Il confronto

Blanco iconoclasta? Come i Placebo nel 2001

Anche la band di Brian Molko, per vari motivi fra cui l'alcol, recitò la parte dei rocker irriverenti e un po' maudit
©ETTORE FERRARI
Marcello Pelizzari
08.02.2023 11:30

Blanco, ma che hai combinato? Ahi, gridano stizziti una buona fetta di pubblico e la critica mentre il video dell’esibizione – a livello di visualizzazioni – è schizzato alle stelle. Logica, scontata anche, la reazione della platea. