Tina Turner e la Svizzera, fra amore, formaggio e «bürli»

La scomparsa di Tina Turner ha fatto il giro del mondo, generando ricordi, aneddoti, solite classifiche sui brani più incisivi della sua carriera e via discorrendo. Ha fatto il giro del mondo ma è soprattutto in Svizzera che la commozione ha raggiunto vette importanti. E questo perché, banalmente, la regina del rock’n’roll – al secolo Anna Mae Bullock – da diversi anni viveva nel nostro Paese ed era, a tutti gli effetti, una cittadina elvetica.
Il rapporto fra la cantante e la Confederazione è lungo. E trova in Küsnacht, sul lago di Zurigo, il suo cuore pulsante. La presenza della star, in Svizzera, era stata salutata anche a livello artistico. Nel 2010, ad esempio, la televisione svizzerotedesca le aveva consegnato lo Swiss Award nella categoria Show. Una sorta di Oscar alla carriera. Lei, la diva delle dive, per l’occasione si dichiarò fiera di quel riconoscimento. Vinto «da non svizzera».
Ma svizzera, a tutti gli effetti, Tina Turner lo sarebbe diventata poco dopo. Nel 2013, per la precisione. Di più, l’artista rinunciò al contempo alla cittadinanza americana. Perché quella, la Svizzera, era oramai diventata casa sua. Un luogo del cuore e dell’anima. Lo stesso anno, Turner sposò il manager tedesco Erwin Bach, di sedici anni più giovane. Insieme, hanno vissuto questi ultimi anni a Küsnacht appunto. Un Comune che, leggiamo, aveva apprezzato e non poco la presenza gentile della coppia. Un sentimento ricambiato, dato che per i suoi 75 anni Tina Turner regalò a tutto il paese le illuminazioni di Natale.
La svizzeritudine dell’artista era emersa anche da numerose interviste rilasciate alla stampa elvetica. Disse, ad esempio, di votare regolarmente. Ma anche di aver imparato a parlare tedesco. Per tacere della cucina: andava matta per il formaggio e per i «bürli», i tipici panini a forma di pallone. «Qui, in Svizzera, mi sento a casa» ripeteva sempre.
La simpatia e la stima, dicevamo, erano reciproche. Nel dicembre del 2012, ad esempio, Tina Turner aveva ricevuto il titolo di dottore honoris causa dall’Università di Berna per l’unicità della sua opera musicale e artistica. L’ateneo riconobbe anche l’importanza di una carriera sviluppatasi in un settore prevalentemente maschile (e maschilista, aggiungiamo noi). Attraverso la sua arte, le parole dell’Università, Tina Turner «ha indicato in maniera esemplare una via per superare condizioni discriminanti».