Il ballo del qua qua di John Travolta è la grande vittoria di Sanremo
Potete criticarla quanto volete, come d'altronde ha fatto la maggior parte dei quotidiani italiani, ma la realtà è che l'esibizione di ieri di John Travolta è la grande vittoria di Sanremo. Perché ha dato una grande lezione a tutti.
Puoi essere considerato uno dei più grandi attori della storia del cinema, aver recitato in film iconici come Grease e La febbre del sabato sera, essere il Vincent Vega di Pulp Fiction. Ma un bel giorno prendi il tuo aereo, ti fai una traversata continentale, ti vesti e ti trucchi a dovere, poi vai sul palco dell'Ariston e danzi sulle note del Ballo del qua qua. Perché il Festival è più grande di te.
Se Travolta non avesse davvero voluto sporcare la sua immagine poteva semplicemente declinare l'invito e rinunciare al ricco cachet. Presentarsi comunque, mostrando pubblicamente il suo disagio, in realtà non fa altro che peggiorare il suo status. Perché dimostra che per soldi sarebbe disposto a fare tutto, anche di fronte a milioni di persone che da una parte fanno finta di indignarsi, ma che sotto sotto non vedevano l'ora di commentare l'ennesima caduta dall'Olimpo.
Esattamente come i cantanti in gara che dicono di non essere interessati alla classifica del Festival, ma di essere qui solo per esprimere la propria arte. Salvo poi irretirsi e irritarsi quando finiscono in fondo alla graduatoria. C'è tutta un'ipocrisia di fondo che Amadeus e Fiorello, attraverso questa performance, hanno svelato. Ripetiamo: nel bene e nel male, il Festival è più grande di tutto il resto, che sia l'effettiva qualità della musica o l'iconicità di un attore.
John, listen to me, già che sei a Sanremo segui un vecchio consiglio di Dargen D'Amico: «Fottitene e balla». E non scordarti l'invoice per tutto il cash che ti hanno dato.