L'intervista

Quella nostalgia di casa nei francobolli che omaggiano la Quinta Svizzera

A tu per tu con Sandra Liscio, trentaquattrenne ticinese che lavora a Londra come design director di un'agenzia e che ha firmato la serie di francobolli
Stefania Briccola
17.08.2024 19:02

C’è tanta nostalgia di casa, nel caquelon della fondue e nel cuore di Elvezia, al centro dei francobolli che rendono omaggio alla Quinta Svizzera. Li ha disegnati Sandra Liscio, trentaquattrenne ticinese, che lavora a Londra come design director in un’agenzia. I francobolli termo-reattivi e coloratissimi sono stati rilasciati dalla Posta e dalla fondazione Pro Patria. L’iniziativa è decollata in occasione del 100° congresso dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) che si è svolto a Lucerna dall’11 al 13 luglio. Questi giovani intraprendenti, che si distinguono nel mondo, sono pronti a tornare nel loro Paese con una valigia piena di sogni realizzati. I rossocrociati all’estero sono molto competitivi e rivelano un forte legame con la madrepatria, di cui hanno nostalgia. Ne abbiamo parlato con Sandra Liscio che ha raccontato al Corriere del Ticino la genesi della serie di francobolli in omaggio alla Quinta Svizzera. Un vero e proprio condensato di identità elvetica declinato in pochi centimetri. Il primo francobollo rappresenta un caquelon da fondue che, al tatto, lascia il posto alla bandiera nazionale. Il secondo, invece, raffigura una moderna Elvezia, con i simboli delle città del mondo alle spalle, una corona di stelle alpine in testa e un cuore nero che, per effetto del calore, diventa una croce bianca su fondo rosso. Potete trovare questi francobolli, da 1.00 CHF e da 1.20 CHF, nei punti vendita ufficiali della Posta Svizzera: la sovrattassa va a favore di Pro Patria. La fondazione sostiene progetti che danno alla popolazione un valido contributo alla diversità culturale del Paese.

Sandra Liscio, che cosa fa di bello a Londra?
«Sono design director in un’agenzia in cui lavoriamo al lancio dei film. Creiamo eventi per coinvolgere il pubblico. Insieme al mio team cerchiamo di fare accadere l’impossibile quando ci arrivano idee fantastiche che dobbiamo realizzare in modo spettacolare. Di recente ci siamo occupati di Cattivissimo me 4 e abbiamo fatto il lancio di Twisters per Warner Bros».

Come è arrivata dal Ticino a Londra?
«Sono arrivata a Londra circa dieci anni fa con il programma Erasmus plus dopo una laurea in comunicazione visiva conseguita alla SUPSI. Volevo fare un po’ di esperienza nell’ambito della pubblicità ad alti livelli».

Che cosa ha provato nel disegnare il francobollo dedicato alla Quinta Svizzera?  
«È stato un grande onore partecipare a questo concorso e sono fiera di essere stata selezionata per disegnare il francobollo per Pro Patria sulla Quinta Svizzera. È un tema che sento molto e che mi riguarda. Il giorno in cui mi hanno detto di essere stata selezionata era giusto una settimana prima che mi sposassi e quando ho ricevuto il messaggio ho fatto un salto di gioia».  

Quali sono state le fasi creative per la realizzazione del francobollo?
«Sono stata convocata dalla Posta con altri designer a primavera dell’anno scorso. Innanzitutto ci hanno mostrato i disegni e gli scritti dei giovani svizzeri all’estero sul nostro Paese realizzati durante i campi estivi dell’OSE. Sono usciti molti stereotipi, ma anche quella dolce nostalgia che ti prende nel pensare a casa. C’è una cosa che lega tutti gli svizzeri all’estero ed è la felicità al ricordo della nostra patria che ha un posto speciale nel cuore».

Come ha rappresentato la Quinta Svizzera nel francobollo da 1.20 CHF?     
«Nel francobollo da 1.20 CHF la Svizzera moderna è rappresentata simbolicamente da Elvezia che viaggia per il mondo, ma nel cuore porta sempre il suo Paese. Volevo che la gente fosse coinvolta in una mini-esperienza per ricordare che cosa è la Svizzera per gli svizzeri all’estero. Per questo ho ideato un francobollo termo-reattivo che al tatto rivela sotto il cuore nero di Elvezia la bandiera rossocrociata. È stato emozionante vedere come Pro Patria e la Posta abbiano accettato la mia pazza idea».

