La ricerca

L'aria inquinata è molto più dannosa per la salute di quanto si pensasse

Uno studio di alcuni ricercatori della Johns Hopkins University ha analizzato l'effetto congiunto di diverse sostanze chimiche sull'organismo umano – Finora l'impatto dei vari inquinanti sulle persone era valutato singolarmente
© Fotopress/WWF/Michel Gunther
Red. Online
01.04.2025 09:01

Che respirare aria inquinata non faccia bene alla salute è un dato di fatto e non stiamo di certo scoprendo l'acqua calda. La considerazione, in effetti, è degna di monsieur de La Palice. Ora, però, un recente studio pubblicato su Environmental Health Perspectives da alcuni ricercatori della Johns Hopkins University di cui il Washington Post dà notizia dimostrerebbe come gli effetti nocivi sugli esseri umani siano più gravi di quanto finora accertato.

Ma come è possibile? Secondo gli autori dello studio, il problema sta tutto nel modo in cui finora si è valutato l'impatto degli inquinanti dell'aria: singolarmente. Ovvero, si è calcolato l'effetto sull'organismo di ogni singolo agente inquinante come se agisse da solo sul corpo umano. Nella realtà, però, gli inquinanti presenti nell'aria sono molteplici e agiscono in contemporanea sulle persone a essi esposte. Ecco allora che gli scienziati della Johns Hopkins University hanno messo a punto un metodo che permette di considerare i rischi combinati delle varie sostanze sull'organismo. «Gli abitanti delle comunità svantaggiate sono esposti quotidianamente a un miscuglio tossico di sostanze chimiche e «non ne respirano una alla volta, ma tutte le sostanze chimiche presenti nell'aria in una volta sola», spiega Peter DeCarlo, uno degli autori della ricerca. «Quando regoliamo le sostanze chimiche, però, fingiamo di essere esposti a una sola sostanza alla volta», sottolinea da parte sua un altro ricercatore che ha preso parte allo studio, Keeve Nachman. Lo scienziato osserva quindi come l'approccio adottato finora nella valutazione degli effetti nocivi sulla salute umana delle sostanze chimiche disperse nell'aria non consenta di «proteggere le persone dalla miscela di inquinanti che agiscono in maniera congiunta».

Lo studio ha valutato i rischi a cui sono esposte le comunità della Pennsylvania sudorientale che vivono vicino a impianti petrolchimici. Per farlo è stato utilizzato un laboratorio mobile per misurare 32 inquinanti atmosferici pericolosi tra cui il cloruro di vinile, la formaldeide e il benzene. I ricercatori hanno così sviluppato profili in tempo reale delle concentrazioni di inquinamento nell'aria e li hanno tradotti in stime di ciò che le persone stavano effettivamente respirando. Utilizzando queste stime e un database degli effetti tossici delle sostanze chimiche su vari organi, hanno quindi creato proiezioni degli impatti cumulativi a lungo termine sull'organismo.

Un portavoce dell'American Chemistry Council (ACC), un gruppo commerciale del settore, ha affermato in una mail che la ricerca della Johns Hopkins «potrebbe fornire alcune informazioni utili», ma che «saranno necessarie ulteriori valutazioni, repliche e convalide» dei metodi e delle sostanze valutate nello studio. «L'ACC continua a sostenere lo sviluppo di dati, metodi e approcci scientificamente solidi per sostenere le valutazioni del rischio cumulativo».

Da parte sua, la U.S. Environmental Protection Agency (EPA) – l'agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente – ha preferito non commentare lo studio della Johns Hopkins University.

A parlare è invece stata Jen Duggan, direttrice esecutiva dell'Environmental Integrity Project (organizzazione ambientale no-profit con sede a Washington che sostiene un'applicazione più efficace delle leggi ambientali) la quale ha affermato che le comunità spesso subiscono impatti sulla salute maggiori di quanto stimato dall'EPA a causa della loro esposizione a sostanze chimiche pericolose provenienti da molteplici fonti. «Gli autori di questo articolo dimostrano in modo convincente come l'EPA abbia ripetutamente sottovalutato i veri rischi per la salute delle persone che vivono all'ombra degli inquinatori industriali» ha evidenziato Duggan.

In questo articolo: