Il caso

Perché gli Oasis si sono scagliati contro il secondary ticketing

Mentre su Viagogo i biglietti per le date della reunion hanno già raggiunto cifre considerevoli, la band di Manchester ribadisce che la rivendita passerà solo dai partner ufficiali: fra questi figura Twickets, una piattaforma che vuole rivoluzionare il mercato
© ADAM VAUGHAN
Marcello Pelizzari
01.09.2024 10:30

E adesso? La domanda, dopo le code interminabili di ieri e, soprattutto, dopo che tanti, tantissimi fan degli Oasis affamati di reunion e date sono rimasti a bocca asciutta o, meglio, senza biglietto, è più che mai attuale. A maggior ragione in virtù della comunicazione ufficiale della band e al netto della presa di posizione di Viagogo, con le offerte per Cardiff, Dublino, Edimburgo, Manchester e Londra che hanno già raggiunto cifre considerevoli: il secondary ticketing verrà combattuto. Con le cattive, anzi con le cattivissime. Una rivendita, invero, ci sarà. Ma, almeno stando a quanto affermato dagli Oasis, a condizioni normali. Ovvero, rimettendo sul mercato biglietti al valore nominale. Pazienza se, in realtà, sabato gli stessi organizzatori hanno applicato il dynamic pricing costringendo molti, diciamo i più disperati, quelli in fondo alla coda, a pagare il doppio o addirittura il triplo per un semplice biglietto «prato».

La partnership

La scelta degli Oasis in questo senso, o di chi ha organizzato loro il tour 2025, è legata a una partnership. Siglata con una piattaforma di rivendita, Twickets, cosiddetta fan-to-fan. Senza intermediari di sorta, riassumendo al massimo. Twickets, nel Regno Unito, è un nome conosciuto. Anche ai fan dei fratelli Gallagher, visto che è stato il partner ufficiale per la rivendita dei rispettivi tour. Non solo: Twickets, leggiamo, negli anni ha aiutato i fan di Arctic Monkeys, Foo Fighters, Adele, Take That e tanti, tantissimi altri. Richard Davies, il fondatore del servizio, negli scorsi giorni si era detto eccitato all’idea di collaborare con Ignition Management, i rappresentanti della band. «Sarà il più grande tour al quale lavoreremo» le parole di Davies al magazine specializzato IQ. 

D’accordo, ma concretamente che cosa succederà adesso? E in che modo, nel dettaglio, Twickets garantirà un servizio equo e, verrebbe da dire, solidale? Di più: detto che si sta già parlando di nuove date, sempre in Irlanda e Regno Unito, la rivendita ufficiale accontenterà quante persone? Davies, in questo senso, poco prima della vendita generale di sabato aveva spiegato: «Generalmente, la maggior parte delle nostre transazioni e degli scambi avviene nella settimana che precede un concerto. E questo perché i piani delle persone cambiano o possono cambiare all’ultimo minuto e, a quel punto, la gente cerca di recuperare almeno quanto ha speso. Penso, però, che gli Oasis romperanno questo meccanismo». Secondo le previsioni di Davies, la corsa al biglietto di sabato potrebbe aver spinto i fan degli Oasis ad acquistare più tagliandi rispetto ai bisogni reali. «Per questo potremmo vedere un po’ di attività immediatamente e, poi, ancora nelle prossime settimane».

Le percentuali

Twickets, venendo alle quantità, in media rimette sul mercato il 3-4% del totale dei biglietti venduti. In alcuni casi, quando le band sono molto attente rispetto ai loro fan, spiegando loro che la rivendita è possibile solamente al valore nominale del biglietto, questa percentuale sale al 5%. Diverso, per contro, il caso di Taylor Swift e della costola europea del suo Eras Tour: nel caso della popstar americana, infatti, meno dell’1% dei biglietti primari è finito su Twickets. Così Davies: «Nel caso di Taylor Swift abbiamo notato diversi tentativi di vendita al di sopra del valore nominale, più che per qualsiasi altro tour da quando abbiamo iniziato a offrire biglietti. Per questo motivo, abbiamo dovuto respingere molte transazioni. Di qui i volumi più bassi». 

Fondata nel 2014, la piattaforma di Davies negli anni ha ricevuto sostegno e finanziamenti da molte società di management di artisti. Si basa su un modello tutto sommato semplice: gli acquirenti pagano una commissione standard pari al 10-15% del prezzo del biglietto. La commissione permette, appunto, a Twickets di guadagnare. Davies, per certi versi, si profila come un imprenditore romantico. Dalla parte dei fan. E della musica. Non a caso, nell’intervista concessa a IQ si era detto ottimista circa la possibilità che il nuovo governo laburista, nel Regno Unito, introduca nuove protezioni per i consumatori sulla rivendita dei biglietti. Protezioni che mirano, in particolare, a introdurre un tetto massimo per la rivendita. Ancora Davies: «Con FanFair Alliance, abbiamo fatto parte della campagna iniziale per il cambiamento. Credo che ora ci sia una mentalità diversa. Fino a quando non siamo arrivati noi, Viagogo, StubHub e altri dicevano: la rivendita non può funzionare se non permettiamo un aumento del prezzo del biglietto. Non è finanziariamente sostenibile. Noi, beh, speriamo invece di aver dimostrato che può esistere un’alternativa. E il fatto che altri, arrivati dopo, stiano seguendo il nostro modello significa che forse abbiamo avuto un impatto positivo sul mercato».

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