Nel vicolo cieco della vendetta

Marcello Fonte, premiato a Cannes, è il protagonista di "Dogman"
Marcello Fonte al lavoro.
Antonio Mariotti
11.09.2018 06:32

Dopo l'avventura non del tutto riuscita del visionario e magniloquente Lo cunto de li cunti, con Dogman il regista romano Matteo Garrone torna con convinzione a quello che si può chiamare il suo «cinema delle origini», capace di raccontare la realtà in modo duro e scontroso, puntando su storie minime in grado di assumere un tono metaforico e universale. Non si tratta però di una mossa improvvisata, come ha raccontato lo stesso Garrone all'ultimo Festival di Cannes, dove Dogman era in concorso: «Questo film abbiamo iniziato a scriverlo 13 anni fa, con Ugo Chiti e Massimo Gaudisio, ispirandoci a un terribile fatto di cronaca nera che trent'anni fa sconvolse l'opinione pubblica - il caso del "canaro della Magliana" - ma c'era un aspetto di questa storia che mi ha sempre frenato dal portarla sullo schermo: le torture che l'assassino aveva esercitato sulla sua vittima prima e dopo averla uccisa. La svolta vera, quella che ha portato Dogman ad essere un film sulla giustizia e non più sulla vendetta, è stato l'incontro con Marcello (Marcello Fonte che aulla Croisette si è aggiudicato la Palma per il mmiglior attore: ndr.), il protagonista che mi piace avvicinare a una figura come Buster Keaton, che ha aggiunto una dimensione umana al personaggio del canaro, facendoci allontanare dal fatto di cronaca».

Dogman è ambientato in un quartiere fatiscente e desolato in riva a un mare sporco (la location principale è Villaggio Coppola, in provincia di Caserta), un microcosmo dove tutti si conoscono e dove Marcello ha un negozio di coiffeur e di custode per cani. L'uomo, ben inserito e con una figlia di una dozzina d'anni appassionata di immersioni subacquee, subisce le angherie del brutale Simoncino (Edoardo Pesce) che lo costringe a rifornirlo gratuitamente di cocaina e lo coinvolge in una rapina. Subito arrestato, Marcello non tradisce il complice e si fa un anno di galera. Alla sua uscita di prigione, cerca di farsi rispettare, ma l'altro ricomincia ad approfittarsi di lui e - abbandonato da tutti - Marcello non troverà altra soluzione che ucciderlo.