L'intervista

Il segreto ticinese dietro a «One Piece», la serie che potrebbe stravincere ai Children's Emmy Awards

A tu per tu con Giona Ostinelli, originario di Vacallo ma oramai in pianta stabile a Los Angeles, autore della colonna sonora della serie assieme a Sony Belousova
© Sven Doonrkaat, Lindsey Best, Fitz Carlile
Stefania Briccola
08.02.2025 09:03

Non una, ma ben due nomination ai Children’s & Family Emmy Awards 2024 per Giona Ostinelli e Sonya Belousova, che hanno firmato la colonna sonora della serie One Piece e la canzone My sails are set. L’acclamato compositore ticinese, che lavora a Los Angeles e forma con la collega un duo imbattibile, è al settimo cielo. Non si aspettava proprio di ricevere queste due nomination che, se porteranno al premio, daranno lustro alla Svizzera nel mondo. Del resto, la serie live-action One Piece, uscita su Netflix nel 2023, è una delle storie più amate della cultura popolare giapponese. E l’adattamento del manga sul piccolo schermo, curato insieme al suo autore Eiichiro Oda, si è rivelato un grande successo, contrariamente alle aspettative. La serie, per chi non lo sapesse, si svolge in alto mare e ha quale protagonista il giovane Monkey D. Rufy, che abbandona il suo villaggio per intraprendere un viaggio pericoloso alla ricerca del tesoro One Piece e diventare il re dei pirati.

La tragica situazione degli incendi a Los Angeles, nell’area di Woodland Hills, dove c’è lo studio di Giona Ostinelli, per fortuna ora è sotto controllo. Il compositore, originario di Vacallo, continua imperterrito a lavorare a nuove produzioni aspettando con fiducia la cerimonia di premiazione degli Emmy che si terrà il prossimo 15 marzo a Los Angeles. Al Corriere del Ticino il maestro, classe 1986, svela il suo universo creativo e il senso del gioco che anima il suo lavoro in coppia con la virtuosa pianista e compositrice Sonya Belousova.   

Giona Ostinelli, come ha accolto la notizia delle nomination agli Emmy per la colonna sonora della la serie One Piece e la canzone My sails are set?
«È stato un momento fantastico, di felicità indescrivibile, perché è sempre bello essere riconosciuti per il duro lavoro svolto. In più, Sonya e io siamo gli unici ad avere ricevuto ben due nomination agli Emmy, nell’ambito della serie Netflix One Piece, sia per la miglior colonna sonora siaper la miglior canzone, My sails are set, interpretata dalla norvegese Aurora. Nessun altro nel nostro settore ha avuto una simile soddisfazione quest’anno».

La colonna sonora di One Piece è uno dei vostri maggiori successi nell’ambito delle serie televisive Netflix. Può dare un’idea in termini di numeri di ascolto?    
«Abbiamo già oltre 300 milioni di ascolti complessivi su Spotify, Apple Music e sulle maggiori piattaforme digitali musicali. Tuttavia, non è la prima volta che otteniamo un simile successo perché quando abbiamo realizzato la colonna sonora di un'altra serie Netflix, The Witcher, siamo arrivati a oltre mezzo miliardo di ascolti».  

Vi aspettavate un successo del genere per One Piece, che ha ottenuto ben 11 nomination ai Children’s & Family Emmy Awards 2024 ?
«Con produzioni del genere è chiaro che si lavora ai massimi livelli e ci sono delle aspettative alte. Il successo non è qualcosa che ti aspetti, ma quando fai un lavoro in cui metti l’anima, la gente lo riconosce. È come se i fan della serie avvertissero la passione con cui componiamo».   

La nomination alla «Music Direction and Composition» è dovuta alla forza della vostra colonna sonora che a ogni scena evoca le emozioni più coinvolgenti di One Piece. La qualità musicale è stata riconosciuta anche nella vostra canzone in concorso per gli Emmy nella categoria «Original Song for a Children’s or Young Teen Program» nell’ambito della medesima serie tv….
«La canzone presente in One Piece s’intitola appunto My sails are set ed è cantata da Aurora. Non poteva esserci interprete migliore per la nostra musica. La scelta della cantante norvegese sembrava che avesse un destino già scritto. Noi avremmo voluto lavorare con lei perché prima di tutto è simpaticissima. Poi per i fan di One Piece c’è una chicca: il personaggio di Nami, secondo l’autore del manga, aveva origini scandinave. E qui si chiude il cerchio».

