Si è spenta Zuzi Jelinek, disse no a Tito e a Spielberg

La stilista ed ex partigiana è morta a Zagabria a 95 anni - Salvò i genitori sordomuti da un lager nazista
Zuzi Jelinek (destra) con la moglie di Tito.
Bruno Pellandini
28.01.2016 06:00

ZAGABRIA - Stilista di fama internazionale, scrittrice, ex partigiana, la vita di Zuzi Jelinek, spentasi sabato a Zagabria all'età di 95 anni, è stata movimentata e avventurosa al punto che Steven Spielberg la contattò direttamente per girare un film su di lei: «Declinò l'invito del famoso regista e realizzatore americano perché era troppo impegnata» ci dice Diana Marazza Jelinek, figlia della scomparsa, che a Lugano dirige una fiduciaria.

Nata a Budapest nel 1920 da una famiglia modesta di origine ebraica, Zuzi ottenne a Zagabria il diploma di sarta: questa attività segnò per sempre il suo destino. A soli 17 anni era già a Parigi dove lavorò per Nina Ricci e collaborò con personaggi del calibro di Coco Chanel. Allo scoppio della seconda guerra mondiale rientrò in patria dove sposò un dentista da cui ebbe due figli, tra cui la ticinese d'adozione Diana. In quel periodo visse momenti tragici: i suoi due fratelli furono uccisi dai nazisti, uno sotto i suoi occhi. Un evento che la marchiò per tutto il resto della sua esistenza.

«Era una donna coraggiosissima» la ricorda con orgoglio la nipote luganese Suzanna, figlia di Diana. Infatti, sempre durante il periodo bellico, entrò nelle fila dei partigiani: quando venne a sapere che i suoi genitori, sordomuti, erano stati rinchiusi in un campo di concentramento nazista, organizzò personalmente e con successo la loro liberazione (padre e madre morirono di vecchiaia). Quando aprì la sua casa privata di moda in Jugoslavia si scontrò con il maresciallo Tito che la definì «un elemento negativo per la Jugoslavia comunista». Fu così che nel 1962 lasciò il Paese d'origine e si stabilì a Ginevra per alcuni anni.

Lo stesso Tito la richiamò in patria: aveva bisogno di una sarta per la moglie Jovanka, di corporatura robusta. Così, per vent'anni, divenne la sarta personale della moglie del maresciallo: «Non era facile confezionare venti vestiti per volta per la consorte di Tito – confidò alla figlia Diana – Jovanka diceva che era difficile dimagrire: ad ogni invito diplomatico dove dimostrare che il cibo che le veniva offerto era buono ed era anche un'ottima forchetta».

Zuzi Jelinek organizzò sfilate di moda in tutto mondo: in Iran, per aggirare le regole religiose, dovette far sfilare delle prostitute, mentre in Indonesia le mogli degli ambasciatori. E la proposta cinematografica di Spielberg? «Le fece certamente piacere – dice la figlia Diana – ma era troppo impegnata e volle solamente rinviare questo impegno». Chissà che in un prossimo futuro non vedremo la storia della sua vita sul grande schermo?

Zuzi fu anche scrittrice: curò una decina di libri sulla moda ma anche sulle relazioni di coppia. Era un personaggio leggendario, amato e rispettato da tutti in Croazia: aveva una rubrica, seguitissima, su un famoso settimanale. La notizia della sua scomparsa ha suscitato grande cordoglio: ci sono stati articoli sulle prime pagine di tutti i giornali. I funerali si terranno oggi, giovedì, nella sua amata Zagabria.

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