Quando Hermann Hesse scoprì Montagnola
Ai più attenti appassionati certe coincidenze non saranno sfuggite: giusto un secolo fa nel 1919 Hermann Hesse pubblicava, dapprima con lo pseudonimo di Emil Sinclair, il suo romanzo Demian, l’estate di Klingsor è proprio quella del 1919 ma soprattutto fu nel maggio di quel 1919 che Hesse scoprì Montagnola. Certo quando il futuro premio Nobel si trasferì in affitto in un appartamento di quattro locali in Casa Camuzzi non sapeva ancora che quel luogo sarebbe diventato, fino alla sua morte sopraggiunta nel 1962, la sua patria. Ma è chiaro che l’aspetto del profondo legame tra Hermann Hesse e la Collina d’Oro tra la grande letteratura e il nostro territorio, come ha sottolineato ieri la direttrice Regina Bucher sarà giocoforza il fil rouge dell’imminente stagione del museo di Montagnola. Un rapporto consolidato anche, come ha ribadito la sindaca Sabrina Romelli, dal generoso sostegno finanziario per i prossimi tre anni accordato di recente all’unanimità dal Consiglio comunale su proposta del Municipio «a tutela del prestigio che il Museo Hermann Hesse conferisce al territorio». Museo che comunque lo scorso anno ha visto un incremento del numero di visitatori (sono arrivati a 11.200) del 5% e che, guardando con ottimismo al futuro, celebrerà il prossimo 19 maggio con una festa aperta a tutta la popolazione il centenario dello storico arrivo di Hesse sulla meravigliosa collina. La stagione del museo ruoterà intorno a due mostre principali: quella imminente dedicata alla prematuramente scomparsa fotografa Giosanna Crivelli (vedi box sotto) e quella che prenderà il via in giugno dedicata al rapporto di lunga data tra Hermann Hesse e Theodor Heuss, che spazia dai primi contatti professionali, avviati quando entrambi erano due giovani cultori della letteratura, agli ultimi anni della loro carriera, che videro il primo insignito del Premio Nobel e l’altro eletto per due mandati alla carica di Presidente della Repubblica Federale Tedesca passare le vacanze estive insieme all’Hotel Waldhaus di Sils Maria. La mostra, realizzata in stretta collaborazione con il nipote Prof. Dr. Ludwig Heuss e sotto il Patronato dell’Ambasciatore Tedesco a Berna, Norbert Riedel, presenterà lettere, fotografie, documenti, oggetti personali e disegni e sarà accompagnata dalla pubblicazione di un libro in tedesco e italiano per le prestigiose edizioni Schwabe Verlag di Basilea. Detto che per i dettagli e tutti gli altri appuntamenti dell’anno (dai classici aperitivi con lo scrittore curati per la prima vola dalla giornalista e autrice Sonja Riva, ai concerti, alle conferenze, quest’anno riflettori sulla seconda moglie di Hesse, Ruth Wenger, e alle letture pubbliche) si rimanda al sito hessemontagnola.ch, ricordiamo che Stefania Mariani sarà ospite a Montagnola il 17 gennaio con un’istallazione teatrale per la poesia, mentre la lettura di inizio anno si terrà il 26 gennaio presso la Biblioteca cantonale di Bellinzona che, non solo offrirà ai partecipanti una visita guidata, ma in autunno ospiterà anche la mostra di Giosanna Crivelli.
Giosanna Crivelli e gli orizzonti amati dal poeta
C’era un velo di commozione nella voce dell’avvocato Paolo Bernasconi, ammiratore di Giosanna Crivelli, che curò nel 2013 il bellissimo volume «Il Monte Generoso. Poesie» con i versi di suo padre Pino Bernasconi e le fotografie della compianta fotografa di Montagnola, mentre ricordava l’impegno portato avanti insieme nel progetto «Da Muggio a Maggia» per il territorio martoriato del nostro Paese. E il Museo Hesse proprio il 25 gennaio nel giorno in cui avrebbe festeggiato il suo 70. compleanno inaugurerà la mostra (nata nel 2007) «Quel paesaggio così calmo e così eterno» con le fotografie di Giosanna Crivelli e le citazioni di Hesse che la ispirarono. Giosanna Crivelli era cresciuta a Montagnola nelle immediate vicinanze del poeta. I due si incontravano di tanto in tanto, ma ciò che li accomunava è il legame al paesaggio ticinese, come ha descritto la stessa Giosanna Crivelli: «Ognuno di noi ha un orizzonte quotidiano e, nella memoria, il paesaggio della propria infanzia. Il mio orizzonte coincide con quello vissuto da Hermann Hesse nel periodo della sua maturità artistica».