Quel test con i bambini delle elementari di Melide dice il vero?
La Nota
Una maestra delle scuole elementari di Zurigo ha chiesto ai suoi scolari se preferissero essere belli, buoni o ricchi. Tre votarono per la bellezza, sei per la bontà e trentuno per la ricchezza. Il dottor Saager, che tratta la questione sulla «National Zeitung», ha suggerito a due maestre di Melide di ripetere l’inchiesta sui loro allievi. Il senso dei tre ideali sarebbe stato così esposto agli allievi: Bellezza: essere belli, godere il bello nella natura e nell’arte; Bontà: essere bravi e buoni in modo da essere amati e stimati da tutti (Io avrei messo per obbiettivo la intima soddisfazione che la coscienza ha del ben operare, poichè ci sono anche canaglie che sono amate e stimate); Ricchezza: potersi comperare tutto quello che si desidera.
Sui diciannove bambini dai 6 ai 7 anni, sette decisero per la ricchezza e 12 per la bontà. Su 27 bambini dagli 11 ai 15 anni, uno non volle pronunciarsi (questo farà carriera nella vita), due votarono per la ricchezza e ventiquattro per la bontà. Per la bellezza nessuno. Qualche ragazzina l’avrà magari votata con tutto il cuore, ma non ha osato confessarlo alla maestra. Sarebbe interessante sapere quali sono stati i più sinceri: se quelli che hanno votato per la ricchezza o quelli che si sono pronunciati per la bontà.
Premesso che con i criteri pedagogici, che da secoli fanno legge nella scuola, lo scolaro è raramente sincero nella espressione grafica delle sue sensazioni e dei suoi sentimenti, premesso anche che i ragazzi a dodici anni sanno già come nella vita la ricchezza ad omnia utilis est, brutta realtà ma realtà, io sostengo che i più sinceri sono stati i due che si sono pronunciati per la ricchezza; degli altri ventiquattro che hanno votato per la bontà io farei questa distinzione: quattro hanno votato per la bontà e venti hanno votato per un buon punto nell’esperimento.
Gavroche
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