Ho voluto dire che dovunque siamo, attingiamo forza dalla nostra patria e che nei momenti di sconforto ci piace sentirci connessi

Che cosa raffigura invece il francobollo celebrativo della Quinta Svizzera da 1 franco?
«Ho voluto dire che dovunque siamo, attingiamo forza dalla nostra patria e che nei momenti di sconforto ci piace sentirci connessi. Ho rappresentato simbolicamente gli abitanti dei quattro cantoni che stanno mangiando una fondue in Svizzera e la mano dei rossocrociati all’estero che prendono questa specialità tipica. Questo per sottolineare il senso di appartenenza della Quinta Svizzera. Il fornellino della fondue, con il calore delle dita, rivela la bandiera svizzera».

In quali versioni si trovano i francobolli?
«I francobolli si possono prendere in fogli singoli oppure in libricini, ciascuno dei quali ha quattro francobolli di posta B, sei francobolli di posta A e una illustrazione di cosa uno svizzero porta con sé quando si trasferisce all’estero. Ci sono gli scatoloni e fra le altre cose un boccalino ticinese, ovviamente, oltre a un quadro delle Alpi svizzere. Quest’ultimo è un cammeo perché è una delle illustrazioni che ho fatto per Glacier Initiative durante il lockdown: c’è tutto il mio impegno per il cambiamento climatico e il ritiro dei ghiacciai».

Quali sono le doti tipicamente svizzere che vengono più apprezzate nel mondo?
«Nell’agenzia in cui lavoro sono l’unica non inglese del nostro team. I miei colleghi mi dicono sempre: “sei proprio svizzera”. Forse perché nell’ambito professionale, ma anche a livello personale, considero l’organizzazione alla base di tutto. In quanto svizzeri, siamo abituati ad avere ordine, puntualità, rigore ed etica nel lavoro, senso della gerarchia e buona educazione. Ci sono molte cose positive che portiamo nella nostra valigetta quando andiamo all’estero che non sono solo la fondue e il cioccolato, ma anche qualità comuni».  

Cosa le manca di Lugano?
«Mi mancano l’alternarsi delle stagioni, le montagne, il lago e la natura che lo circonda. Infatti, appena posso, torno in Svizzera per sciare e per fare qualche camminata. Quando ho saputo dei disastri del maltempo in Ticino e in Mesolcina ho fatto una donazione. Mi si stringe il cuore nel vedere le immagini di questa devastazione».

Quali sono i suoi luoghi del cuore in Ticino?
«Sono di Pazzallo, che è sempre nel mio cuore così come il lungolago di Lugano, da Paradiso al parco Ciani, dove ho camminato quotidianamente non so per quanti anni. Ci sono luoghi, in cui sono cresciuta, che mi suscitano una profonda nostalgia, come il monte san Salvatore. Ogni volta che ci torno, dico: ma come è bella la mia Lugano».  

Gli svizzeri all’estero formano una bella comunità. A Londra c’è anche l’Unione ticinese che ho scoperto qualche anno fa

Lei è una londinese d’adozione da circa dieci anni. Come sono i giovani della Quinta Svizzera?
«Gli svizzeri all’estero formano una bella comunità. A Londra c’è anche l’Unione ticinese che ho scoperto qualche anno fa. Siamo una comunità molto affiatata per la maggior parte formata da creativi, musicisti e designer. Lo svizzero che si è trasferito all’estero, specialmente a Londra, è molto intraprendente, vuole uscire dalla comfort zone e mettersi in gioco. Siamo accomunati dal cercare di inseguire un sogno e una carriera che è molto difficile raggiungere nel nostro Paese perché si tratta di professioni di nicchia. Abbiamo voglia di tornare a casa, un giorno, con una valigia piena di successi e di orgoglio».

Da ticinese, cosa porta dentro di sé dalla Sonnenstube?
«I miei colleghi mi hanno definita “una bomba di energia”. Sono una persona solare e positiva nei confronti della vita. Londra è una città che ti mette alla prova ogni giorno, a livello di stress e di mole di lavoro da svolgere. Qui la vita scorre molto veloce e la gente è grigia a volte. Ho scelto di lavorare come designer nel settore dell’intrattenimento perché mi piace portare un po’ di gioia agli altri».