Sapevamo che Netflix stava sviluppando la serie televisiva live action di One Piece anche perché sia io sia Sonya siamo tra i suoi fan appassionati sin da piccoli

Come è nata la colonna sonora?
«Sapevamo che Netflix stava sviluppando la serie televisiva live action di One Piece anche perché sia io sia Sonya siamo tra i suoi fan appassionati sin da piccoli. Abbiamo desiderato moltissimo fare la colonna sonora di questa storia e quando ci è stata commissionata abbiamo cominciato subito a scrivere i temi principali e a trovare strumenti e sonorità specifiche per creare un sound unico. Ci sono generi diversi di musica che abbiamo combinato fra loro».

Come vi siete immersi nel mondo fantastico di One Piece?    
«La storia è ambientata in un mondo che non esiste, nel quale ci siamo dovuti immergere. Di qui l’idea di combinare diversi generi di musica. Siamo passati dalla big band al jazz e dalla musica orchestrale classica a quella da circo fino al pop. Questo perché One Piece è una serie molto particolare».

Avete chiesto aiuto dell’intelligenza artificiale?
«No, assolutamente. Noi lavoriamo ancora in modo artigianale. Abbiamo una collezione vasta di strumenti musicali in studio che usiamo per le colonne sonore. Io e Sonya abbiamo una formazione diversa; lei è una virtuosa del pianoforte, mentre io sono cresciuto con la batteria anche se so suonare il piano. Ci dividiamo gli strumenti da imparare in base alle nostre abilità. Ad esempio, Sonya suona anche l’arpa e a volte canta nelle nostre colonne sonore».

Anche lei canta?
«Ogni tanto anch’io canto. La mia voce c’è in qualche scena della serie The Witcher o nella prima stagione di One Piece. In particolare, nel primo episodio, quando c’è la battaglia finale, le voci che si sentono sono mie».

Che rapporto avete con la musica?
«Noi ci divertiamo ancora a imparare a suonare nuovi strumenti, cosa che abbiamo fatto sin da bambini. Non ci piace stare davanti al computer e programmarlo perché funzioni come uno strumento musicale. Lo usiamo semmai per registrare la musica, i suoni e per modificarli».

Le nostre esperienze diverse danno valore aggiunto alla creazione. È una vera e propria collaborazione perché abbiamo idee differenti che poi ci permettono di creare qualcosa che non ci aspetteremmo

Alla base della creazione di colonne sonore c’è questo connubio incredibile tra lei e Sonya Belousova. Qual è il valore aggiunto di essere in due a comporre musica?
«Il fatto di essere in due a comporre è meglio, non dobbiamo infatti dimenticare la musica, per la televisione o il cinema, deve evocare emozioni specifiche per determinate scene. Le nostre esperienze diverse danno valore aggiunto alla creazione. È una vera e propria collaborazione perché abbiamo idee differenti che poi ci permettono di creare qualcosa che non ci aspetteremmo».   

Come definirebbe la colonna sonora di One Piece in tre parole?
«Epica, particolare e con sentimento». 

Lei ha scelto di fare un lavoro che ama, tuttavia i ritmi non le danno tregua. Ha qualche svago?
«Ci piace moltissimo andare in giro a fare passeggiate nei dintorni di Woodland Hills. Siamo appena fuori Los Angeles, in un luogo immerso nella natura. Quando usciamo dallo studio vediamo scoiattoli, orsetti lavatori. Poco tempo fa è persino entrata una lince nel nostro giardino. Poi ci sono i coyote, i conigli selvatici, i gufi e i falchi».

Non ha mai pensato di mettere il verso di uno di questi animali in una colonna sonora?
«Quando stavamo registrando a Los Angeles la colonna sonora di One Piece, eravamo collegati con l’orchestra a Bratislava. Da noi era mezzanotte, mentre da loro erano le 9 di mattina. C’era un gufo fuori dalla finestra dello studio che rispondeva puntualmente al suono del corno bubolando alla fine della frase musicale. Naturalmente abbiamo tagliato il verso che non era previsto dalla colonna sonora».

Che cosa la distingue in quanto svizzero negli Stati Uniti?
«La puntualità, anche se in Svizzera è un po’ troppo ossessiva».

Quale è il segreto del suo travolgente successo?
«Sono stato cresciuto in modo creativo».