Il caso

Il turismo del futuro è a spasso nello spazio

È riuscita la passeggiata nello spazio della missione Polaris Dawn, la prima organizzata da un soggetto privato e realizzata da parte di astronauti non professionisti che sono a bordo della capsula Dragon di Space X
© KEYSTONE (SpaceX via AP)
Matteo Generali
12.09.2024 17:00

Potranno dire di essere stati i primi a passeggiare nello spazio. Jared Isaacman e Sarah Gillis, accompagnati dal supporto di Scott Poteet e Anna Menon, sono usciti dalla navicella che li ha portati nello spazio. Per la verità, i quattro sono tutto fuorché turisti: ingegneri ed esperti del settore ma che sulla carta rimangono, e rimarranno per sempre, i primi non-professionisti ad aver passeggiato nello spazio.

Il primo volo nel 2021

Dopo i preparativi e i controlli necessari, iniziati alle 12.12 ora svizzera, la procedura si è svolta senza intoppi. Il primo ad uscire, con gli applausi che arrivavano dalla Terra da parte del team di Space X, è stato il miliardario e sovvenzionatore della missione Isaacman, che nel 2021 annunciava di aver acquistato un volo spaziale SpaceX di tre giorni a bordo del veicolo Crew Dragon Resilience, durante il quale ha assunto il ruolo di comandante. Il volo, il primo composto da un equipaggio di soli membri civili, è avvenuto nel settembre 2021, insieme ai turisti spaziali Sian Proctor, Hayley Arceneaux e Christopher Sembroski.

Tornando a oggi, la passeggiata nello spazio è durata circa 15 minuti, poi sono rientrati senza problemi. Tutti gli astronauti hanno indossato delle particolari tute per attività extraveicolari di nuova progettazione di SpaceX, come ha spiegato la stessa agenzia spaziale su X. Al momento, la navicella Crew Dragon di SpaceX si trova a circa 700 chilometri dalla Terra, 300 chilometri più in alto della Stazione Spaziale Internazionale.

Sono partiti il 10 settembre

Il viaggio dei quattro turisti spaziali, iniziato il 10 settembre dal Kennedy Space Center della NASA, in Florida, ha l'obiettivo di sviluppare tute spaziali che vestano e funzionino più come normali vestiti, rispetto alle tute bianche altamente restrittive e gonfie del passato. È un obiettivo chiave per SpaceX. E si è lavorato sulla mobilità - con nuovi tessuti per la gestione termica - e sul monitoraggio dei parametri attraverso un display integrato nel casco munito anche di telecamera.

«A casa abbiamo tutti molto lavoro da fare, ma da qui sembra un mondo perfetto», ha detto Isaacman una volta affacciatosi, come riporta la CNN.

Che cosa si studierà

Il viaggio della crew durerà circa cinque giorni. A livello di test verranno usati gli ultrasuoni per monitorare e rilevare possibili emboli gassosi venosi, creati dalla malattia da decompressione. Verranno poi raccolti dati sull'ambiente radioattivo per capire quali effetti può avere sul corpo umano. E si studierà anche la sindrome neuro-oculare - che compromette la vista -, un grosso rischio per i voli spaziali, conseguenza dell'assenza di gravità sulla circolazione sanguigna.