Astronomia

Perché si parla dell'«asteroide di Natale»?

Gli scienziati stanno monitorando 2024 YR4, una roccia spaziale che nel 2032 potrebbe toccare il nostro pianeta – Le probabilità sono basse, ma il livello di rischio è il più alto registrato tra tutti gli asteroidi attualmente monitorati
© ESA
Red. Online
11.02.2025 00:00

Lo hanno ribattezzato «asteroide di Natale». Sì, perché 2024 YR4 – questo il nome con cui viene identificato dagli scienziati – ha sfiorato la Terra lo scorso 25 dicembre. È stato identificato, però, solo due giorni dopo, da un telescopio in Cile. Ma da quel momento, ha fatto molto discutere. Soprattutto perché, settimana dopo settimana, aumentano le possibilità che questa roccia spaziale, delle dimensioni simili a quelle di un campo da calcio, possa colpire la Terra in futuro. Di preciso, il 22 dicembre del 2032. Ma vediamo, nello specifico, che cosa sta succedendo. 

Come detto, è da qualche settimana che gli esperti monitorano l'asteroide di Natale. Questo perché, quando sussiste una probabilità superiore all'1% che un asteroide più largo di 50 metri possa colpire il pianeta, una rete globale di scienziati si raduna per discutere i rischi. Rischi che, nel caso di 2024 YR4, sono «raddoppiati nel giro di una settimana», tanto da portarlo in cima ai registri del rischio asteroidi della NASA e dell'Agenzia spaziale europea (ESA). Da un rischio dell'1,2%, infatti, la scorsa settimana il rischio è aumentato raggiungendo il 2,3%. Un dato, questo, che non può passare inosservato. E che impone maggiori analisi. Anche perché gli astronomi hanno classificato la minaccia del nuovo asteroide al livello tre della scala di rischio d'impatto di Torino, che misura il livello di preoccupazione che bisognerebbe avere nel caso in un asteroide colpisca la Terra. Livello che, in questo caso, è anche il più alto registrato tra tutti gli asteroidi attualmente monitorati. 

A tal proposito, la NASA stima che la roccia in questione pesi quasi un quarto di milione di tonnellate. Soprattutto, però, nel caso toccasse la Terra, esploderebbe con una forza pari a 2,2 millioni di tonnellate di tritolo. Una potenza quasi 150 volte più distruttiva della bomba atomica sganciata su Hiroshima. Qualora dovesse colpire il nostro pianeta, insomma, potrebbe «radere al suolo una città» e «portare una devastazione locale», secondo le stime della NASA. Si ipotizza, infatti, che una roccia del genere sia stata all'origine di quello che viene definito «l'evento di Tunguska», verificatosi il 30 giugno del 1908 in una remota regione della Siberia. Quella mattina, ebbe luogo quello che, ad oggi, è passato alla storia come il più importante evento esplosivo naturale del quale gli uomini siano stati testimoni. Una potentissima esplosione – che si udì anche a 1.000 chilometri di distanza dal luogo dell'impatto – rase al suolo tra i 60 e gli 80 milioni di alberi. Generando un bagliore visibile persino a 700 chilometri di distanza. Ancora oggi, non è chiaro che cosa abbia causato la deflagrazione e l'evento resta, in parte, avvolto nel mistero. Tuttavia, c'è chi parlò di una cometa – soprattutto a causa del bagliore –, chi invece sposò la tesi dell'asteroide, ossia quella che, ancora oggi, è l'ipotesi più accreditata. E che meglio potrebbe spiegare che cosa succederebbe qualora 2024 YR4 dovesse colpire la Terra.

Secondo gli esperti, se l'asteroide dovesse, realmente, colpire la Terra, le località a rischio sarebbero alcune città dell'Africa occidentale – come Lagos in Nigeria e Accra in Ghana –, ma anche l'India e, in particolare, l'area metropolitana di Mumbai e persino Paesi del Sud America come Venezuela e Colombia. Tuttavia, lo ricordiamo, il rischio che «l'asteroide di Natale» colpisca il nostro pianeta rimane molto basso. E anzi, come vedremo più avanti, è probabile che con il passare dei mesi, la percentuale di minaccia si avvicini sempre più allo 0. 

Una domanda, però, sorge spontanea. Che cosa succederà ora? Al momento, infatti, non è ancora in programma la costruzione di un veicolo spaziale in grado di deviare l'impatto dell'asteroide. Gli scienziati, però, continueranno a studiare l'asteroide. Almeno, fino a quando non scomparirà dalla vista a inizio maggio. Entro la primavera, però, gli esperti cercheranno di scoprire di più della sua traiettoria, delineando sempre più le minacce che potrebbe rappresentare per il pianeta. La priorità, insomma, per i prossimi tre mesi, sarà quella di effettuare più osservazioni possibili, effettuando calcoli sull'orbita dell'asteroide, per valutare al meglio il rischio di impatto. 

La buona notizia, spiegano gli esperti, è che esattamente come è aumentato, nel giro di una settimana, il rischio potrebbe anche diminuire. Inutile preoccuparsi ora, insomma. Anche e soprattutto perché, nel momento in cui, nei prossimi anni, l'asteroide dovesse destare ancora preoccupazione, si interverrebbe. Sebbene dopo maggio 2024 YR4 non sarà più visibile dalla Terra, nel 2028 sarà di nuovo osservabile. Ma prima ancora che l'asteroide sparisca alla vista, qualora il rischio calcolato di collisione non dovesse essere sceso a zero, le autorità discuteranno l'opportunità di commissionare una missione di salvataggio per deviare la roccia dalla traiettoria terrestre, facendola schiantare contro un veicolo spaziale. 

Alternativamente, potrebbe essere costruito un telescopio personalizzato, che verrebbe lanciato nello spazio con lo scopo di studiare l'asteroide in maniera più approfondita, così da decidere in seguito come procedere. 

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