Spettacolo

Pugni, farfalline e «dov’è Bugo?», ecco il Festival delle polemiche

A meno di una settimana dall’inizio della 72° edizione, ripercorriamo gli episodi che hanno fatto scalpore nella lunga vita di Sanremo – Il Festival è stato anche un metro dei cambiamenti sociali che hanno attraversato l’Italia, segnando l’evoluzione nei costumi e la percezione della società di quello che è uno «scandalo»
«Le brutte intenzioni, la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera...». Morgan contro Bugo, che abbandona il palco dell’Ariston. Sanremo 2020. © YouTube/RAI
Irene Solari
27.01.2022 06:00

Manca ormai poco meno di una settimana all’inizio della 72° edizione del Festival di Sanremo. Che debutterà il primo febbraio e ci terrà compagnia per cinque serate. La kermesse è ormai un’istituzione, un pezzo di storia, che inizia nel 1951 e arriva fino oggi. Ma non parliamo solo di musica. Intorno al palco dell’Ariston orbitano tutta una serie di imprescindibili satelliti, fatti per lo più di scandali e diatribe. Tanto che si sente spesso dire: «Non è Sanremo se non c’è una polemica». E visto che «Sanremo è sempre Sanremo», gli argomenti di discussione non sono mai mancati. Diversi di questi oggi suonano come un po’ datati, visto che creavano scandalo sessant’anni fa ed erano attribuibili a una differente sensibilità dell’epoca. C’è stato spazio, purtroppo, anche per il dramma: la morte di Luigi Tenco, nel 1967, in una stanza dell’Hotel Savoy.

Storie che fanno la storia
In 72 edizioni sanremesi di canzoni e di emozioni su quel palco ne sono passate tante, e tanti sono gli artisti che ricordiamo, al di là di quelle che potrebbero essere le personali lacune generazionali. I vincitori, con le canzoni che li hanno portati al trionfo, ma anche gli «eterni sconfitti» o i «clamorosi secondi». E relative polemiche. Certo, perché Sanremo con le sue storie ha segnato la storia del costume sociale italiano. Perché, allo stesso tempo, è specchio della società ed evoluzione della stessa. Sanremo è sinonimo di tradizionalismo e di sconcerto. Tranquillità e scandalo. Sicurezza e scalpore.

Ma cosa è accaduto in tutte queste edizioni? Immancabili e, ormai, «un classico» le cadute dalle famigerate scale o le accuse di plagio, puntualissime a ogni edizione. Ma anche polemiche delle più svariate nature. Tentativi di suicidio sventati, finti svenimenti, pancioni esibiti (artificiale quello di Loredana Bertè, vero quello di Romina Power), tatuaggi inguinali mostrati tra le sfumature di un voluttuoso abito, spartiti che volano, artisti che abbandonano la scena. Squalifiche. Risse. Insomma, di tutto. Perché in fondo quello dell’Ariston è pur sempre un palco. Ed è un palco che, appunto, riflette anche l’evoluzione culturale della società.

Ripercorriamo quindi insieme la storia di questi scandali sanremesi, vedendo come la percezione della morale e il cambiamento dei costumi sociali si muovano con loro nel tempo.

I pugni
Era l’edizione del 1958 e Domenico Modugno prese a pugni Johnny Dorelli. La ragione? Convincerlo a salire sul palco per l’esibizione. Nonostante i modi parecchio discutibili usati dai due colleghi, la loro partecipazione andò parecchio bene: vinsero l’edizione del festival con Nel blu dipinto di blu, una canzone divenuta storia della musica italiana.

Scusate le spalle
Nel 1961 sul palcoscenico si esibì un Adriano Celentano appena 23.enne con 24 mila baci, voltando completamente la schiena al pubblico. Fu uno scandalo per l’epoca. Già il genere rock’n’roll per l’Italia di quegli anni era qualcosa di decisamente «sopra le righe» ma, oltre a questo, il fatto di cantare girato di schiena alla platea fece particolarmente clamore. Un gesto che fu visto come una mancanza di rispetto nei confronti del pubblico, piuttosto che – come doveva realmente essere – un voler rompere le regole e le convenzioni.

Mascara e playback
Un uomo che si presenta sul palco con gli occhi truccati. Una provocazione che, nel lontano 1964, fece scandalo. Bobby Solo scelse iconicamente questo look per cantare Una lacrima sul viso. Erano altri tempi rispetto a quelli di oggi, basti pensare alle ultime edizioni, tra Achille Lauro e i Måneskin. Dove tacchi, trucco full face, smalto e abiti eclettici la fanno da padroni. Ma non fu unicamente il mascara a far parlare di Bobby Solo in quella edizione. Il cantante, infatti, decise di esibirsi in playback, lamentando una (finta) laringite. Altro scandalo servito. Ma tutto questo parlare alla fine gli valse un grandissimo risultato di pubblico: arrivò a vendere un milione e 700 mila copie del suo disco.

