Su quell’ambulanza a sirene spiegate nelle notti di Mexico City

Notte fonda, luci stroboscopiche multicolori, sirena assordante, un’ambulanza percorre a tutta velocità i grandi viali dei quartieri benestanti della periferia di Città del Messico. Il traffico non è così caotico come di giorno ma comunque intenso. Non appena un altro veicolo più lento (bicicletta, autobus, camion) impedisce all’autista di spingere a fondo sul pedale del gas, un giovane seduto sul sedile centrale dell’abitacolo inizia a minacciare, attraverso gli altoparlanti esterni, gli altri conducenti urlando di scansarsi perché loro stanno salvando vite umane. È una scena ricorrente nella vita quotidiana della famiglia Ochoa: Fer, il padre che sta al volante; Juan, il figlio diciassettenne che urla nel microfono e gestisce tutta la situazione, e Josué, che a dieci anni preferisce passare le giornate e le nottate sull’ambulanza piuttosto che sui banchi di scuola. Ed è una scena ricorrente anche nel documentario Midnight Family del giovane regista statunitense Luke Lorentzen, attualmente in programmazione in prima visione sui siti di un paio di sale cinematografiche ticinesi (vedi sotto) che ha seguito il lavoro della famiglia Ochoa per sei mesi.
I buoni e i cattivi
Da sempre, ma oggi ancora di più vista la situazione d’emergenza che stiamo vivendo, il personale sanitario che lavora sulle ambulanze fa parte dei «buoni», di chi all’interno della nostra società deve farsi carico dei compiti più gravosi, trovandosi spesso in prima linea di fronte a eventi particolarmente drammatici o violenti. Pure nella capitale messicana le cose stanno così, anche se l’uso della violenza è molto più diffuso che da noi, ma con una differenza di non poco conto. Per l’intero agglomerato urbano di oltre 9 milioni di abitanti sono in funzione appena 45 ambulanze pubbliche. Conseguenza: è nata una sorta di «zona grigia» con centinaia di ambulanze private come quella degli Ochoa che, pur essendo clandestine, sono essenziali per il funzionamento di un sistema sanitario dalle fragilità enormi. Minacciati di continuo da poliziotti corrotti che esigono da loro il rispetto di regole assurde e alla fine si accontentano di una «mancia», confrontati con una stragrande maggioranza di clienti impossibilitati a pagare quella che sarebbe la tariffa per un trasporto (il corrispettivo di 185 dollari), impegnati in una frenetica corsa per giungere per primi sul luogo della chiamata e allettati dalle offerte interessate degli ospedali privati affinché vi trasportino i loro clienti, gli Ochoa si barcamenano alla bell’e meglio in questa rete complessa all’interno della quale si scontrano interessi finanziari ed esigenze umanitarie. Il loro standard di vita è senz’altro molto più vicino alla povertà che alla ricchezza e il loro comportamento nella maggior parte dei casi più drammatici ai quali assistiamo li situa tra i «buoni», anche se il confine che porta al cinismo e all’ingiustizia è facilissimo da superare.
Etnografia, thriller e dramma
Il regista (che è anche cameraman, montatore e produttore del film) punta però tutto sull’osservazione. In Midnight Family non bisogna quindi attendersi interviste o voci fuori campo che recitano un testo esplicativo. Tutto è raccontato attraverso le immagini e le voci dei protagonisti. Lorentzen sa mischiare molto bene i tre filoni estetici di cui fa uso: quello etnografico (che ha già sperimentato nelle sue opere precedenti), il thriller (soprattutto per ciò che riguarda le sequenze che documentano le corse notturne a tutta velocità) e il dramma, visto il contesto generale in cui si svolge la vicenda. Tre percorsi che si intrecciano di continuo e permettono allo spettatore di scoprire poco a poco, dal di dentro, una realtà quasi del tutto «invisibile» anche alla maggior parte della popolazione di Mexico City, come spiega l’autore nelle sue note di regia. Ecco a cosa può, e dovrebbe servire più spesso, il cinema documentario di qualità.
Come funziona
Midnight Family di Luke Lorentzen (USA-Messico 2019), distribuito da Outside The Box, si può visionare in versione originale spagnola con sottotitoli francesi sui siti internet del Cinema Lux di Massagno (www.luxarthouse.ch) e del Cinema Otello di Ascona (www.locarnocinema.ch) al prezzo di franchi 9.90. Prossimamente Outside The Box prevede di distribuire online tramite gli stessi canali altri titoli: il 2 aprile Le milieu de l’horizon di Delphine Lehericey per celebrare i Premi del cinema svizzero 2020 (miglior film e miglior sceneggiatura) e il 9 aprile Home di Ursula Meier per riflettere sull’essere confinati in casa.