Sanremo

Il dopo Amadeus è Amadeus

Nel 2013 ripartiva con umiltà da concorrente di Tale e quale show, condotto da Carlo Conti, adesso sembra quasi il padrone della Rai: il conduttore accetterà di presentare anche la prossima edizione del Festival?
Stefano Olivari
10.02.2024 11:02

Chi condurrà il Festival di Sanremo nel 2025? Non è una domanda prematura, perché il quinto Sanremo consecutivo condotto da Amadeus è stato un successo di pubblico, sia pure con l’asterisco, e di critica, anche qui con l’asterisco visto che la critica musicale vera è sempre più limitata. Senza contare gli introiti pubblicitari derivanti dalla manifestazione, quest’anno vicini ai 60 milioni di euro a fronte di circa 20 di spese. Chi dunque dopo Amadeus?

Questione di Rai

Partiamo dalle parole del direttore e conduttore artistico del Festival, che a giorni alterni è possibilista o negativo riguardo alla conduzione di una sesta edizione. Uscito dal tritacarne 2024 potrà pensarci a mente fredda, ma un mese fa quando ancora le tensioni dell’Ariston erano lontane aveva detto «Facciamo bene questo e poi ne parliamo». Ecco, questo lo ha fatto bene e mostrando anche meno stanchezza rispetto al suo team di autori, davvero fuori forma, e allo stesso Fiorello che davvero vorrebbe chiudere qui. Insomma, al di là della prudenza da conferenza stampa chi conosce bene Amadeus sa che lui il sesto Sanremo lo farebbe: stiamo parlando di un uomo di spettacolo giovanile ma non giovane (a settembre farà 62 anni), che conosce bene gli alti e bassi della sua professione. Nel 2013 ripartiva con umiltà da concorrente di Tale e quale show, condotto da Carlo Conti, adesso sembra quasi il padrone della Rai. Ed il problema è proprio la Rai, con le sue porte girevoli a livello dirigenziale: con l’assetto attuale, o con uno nuovo che manifestasse entusiasmo nei suoi confronti, Amadeus direbbe di sì. Negli altri casi, non improbabili vista la situazione politica (anche i discorsi su Amadeus icona della sinistra fanno ridere), si riaprirebbero i giochi.

Un successone

I Festival di Amadeus sono stati un successo? Sembra una domanda retorica, vista la narrazione a senso unico dei tanti giornalisti accreditati all’Ariston, molti dei quali assolutamente embedded. I numeri dell’Auditel dicono di sì: share riferito alla sola Italia sempre oltre il 60%, spettatori che calcolando la total audience (quindi anche chi segue on demand) sono sugli 11 milioni. Siamo ai massimi dell’era Amadeus, capace di resistere al Covid ed anche all’allargamento a 30 concorrenti, peraltro deciso da lui su pressione dei discografici. Il mito delle «400 canzoni fra cui scegliere» è forse appunto un mito, vista la qualità di alcune proposte del 2024, ma certo lui ha aggiunto posti a tavola ed è per questo che la discografia, in particolare il mondo legato alla Warner che di fatto ha metà dei cantanti in gara, preme per la sua riconferma. Ma tornando ai numeri, è doveroso dire che gli italiani che guardano Sanremo nel 2024 sono più o meno quelli delle migliori edizioni di Carlo Conti, Fazio e Bonolis. Però molti, anzi moltissimi meno rispetto ai fasti degli anni Novanta, con la vetta dei 16.845.000 del Baudo 1995, affiancato da Anna Falchi e Claudia Koll, con vincitrice Giorgia ed in gara anche Fiorello e Lorella Cuccarini, vale a dire i co-presentatori di adesso (Mengoni aveva 7 anni). Altro mondo, altra Italia, altra televisione. Ma si può dire che in mezzo alle esultanze per le classifiche simili a quelle di Spotify, per il target giovane e per le interazioni social il pubblico tradizionale di Rai 1, quello che amava lo schema valletta bionda-valletta mora e non sopporta i predicozzi, sta abbandonando il Festival.

Alternative?

Lo scenario 2025 senza Amadeus è quindi da tenere in considerazione, alla luce anche dei possibili sostituti. Nel girone dei presentatori puri la Rai punta tantissimo su Alessandro Cattelan, che a 44 anni è per i canoni italiani quasi un bambino. Tantissima esperienza fra MTV e Sky, è alla Rai da qualche anno ma raramente si è misurato con la prima serata: amatissimo dai dirigenti e dai pubblicitari, voce anche di Radio Deejay, il candidato numero 1 al dopo Amadeus, che inizi nel 2025 o nel 2035, è lui. L’usato sicuro sarebbe il già citato Carlo Conti, conduttore di Sanremo nel 2015, 2016 e 2017 prima di lasciare e di pentirsene: uomo Rai più di Amadeus, segnerebbe un parziale ritorno alla tradizione per quanto riguarda il cast, quindi meno attenzione ai rapper ed in generale alle classifiche dello streaming, mentre dalle radio Conti è ossessionato non meno del quasi coetaneo Amadeus. Dietro Cattelan e Conti vale praticamente ogni ipotesi, ma fra i presentatori di professione (Bonolis, Fazio, Gerry Scotti) nessuno ha la loro cilindrata e i loro appoggi. Fra chi vende la pubblicità Rai c’è un partito che tifa per la proposta indecente a Maria De Filippi, fra l’altro creatrice di molte stelle sanremesi del passato e del presente (da Annalisa ad Angelina Mango a Emma), ma è difficile che Mediaset la presti come fece ai tempi di Conti.

Tutto in mano a un cantante

Quotata per il dopo Amadeus, sempre che ci sia un dopo Amadeus, è anche l’ipotesi di ridare la conduzione e soprattutto la direzione artistica ad un cantante. Strada già percorsa con alterne fortune con Gianni Morandi nel 2011 e 2012 (però la direzione artistica era di Gianmarco Mazzi) e con Claudio Baglioni nel 2018-19. A Morandi, che la prossima edizione avrà 80 anni, un ritorno non dispiacerebbe, ma non ha avuto segnali. Una scelta di questo genere potrebbe andare nella direzione di Giorgia, messa alla prova quest’anno con buoni risultati, o anche su Lorella Cuccarini, che Sanremo l’ha co-condotto anche nel 1993 con Baudo. Sono ipotesi mediatiche, ma sgradite sia ai pubblicitari sia ai discografici, per non dire degli stessi cantanti che al di là delle circostanze non si trovano a proprio agio nell’essere giudicati da un collega. Chi può giocare su entrambi i tavoli, cantante e presentatore, è senza dubbio Fiorello, che in passato la conduzione del Festival l’ha più volte rifiutata. E a suo dire lo rifiuterà anche in futuro. Della stesso tipo, tanto per non uscire dal vivaio di Radio Deejay, sarebbe un colpo alla Jovanotti: nella storia del Festival ci sono state sorprese anche più clamorose.

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