Sanremo: finalmente tocca agli Stadio

SANREMO - Sabato sera è andata in scena la finale del secondo festival di Sanremo targato Carlo Conti che è riuscito nell'impresa non facile di portare a casa una seconda volta di grande successo, schivando polemiche, la concorrenza di Juve-Napoli e lasciando che i nastri arcobaleno, per fortuna, diventassero uno dei simboli di questo festival.
E con grande eleganza, ha trovato il modo di salutare Pippo Baudo, "inventore del Festival così come lo facciamo oggi". Naturalmente la notizia è chi vince il festival che è cominciato con l'esibizione di Francesco Gabbani, il vincitore del Girone Giovani e il ripescaggio di Irene Fornaciari, scampata all'esclusione.
Ebbene dopo quattro ore di spettacolo, molti ospiti e qualche gaffe, ad alzare il trofeo della 66. edizione del Festival di Sanremo sono gli Stadio, un gruppo formatosi nel 1977 e tra i pilastri della canzone d'autore italiana. Gli Stadio si sono aggiudicati pure il premio per la musica intitolato a Giancarlo Bigazzi. Gli attuali componenti sono Giovanni Pezzoli (batteria), Roberto Drovandi (basso), Andrea Fornili (chitarra), Gaetano Curreri (voce e tastiere).
Oltre agli Stadio, il trionfatore della serata tra gli ospiti è stato Renato Zero, davvero un mattatore, irresistibile con il suo linguaggio pieno di locuzioni che solo Panariello riesce a capire. Un medley in chiave orchestrale, "Favola Mia", "Più su", "Amico", "Nel giardino che nessuno sa", "Cercami", "Il cielo", "I migliori anni", poi "Il triangolo" e "Mi vendo" prima del nuovo brano "Gli anni miei raccontano". Per la prima volta, dopo quattro serate di travolgenti performance, Virginia Raffaele è stata se stessa, una sfida per chi è abituato a interpretare un personaggio. Ed è arrivata la prima papera leggendo il gobbo. La parte comica è stata affidata a Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni, gli amici di sempre di Conti: arrivati dalla platea come ospiti a sorpresa, i tre vecchi amici hanno scherzato sulla moda della reunion. Prima una raffica di battute sul super lavoro di Conti in tv: "con te non si può parlare, stai sempre in tv. La tu moglie quando vuole fa l'amore si rivolge a Chi l'ha visto". A proposito delle reunion: "ma avete visto i Pooh? Sono come Dorian Gray: loro restano giovani e invecchia solo Riccardo Fogli". Dopo aver mostrato il manifesto dello spettacolo che i tre facevano nel 1994, hanno proposto una serie di poster dello spettacolo nel caso in cui Conti non potesse partecipare alla reunion: tra questi uno con Matteo Renzi. "È di Firenze come te, vuole fare tutto lui come te e non sa una parola d'inglese come te". "Ma l'avete interpellato?". "Ma perché lui c'ha interpellato quando ha deciso di fare il Presidente del Consiglio?". Tra le alternative il poster con Chewbecca, "è alto come Garko, ed è amato come Garko". "Ma non si capisce quando parla" ha detto Conti mentre i suoi due amici ridevano, poi l'impiegato del comune di Sanremo fotografato mentre timbrava il cartellino in mutande. Il tutto per annunciare la serata che i tre terranno all'Arena di Verona il 5 settembre. Nel suo ruolo di super etoile, è arrivato Roberto Bolle in chiave rock e pop: prima ha ballato un assolo di "We Will Rock You" dei Queen, poi ha ballato "La notte vola" con Virginia Raffaele. Cristina D'Avena invece all'Ariston è stata spinta da una petizione rimbalzata tra radio e i Social. Tutto il cast fisso sul palco a chiedere le sue canzoni e le sigle: prima "Il valzer del Moscerino", che lei ha cantato allo Zecchino d'Oro, poi "Kiss Me Licia", "La canzone dei Puffi", "Occhi di gatto". In chiusura "La pioggia" di Gigliola Cinquetti, la canzone preferita da Cristina D'Avena, che è un fenomeno pop trasversale che ha contagiato anche il pubblico più insospettabile. Ancora una volta Elio e le Storie Tese hanno trovato il modo di rimanere nella storia del festival: stasera sono arrivati in scena travestiti da Kiss, ultima trasformazione di una lunga serie che li ha visti arrivare all'Ariston con i costumi da Rockets, da musicisti mozartiani, persino da nani. Come da tradizione, la serata finale è una maratona: prima della proclamazione del vincitore cantano tutti i Campioni, poi ne rimangono tre che si riesibiscono giocandosi i tre posti del podio.
Ogni esibizione era preceduta da un video messaggio: il colpaccio l'ha fatto Francesca Michielin, che ha avuto come endorser Fiorello che cantò, in gara all'Ariston, "Finalmente tu" proprio il 25 febbraio 1995, il giorno in cui è nata Francesca. "In sala parto c'era Beppe Vessicchio. Ti auguro di arrivare quinto come è successo a me perché arrivare quinto porta fortuna. Poi se ti capita di vincere tenteremo un'altra volta di arrivare quinti". Nel corso della maratona, Gabriel Garko, che ha fatto un passaggio in scena con una farfalla sulla giacca per ricordare il passaggio ieri di Virginia Raffaele-Belen, affronta la lettura di una poesia di Giuseppe Catalano, un detenuto del carcere di Opera.
Classifica finale
1. Stadio con "Un giorno mi dirai"
2. Francesca Michielin "Nessun grado di separazione"
3. Deborah Iurato e Giovanni Caccamo con "Via di qui"
4. Enrico Ruggeri con "Il primo amore non si scorda mai"
5. Lorenzo Fragola con "Infinite volte"
6. Patty Pravo con "Cieli immensi"
7. Clementino con "Quando sono lontano"
8. Noemi con "La borsa di una donna"
9. Rocco Hunt con "Wake up"
10. Arisa con "Guardando il cielo"
11. Annalisa con "Il diluvio universale"
12. Elio e le storie tese con "Vincere l'odio"
13. Valerio Scanu con "Finalmente piove"
14. Alessio Bernabei con "Noi siamo infinito"
15. Dolcenera con "Ora o mani più"
16. Irene Fornaciari con "Blu"