Natale arriva presto, sempre più presto: perché?
In Svizzera, ma non solo, Natale comincia presto. Sempre più presto. A livello di grande distribuzione, addirittura, le decorazioni natalizie sono sbucate prima dei gadget legati ad Halloween. Possibile? Evidentemente sì. Tre, in questo senso, gli indizi: il fatto che le cosiddette operazioni commerciali scattino in netto anticipo rispetto ad alcuni anni fa; la presenza di film a tema (anche di Serie B) sui canali generalisti e sulle piattaforme; l’acquisto dell’albero.
Secondo i sociologi, Natale è oramai diventato un progetto di consumo. Un po’ come le vacanze. Detto in altri termini, è un appuntamento che va preparato, vissuto e poi raccontato. Preparato, proprio come le ferie, onde evitare brutte sorprese, con largo anticipo.
L'impatto del Black Friday
Dicevamo delle operazioni commerciali, se così vogliamo definirle. In alcuni settori, come quello dei giocattoli, di per sé non è cambiato nulla. I cataloghi vengono ancora stampati, più o meno, a metà ottobre mentre il grosso delle vendite avviene a dicembre, quindi a ridosso dell’ora X.
Il discorso, tuttavia, cambia se esaminiamo altri settori: l’high tech, gioielli e profumi, l’e-commerce in generale. L’arrivo, in Europa, di una tradizione tipicamente americana come quella del Black Friday, all’inizio del decennio scorso, ha scardinato antiche abitudini. Lo abbiamo visto anche in Ticino: la giornata di promozioni, che segue la Festa del Ringraziamento negli Stati Uniti, di fatto si è estesa su più giorni e permette ai commercianti di raggiungere volumi importanti di vendita. Di più, sempre più il Black Friday corrisponde al Natale, nella misura in cui molte persone sfruttano questa finestra per individuare i regali giusti da mettere poi sotto l’albero. Anche per contrastare l’aumento dei prezzi e il fatto di dover soddisfare, nella ristretta cerchia personale, sempre più persone con un dono.
Una questione storica
Detto del Black Friday, la commercializzazione del Natale, spiegano gli esperti, è un’invenzione dei grandi magazzini e risale alla fine del diciannovesimo secolo. In Francia, già nel 1900 un articolo del Parisien affrontava il tema della dimensione oramai troppo commerciale di questa festa. Con il passare dei secoli, e pensando ancora al Black Friday, il successo di Amazon e degli altri grandi attori del commercio è stato soprattutto quello di creare un evento a monte e di imporre una sorta di calendario dell’Avvento commerciale.
Di nuovo: il Natale, evento globale, ha eclissato le altre festività, abolite nel diciannovesimo secolo sull’altare del produttivismo, come sintetizza Le Monde. Così François Walter, autore di Hiver: histoire d’une saison: «In passato, la stagione delle feste iniziava a novembre con il giorno di San Martino e si protraeva fino ai carnevali di febbraio. Ogni festa era associata a un rituale specifico, mentre con la generalizzazione del Natale, questi sono stati tutti trasferiti su di esso».
La stagione televisiva
Natale, in ogni caso, non sarebbe Natale senza film, filmetti e serie televisive a tema. E anche qui, beh, i grandi network e le piattaforme giocano sempre più d’anticipo, laddove fino a pochi anni fa la programmazione specifica e Natale-centrica debuttava a dicembre, a volte anche a dicembre inoltrato. È sempre meno raro, insomma, accendere il nostro televisore e trovare qualcosa di natalizio già a metà ottobre. Il motivo? Banalmente, reti e piattaforme si sono adattate a una società che, lo dicono i fatti e i numeri, ha allargato il Natale.
In Francia, secondo Le Monde, negli ultimi vent’anni il lancio della cosiddetta stagione natalizia, in televisione, si è spostato di due mesi. Con non pochi benefici in termini di audience. D’altro canto, in un contesto generale caratterizzato da crisi, instabilità politiche e guerre, un semplice telefilm di Natale rappresenta una fuga o, se preferite, una parentesi incantata.
E l'albero?
Infine, l’albero. Al di là delle disquisizioni tecniche ed economiche riassumibili nella domanda, posta dai colleghi di TicinoNews, se sia meglio acquistarlo vero o finto, gli acquisti di questo vero e proprio simbolo del Natale vanno a gonfie vele. Di più, sempre più persone si procurano l’albero in anticipo e non aspettano più dicembre per addobbarlo. Philipp Gut, direttore di IG Suisse Christbaum, l'associazione di categoria dei produttori in Svizzera, al riguardo afferma: «Da qualche tempo osserviamo la tendenza a innalzare gli alberi di Natale sempre più presto». Di conseguenza, c’è già una buona domanda all’inizio di dicembre, se non prima. Questo anticipo non rappresenta un problema: un abete Nordmann può durare diverse settimane in casa, se viene innaffiato regolarmente. Anche qui, insomma, i consumatori giocano d’anticipo. Quasi a voler evocare lo spirito natalizio e, in un certo senso, l’inverno, a maggior ragione di questi tempi con la neve divenuta ahinoi un optional. Ancora Walter: «Stiamo assistendo a una rivalorizzazione delle stagioni a causa del cambiamento climatico». Una sorta di paradosso, conclude Le Monde. Già, una festa sempre più consumistica come il Natale che evoca la nostalgia di una natura bianca e immacolata.