolarmente i miei tour, ha chiesto informazioni sulla mia esibizione. Mi sembra di essere tornato quando agli inizi, dopo anni di gavetta in locali piccoli, arriva il primo giorno in una grande discoteca. Ti chiedi cosa farai e come reagirà chi ti ascolta. Non vedo quindi l'ora che sia venerdì e lasciare che sia il pubblico a rispondere ai miei dubbi, anche perché magari dopo riuscirò di nuovo a dormire bene...».
Sembra tuttavia incredibile che un artista della sua fama, in grado di sfornare successi a ripetizioni, abbia ancora il timore di non piacere alla gente. Potrebbe sembrare mera retorica, eppure parlando con lui, ascoltando i suoi toni gentili ed estremamente empatici, si capisce che non è così. «Il mio stato di salute e il Covid hanno accentuato alcune mie fragilità, creando nelle zone più cupe della mia mente blocchi dai quali ho avuto paura di non riprendermi più. Non riuscivo neanche a uscire di casa e pensare di incontrare altre persone, figuriamoci a esibirmi. Ho rifiutato tante proposte, alcune davvero interessanti, perché avevo timore di sentirmi fuori luogo. Poi è arrivata la proposta del Festival di Sanremo che forse ha toccato le corde giuste del mio ego di artista, facendomi pensare di poter portare, assieme ad altri grandi come Bob Sinclar, la dance al grande pubblico. E per la prima volta da anni mi sono seriamente chiesto perché rinunciare a questa proposta bellissima. Devo ammettere che, come è stato annunciato il mio nome, la scarica di adrenalina è stata forte e mi ha dato il coraggio di prendere in considerazione altre proposte: ho già accettato diversi concerti, con ogni probabilità mi vedrete suonare anche in Svizzera».
A proposito di Svizzera, Gigi D'Agostino ha trovato il proprio rifugio in Ticino. «È un posto che mi trasmette la serenità di cui ho bisogno, con paesaggi meravigliosi che scopro nelle mie passeggiate in mezzo alla natura. Devo ammettere che però, per quanto mi possano piacere tutte le città ticinesi in cui ho vissuto, non faccio molto vita sociale: se da ragazzo era difficile tenermi in casa, adesso passerei tutto il mio tempo nello studio che ho qui. Esco appunto solo per camminare in montagna o per ammirare il lago».
Dal lago torniamo al mare, quello ligure: qualche anno fa era davvero difficile immaginarsi Gigi D'Agostino a Sanremo... «Ho sempre avuto grande rispetto per il Festival. Che non è vero che solo in questi ultimi anni ha cominciato a proporre musica nuova. Anche nelle edizioni di 30-40 anni fa ha avuto il coraggio di portare brani in netta controtendenza rispetto a quello che si sentiva all'epoca. Quando ero ragazzo appena terminava l'edizione correvo in negozio per prendere l'album con tutte le canzoni che avevo ascoltato durante la settimana. Ad alcune di queste sono ancora molto legato: ho pianto per la vittoria di Storie di tutti i giorni di Riccardo Fogli. E vogliamo parlare di Un'emozione da poco di Anna Oxa o Gianna di Rino Gaetano? Ad ascoltarle oggi suonano ancora tremendamente moderne. Mi affascina guardare i filmati delle esibizioni del Festival di tanti anni fa e mi accorgo di come il grande cambiamento stia nella produzione, nei volumi delle canzoni proposte. Riflette il modo diverso che abbiamo di ascoltare musica oggi: sono convinto che anche dei grandi classici se riproposti oggi avrebbero un colore tutto nuovo».
L'evoluzione della kermesse sanremasca è però palese nella scelta degli artisti in gara, soprattutto in questa edizione particolarmente dance. In questo contesto, uno come Gigi Dag potrebbe pure partecipare e vincere... «Non nego di averci pensato, anche perché vengo sempre riconosciuto come quello che suona ma in realtà sono anche cantante. Poi però mi sono chiesto se le mie idee sarebbero state davvero all'altezza e questo mi ha frenato ancor prima di informarmi seriamente su quale fosse il percorso per poter partecipare. Sono però in un nuovo capitolo di questa mia seconda vita: non posso quindi escludere a priori che in futuro possa essere convinto di avere il brano giusto da proporre in gara». Brani pronti all'uso in effetti ci sarebbero: «C'è chi mi vorrebbe menare per la quantità di pezzi che ho realizzato ma che non ho mai fatto uscire dagli studi di registrazione. È che io sono convinto che ogni cosa abbia il luogo giusto per essere espressa. La musica non è business ad ogni costo: è arte, è una terapia per stare bene con sé stessi, indipendentemente dal giudizio degli altri. E questo l'ho capito ancora di più in questi anni difficili. Forse è proprio aver lavorato in cose che ero consapevole non avrei divulgato, o anche in altre arti come la pittura, che a volte mi fa esprimere meglio che le parole, che oggi mi sento pronto a salire sulla Costa Smeralda per sentire il calore della gente».
E noi siamo pronti a dartelo, bentornato a bordo Capitano.