Il fenomeno

La vita eterna delle compilation

Grazie al film «Mixed by Erry» anche nel 2023 possiamo capire che cosa rappresentassero quelle musicassette e quanto abbiano fatto interiorizzare a tutti noi il concetto di compilation
© NETFLIX
Stefano Olivari
05.07.2023 15:30

L’era dello streaming ha trasformato la musica in un’immensa compilation, con miliardi di sottocompilation, le playlist, create dagli ascoltatori. Per questo al di là degli aspetti legali Mixed by Erry è un film che sembra quasi parlare di oggi nonostante sia ambientato negli anni Ottanta. E così anche nel 2023 si può capire che cosa rappresentassero quelle musicassette e quanto abbiano fatto interiorizzare a tutti noi il concetto di compilation: la differenza è che fino al nuovo millennio le scelte venivano calate dall’alto.

Erry

Il film di Sydney Sibilia, uscito al cinema 4 mesi fa, racconta la storia vera di tre fratelli napoletani ma soprattutto di uno di loro, Enrico, che in anticipo sulle grandi case discografiche ed anche sulla tecnologia avevano intuito la voglia della gente di ascoltare dischi con i più grandi successi di un periodo, di un genere musicale, di una trasmissione, al limite anche di un artista, al posto del tradizionale album in cui spesso si trovavano un paio di canzoni decenti ma si pagava anche per le altre. Un’intuizione che sarebbe stata finanziata dalla camorra e che non avrebbe portato diritti d’autore, visto che tutto era piratato e con mezzi sempre più sofisticati, ma comunque la Mixed by Erry aprì la strada ad un tipo di ascolto nuovo, più simile a quello di oggi che a quello degli anni Settanta. In sintesi: la gente vuole ascoltare le sue canzoni preferite e non un percorso di canzoni imposto da discografici che guadagnano di più dal 33 giri/CD o da artisti la cui ispirazione si ferma, quando va bene, ad una canzone.  

iPod

Non è che la Mixed by Erry avesse fatto chissà quale invenzione, in fondo già la compilation del Festivalbar (prima uscita nel 1978, l’estate di Tu di Umberto Tozzi e di Liù degli Alunni del sole) faceva qualcosa di simile e tanti cantanti, soprattutto quelli in declino, proponevano greatest hits, ma quelle audiocassette pirata prodotte a Napoli (ogni impianto di duplicazione poteva sfornarne 25.000 al giorno) e diffuse in mezza Europa crearono un gusto e vennero copiate dalle grandi case discografiche che da quell’operazione illegale erano state danneggiate. Si pensi che fino al 1987 non esisteva un disco ufficiale con le canzoni del Festival di Sanremo e che per almeno 15 anni poi il disco di Sanremo (o i dischi, perché spesso c’è stata la divisione per case discografiche) ha dominato le classifiche. Intanto dal 1982 erano sul mercato i compact disc e dall’inizio degli anni Novanta si erano diffusi anche i CD-R, cioè i CD registrabili. Si possono citare mille prodotti, ma nell’immaginario collettivo le compilation personali hanno perso quella certa aura peccaminosa fino al boom dell’iPod, nato nel 2001, quando la compilation è di fatto diventata l’unico modo di ascoltare musica.

Mixage

Al di là di Sanremo e Festivalbar, con i dischi trainati dal successo televisivo delle trasmissioni, la compilation di culto degli anni Ottanta è Mixage, la serie pubblicata dalla Baby Records fra il 1983 e il 1987, dieci dischi/CD visto che c’erano un Mixage estivo ed uno invernale. Pelle d’oca nell’ascoltare e riascoltare tutte insieme canzoni di artisti dei quali difficilmente si sarebbe potuto comprare un album, anche perché spesso non c’era. Mixage Estate ’83 ha un lato A clamoroso, visto che inizia con Gazebo (I like Chopin), i Righeira (Vamos a la playa) e i Twins (Not the loving kind), ma tutti e dieci i dischi mettono insieme una sorta di dream team della dance d’epoca: i Novecento, Savage, i La Bionda, Den Harrow ed il suo presta-voce Tom Hooker… Uscendo dalla dance, la compilation più completa relativa agli anni Ottanta è quella della serie One Shot, 20 dischi, il primo uscito nel 1998 e l’ultimo nel 2009, che sono riusciti a mettere insieme artisti di fama incredibile, come soltanto la Mixed by Erry era stata capace di fare.

Hit Mania

Non basterebbero mesi per elencare tutte le compilation musicali dagli anni Ottanta in avanti, anche soltanto limitandosi al mercato italiano, per questo ci limitiamo a quella che, rimanendo nella legalità, ha fatto la storia. Gli anni Novanta sono stati senza dubbio quelli di Hit Mania Dance, primo disco nel 1994 con icone assolute come Corona (The rhythm of the night) e i Cappella (U got 2 let the music) e poi una lunga serie a base di Datura, U.s.u.r.a, la triade di Radio Deejay Molella-Fargetta-Prezioso ereditata dal decennio precedente, Taleesa, Double you, Da Blitz, Robert Miles, Mauro Picotto, Gala, Gigi D’Agostino…

Anche gli anni Novanta sono stati omaggiati da una serie One Shot molto curata e ampia, mentre fra mille spin-off Hit Mania è proseguita anche nel nuovo millennio, con una svolta avvenuta nel 2005: meno dance e più generi diversi. Così con i vari Hit Mania Champions e Hit Mania estate questa serie è arrivata fino ai giorni nostri, con ben 95 uscite, gareggiando con le compilation autoprodotte.

Trasmissioni

I tipi di compilation sono praticamente infiniti: tuttora funzionano abbastanza bene le colonne sonore ed i dischi a tema (ad esempio il Natale), ma non c’è dubbio che lo spazio mediatico maggiore se lo conquistino le compilation nate da trasmissioni musicali. Che a loro volta si basano su cover, quindi il riciclo è continuo. Un modesto successo hanno avuto le compilation di X-Factor, che si sono fermate al 2018 (in quella dell’anno prima ci sono i Måneskin con Vengo dalla luna di Caparezza) ed anche quelle di Amici di Maria De Filippi sono state mezzi fallimenti. Il Festivalbar non esiste più dal 2007, mentre Sanremo tiene duro e nel 2023 ha proposto un doppio CD completo. In questo caso il culto è raggiunto dalle compilation di Non è la Rai, 6 successi clamorosi fino a Non è la Rai Gran Finale del 1995, quando Ambra (Angiolini), Pamela (Petrarolo), Miriana (Trevisan), Alessia (Merz), Antonella (Mosetti) e le altre ragazze salutarono la generazione delle compilation imposte dall’alto.