Lo svenimento strategico
Al timone del Festival nel 1966 c’era l’indimenticato Mike Bongiorno, affiancato nella conduzione da Paola Penni e Carla Puccini. Quest’ultima finse di svenire in diretta, lasciandosi cadere sul palco. Venne sorretta dai presenti e portata fuori in braccio. Si dice che lo svenimento fosse tutto un trucchetto per attirare su di sé l’attenzione e tentare un colpo promozionale per la carriera. E, infatti, la stampa all’epoca riportò il fatto: «Nefasto è stato per la pallida Carla Puccini, denutrita da tre giorni di quasi digiuno (...), il titolo dell’ultima canzone in gara ieri sera Paff...bum. Al bum Carla è crollata in terra». Mike, tuttavia, era parso piuttosto scettico di fronte al coup de théâtre della Puccini, forse già intuendo si trattasse di un finto svenimento, e aveva proseguito la condizione come se niente fosse.

Il pancione finto
Loredana Bertè è sempre stata un’artista all’avanguardia su tutto. Anzi, per moltissimi versi, avanti anni luce rispetto agli altri. E così, nel 1986, arrivò a esibirsi all’Ariston con la canzone Re mettendo in mostra un pancione (finto) fasciato in un mini abito in pelle nera di Versace dal look rock e audace. Apriti cielo. Uno scandalo nell’Italia ancora dominata da una forte morale cattolica. La Bertè non si scompose e dichiarò: «Voglio mostrare tutte le sfaccettature della donna: da femme fatale a mamma». Da segnalare che, l’anno successivo, sarà Romina Power a presentarsi con il pancione (questa volta verissimo) sul palco e a scatenare le polemiche.

Loredana Berté che si esibisce con il finto pancione. © Wikipedia
Loredana Berté che si esibisce con il finto pancione. © Wikipedia

La spallina impertinente
Solo un anno più tardi, nell’edizione del 1987, fu Patsy Kensit, voce del gruppo Eighth Wonder a sconvolgere il pubblico su quello stesso palco. Durante la sua esibizione, una spallina del vestito scivolò, lasciandole un seno scoperto. Patsy non si scompose, e da artista professionista quale era, continuò a cantare. Naturalmente l’episodio fece molto parlare e segnò, come prevedibile, un’impennata dell’audience dei telespettatori.

La minaccia di suicidio
Ovvero, quando il conduttore Pippo Baudo fu chiamato a sventare un tentativo di suicidio durante la diretta del Festival. Era il 1995 e un uomo in bilico sulle infrastrutture che reggevano le luci nella sala dell’Ariston interruppe lo spettacolo minacciando di lanciarsi nella galleria del teatro. Il fatto richiese l’intervento in diretta di Pippo Baudo, che salì nelle balconate e parlò con l’aspirante suicida, Pino Pagano, convincendolo a desistere. Le voci che questa fosse tutta una messinscena non tardarono ad arrivare. Smentite subito dalla Rai e da Baudo, vennero però supportate dallo stesso Pagano qualche anno dopo. Scenetta o vera minaccia di suicidio che fosse, quella del 1995 fu di fatto l’edizione di Sanremo più vista della storia.

Il salvataggio. © RAI
Il salvataggio. © RAI

Un gesto «Molko» forte
Nel 2001 i Placebo erano sulla cresta dell’onda. Logica, ancorché artisticamente fuori luogo, un’ospitata sul palco più importante d’Italia. Il leader del gruppo, Brian Molko, al termine del brano Special K prese la chitarra e, preso da follia iconoclasta, la sfasciò contro una cassa. Il suo gesto fu aspramente criticato dal pubblico. Fischi e insulti accompagnati dall’invito ad andarsene. Molko, con fare strafottente, restò alcuni secondi a godersi la scena e poi salutò il Festival. Poco dopo, Raffaella Carrà prese la parola e si scusò con gli spettatori.

Spartiti al vento
È stata una protesta decisamente inattesa e spiazzante quella nel 2010 degli orchestrali nei confronti della canzone Italia amore mio, eseguita dal trio composto dal principe Emanuele Filiberto di Savoia, Pupo e dal tenore Luca Canonici. La canzone si posiziona al secondo posto e i musicisti dell’orchestra reagiscono male. I fogli degli spartiti strappati ai leggii volano in aria e vengono lanciati verso il palco. Un segno di protesta e sdegno per il successo – a loro modo di vedere spropositato – ottenuto dal brano.

