Sanremo 2025, il Festival degli autori che se la cantano e se la suonano da soli
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«Una casta»: così è stato descritto il panorama discografico italiano nell’esposto presentato dal Codacons all’ufficio Antitrust italiano, in seguito alla pubblicazione della lista dei brani del Festival di Sanremo. La polemica non è nuova: già lo scorso anno infatti aveva fatto parlare il fatto che molte delle canzoni del Festival fossero state scritte da un esiguo numero di autori. Il 2025 sembrerebbe essere però un anno da record. Infatti, il 66% dei ventinove brani in gara è firmato da un manipolo di soli undici autori, prima fra tutti Federica Abbate, co-autrice di ben sei canzoni (sarebbero state sette, se Emis Killa non avesse deciso di ritirarsi). Il direttore artistico del Festival Carlo Conti, confrontato con la questione durante una conferenza stampa, ha relegato la circostanza alla dinamicità del lavoro di autori e artisti che «spesso sono pronti a collaborare o a scambiarsi le canzoni». Certamente la musica non è un processo autoreferenziale: ognuno cammina sulle spalle dei propri giganti e spesso l’arte è il frutto di un lavoro a più mani. Anche non volendo essere maliziosi però, è difficile convincersi che il caso degli autori di Sanremo si riduca esclusivamente a questo. «La discografia è diventato un circuito aperto a pochissimi: il Festival di Sanremo è, come dicono a Roma, un Festival di autori che se la cantano e se la suonano da soli» ironizza Massimo Luca, chitarrista, produttore e compositore che ha accompagnato i più grandi nomi della storia della musica italiana, da Lucio Battisti a Gianluca Grignani.
«I soliti noti», re e regine dei talent show
Massimo Luca è un veterano del Festival di Sanremo: esordì nel 1973 suonando nell’orchestra, ma in seguito ha anche scritto e prodotto numerosi brani che hanno concorso al Festival, tra cui Senza te o con te cantata da Annalisa Minetti, vincitrice del Festival nel 1998. «In passato Sanremo era caratterizzato da una certa coralità: una pluralità di voci che raccontavano storie diverse. Ora siamo chiaramente di fronte a un monopolio: gli autori sono pochi, sempre i soliti noti, che scrivono canzoni senza personalità, cantabili da chiunque» commenta Massimo Luca. La colpa di questo impoverimento? Secondo il nostro interlocutore, i talent show. I programmi televisivi, tra i più noti Amici e X-Factor, che negli ultimi anni hanno lanciato un grande numero di giovani artisti emergenti, hanno infatti cambiato profondamente le regole del mondo della discografia, rendendolo decisamente meno democratico. «I cancelli di questi programmi sono aperti solo a pochissimi, e coloro che riescono a entrarci si arroccano come degli sceriffi nel castello di Nottingham. La colpa chiaramente non è né di Federica Abbate, né di Davide Simonetta, e neppure degli altri tre o quattro autori che hanno confezionato la quasi totalità delle canzoni del Festival: è il sistema a essere sbagliato» ribadisce Luca.
Un periodo buio per la musica italiana
Il risultato è un inaridimento della scena musicale italiana: «Avevo quattordici anni quando Bobby Solo cantava a Sanremo Una lacrima sul viso. Ricordo che questa canzone non piaceva solo a me, ma anche a mia madre e a mia nonna. Il trasporto intergenerazionale di cui la tradizione musicale di quei tempi era capace, è totalmente sconosciuta al Festival di oggi, che riesce a emozionare al massimo un adolescente» incalza il nostro interlocutore. La dicotomia tra il palco reale e quello televisivo esiste da sempre. Il punto sembra essere però un altro: negli ultimi anni la distanza fra questi due mondi sta crescendo sempre più. «Quando vado in giro per l’Italia a cantare le canzoni di Battisti, le persone si infiammano e si emozionano ancora. Il pubblico ha ancora voglia di ascoltare della buona musica. La storia però è un continuo avvicendarsi di alti e bassi, periodi oscuri che si alternano a momenti di rinascita. Indubbiamente, questo è un periodo buio per la musica italiana: manca totalmente una pluralità di autori e compositori operanti nel settore» conclude Luca.