Il punto

Quando Viagogo si incazza: «Cancellare i nostri biglietti? Più facile che si sciolgano di nuovo gli Oasis»

Matt Drew, dirigente della piattaforma di rivendita, ha rispedito al mittente le «minacce» della band: «Si tratta di pratiche intimidatorie, quello che facciamo è perfettamente legale nel Regno Unito»
© ADAM VAUGHAN
Marcello Pelizzari
09.09.2024 11:30

Sì, se ne parla ancora. E pure parecchio. Non tanto, o non solo, della reunion degli Oasis. Ma delle polemiche sollevatesi durante (e dopo) la vendita dei biglietti per le date in programma la prossima estate fra Irlanda e Regno Unito. Da un lato, molti fan si sono scagliati contro la gestione delle cosiddette code di Ticketmaster, il portale ufficiale scelto dal management della band. Dall'altro, subito sono emerse pratiche di dynamic pricing da parte dello stesso Ticketmaster (riassumendo al massimo: i prezzi sono schizzati alle stelle quando la domanda era altissima e l'offerta sempre più scarsa) mentre a chi, disperato, è rimasto senza biglietto è stato di fatto chiesto di non rivolgersi a piattaforme di rivendita come Viagogo e StubHub. Gli Oasis, via social, hanno minacciato di annullare qualsiasi biglietto slegato da Ticketmaster o dal portale indicato per una rivendita «da fan a fan», Twickets, cioè senza ricariche eccessive sul prezzo.

Viagogo, tramite un suo dirigente, negli scorsi giorni ha definito «vuote» le minacce dei fratelli Gallagher e insistito sul fatto che, verosimilmente, è più probabile un nuovo scioglimento dei mancuniani che una stretta sul bagarinaggio online o, se preferite, sul secondary ticketing. Detto in altri termini, la piattaforma è convinta che non verrà negato alcun accesso ai concerti. Nel marasma generale, gli Oasis hanno cercato di rimediare alle tante, tantissime delusioni accumulate dai fan proponendo due ulteriori date, su invito, a Londra il prossimo settembre. Altre, visto l'interesse generato dalla reunion, seguiranno, al netto del fastidio mostrato da Liam circa il tema dynamic pricing. Il presente, tuttavia, dice che perfino la politica si è chinata su quanto accaduto. A partire dalla Commissione Europea. L'Autorità britannica sulla concorrenza e il mercato (CMA) dal canto suo ha aperto un'inchiesta amministrativa formale sul caro biglietti denunciato dai fan. Puntando dito e riflettori proprio contro Ticketmaster. Piattaforma che, nel 2023, aveva avuto e affrontato problemi simili negli Stati Uniti, quando circa 3,5 milioni di fan si erano precipitati online per accaparrarsi un biglietto per l'Eras Tour di Taylor Swift. La cui società madre, Live Nation, è stata citata in giudizio dal Dipartimento di Giustizia americano con l'accusa di monopolio.

Gli Oasis, dicevamo, hanno posto un veto alla rivendita su Viagogo e simili. «I biglietti che appaiono su altri siti di secondary ticketing sono o contraffatti o saranno cancellati dai promotori». Un messaggio dai toni simili, d'altro canto, ha accompagnato le due ulteriori date di Wembley. La domanda, date simili premesse, è la seguente: gli Oasis, o chi per loro, possono davvero cancellare dei biglietti acquistati al di fuori dei canali annunciati? Sì, a loro dire. No, stando a Viagogo. Dove di biglietti, pure lì, al momento ne girano pochissimi. E quelli che girano, va da sé, hanno prezzi stellari. Fino a 6 mila sterline. Matt Drew, responsabile dello sviluppo commerciale internazionale di Viagogo, interrogato da Fortune ha però chiarito che le probabilità di vedersi annullare un biglietto acquistato tramite rivendita non autorizzata sono basse. Decisamente più basse, parole sue, rispetto a un eventuale, nuovo scioglimento degli Oasis. «Credo sia più probabile che gli Oasis si sciolgano» ha ribadito. Drew ha definito «intimidatorie» le strategie sul ticketing adottate per la reunion. Aggiungendo che, personalmente, in passato non ha mai avuto problemi di accesso con un biglietto acquistato su Viagogo. Perfino quest'estate e perfino con Liam Gallagher, in tour come solista. «Ho comprato quattro biglietti tramite i canali ufficiali e due dalla nostra piattaforma, perché alla fine eravamo in sei». Il risultato? Tutti sono riusciti a entrare e a godersi il concerto.

Qualcuno, probabilmente, potrebbe storcere il naso: se ha funzionato per e con Drew, non è detto che funzionerà pure la prossima estate. Ma il dirigente di Viagogo ha assicurato: «La rivendita nel Regno Unito è completamente legale. Quella degli Oasis è solo una dichiarazione di fatto». Chi avesse già speso un patrimonio proprio su Viagogo, assicurandosi un prezioso biglietto per una data, può stare tranquillo. Anche perché, ha detto Drew, «nei casi molto, molto, molto rari in cui le persone non riescano a entrare per qualsiasi motivo abbiamo la piena garanzia che la persona riceverà un biglietto sostitutivo o riavrà tutti i suoi soldi».

Drew ha pure invitato i fan a una certa calma. O, meglio, a non precipitarsi su Viagogo per acquistare un biglietto a ogni costo. I biglietti, ha garantito, appariranno di continuo. Fino all'ultimo momento utile. E a prezzi, anche, «normali». Rivenditori come Viagogo, in passato, non sono stati esenti da critiche. Detto di Ticketmaster, i fan degli Oasis hanno definito le piattaforme di vendita e rivendita «avide». Etichettandole come «sanguisughe». Drew, però, ha sottolineato che Viagogo in realtà è solo un mercato di scambio, che i prezzi sono stabiliti da chi vende e che, alla fine, i biglietti a cifre «stravaganti» difficilmente troveranno un compratore. Ovvero, anche su Viagogo l'equilibrio è possibile. 

Di più, agli occhi di Drew Viagogo sarebbe un'alternativa al monopolio oramai assodato di Ticketmaster. E alle sue pratiche tutto fuorché trasparenti, oggetto appunto di indagine. Gli Oasis, in questi giorni, hanno cercato di prendere le distanze dal citato dynamic pricing. Spiegando, tramite un portavoce, che la band non è mai stata a conoscenza del fatto che sarebbe stato adoperato durante la vendita. Secondo Drew, il dynamic pricing e la morsa sui rivenditori indipendenti rappresentano il piano di Ticketmaster per controllare il settore. Di qui la necessità, a suo dire, di piattaforme come Viagogo. Anche perché, ha concluso Drew, «il sistema così com'è non funziona. Deve essere rivisto da cima a fondo e deve essere reso molto più competitivo».

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