La farfallina
Episodio inciso nella memoria collettiva, quello della ormai famosissima discesa dalla scalinata di Belén Rodriguez. La bellissima showgirl argentina ritornava sul palco dopo uno dei consueti cambi d’abito che arricchiscono le serate sanremesi. Ma di consueto in quell’abito da sera c’era ben poco. Tanto che, anche a distanza di dieci anni – era il 2012 – lo ricordiamo ancora tutti. Un bustino azzurro chiaro e una lunga gonna, fatta di sovrapposizioni di tulle rosa e sfumature di blu, aperta da uno spacco profondissimo ad altezza inguinale che ha presentato a tutti gli spettatori l’intimo tatuaggio del lepidottero. Un’immagine divenuta in brevissimo tempo virale ovunque.

La celebre «farfallina» mostrata da Belén Rodriguez.   /   © YouTube
La celebre «farfallina» mostrata da Belén Rodriguez. / © YouTube

«Che succede? Dov’è Bugo?»
Veniamo al presente, o quasi. Questa è una frase – con relativa immagine – divenuta un’icona dell’edizione del 2020. Un exploit di Morgan costato niente meno che la squalifica immediata a sé stesso e al collega Bugo che gareggiavano con la canzone Sincero, neanche a farlo apposta. La tensione tra i due era già alta e diversi litigi li avevano visti come protagonisti nel dietro le quinte. Ma quella sera gli animi sembravano essersi calmati, almeno per l’esibizione sul palco. E invece Morgan decide di cambiare il testo della canzone rendendolo un attacco esplicito verso il collega, il quale abbandona la scena dopo aver ascoltato due strofe. «Dov’è Bugo?» si chiede Morgan, come se si fosse appena accorto della sua assenza. Troppo tardi. Per i due c’è la squalifica diretta.

Fiori per tutti nel 2021
Non si tratta di uno scandalo, fortunatamente, perché l’idea che anche gli uomini possano gradire un mazzo di fiori in dono non crea nessun problema. Tradizionalmente regalati alle concorrenti e alle ospiti donne, i famosi fiori di Sanremo sono stati al centro di un bell’episodio durante la scorsa edizione. In principio è stata Francesca Michielin, in gara con Fedez, a cedere al compagno l’omaggio floreale. Ma la stessa idea era venuta anche Victoria, bassista dei Måneskin, e a Veronica Lucchesi, dei Rappresentante di Lista, nei confronti dei loro rispettivi colleghi. Alla fine, nel corso dell’ultima serata, i fiori sono arrivati per tutti, donne e uomini, senza distinzioni.

L’omaggio floreale declinato al maschile. Francesca Michielin e Fedez. © YouTube
L’omaggio floreale declinato al maschile. Francesca Michielin e Fedez. © YouTube

E quest’anno come sarà?
Manca poco ormai, qualche giorno ci separa dal via dell’edizione numero 72 del Festival. Che ha in parte già fatto parlare di sé. Prima con la quasi eliminazione di Gianni Morandi che ha erroneamente pubblicato sui suoi social uno stralcio della canzone in gara (cosa vietatissima dal regolamento della Kermesse). Poi l’annuncio del ritorno dei Måneskin, trionfatori dello scorso anno con il brano Zitti e Buoni, che da quel giorno non si sono più fermati, collezionando un successo mondiale dietro l’altro. Amadeus, alla guida del suo terzo Festival, ha annunciato le co-conduttrici che lo affiancheranno negli impegnativi cinque giorni di inizio febbraio. Tra questi nomi è spiccato uno su tutti, un nome che segna un nuovo passo in avanti. E che ha già fatto discutere.

L’icona gender inclusive: Drusilla Foer
Sarà Drusilla Foer la prima co-conduttrice «donna interpretata da un uomo», icona del gender inclusive, ad affiancare Amadeus nella terza serata della kermesse. Oggi conosciuta come star di TV e web dallo stile raffinatissimo, Foer (all’anagrafe Gianluca Gori) è un’artista poliedrica e affermata. Cresciuta a Cuba, ha girato il mondo, prima di stabilirsi in Italia. «Ho lavorato nel cinema, in televisione, in radio, ma attualmente canto e racconto storie in teatro» ha dichiarato. Foer ha anche recitato nel film di Ferzan Ozpetek Magnifica presenza, ha scritto un libro dal titolo Tu non conosci la vergogna ed è stata la voce narrante dell’opera L’histoire du soldat di Stravinskij. Lei, che ironicamente ama definirsi «anziana soubrette», sarà la prima donna interpretata da un uomo a condurre una serata del Festival. Fatto che non ha mancato di sollevare molte discussioni, alcune anche all’interno della politica.

Forse si rivelerà utile guardare a queste nuove polemiche con occhi altrettanto nuovi e nella prospettiva di quanto già accaduto in passato. Sempre sullo stesso palco.

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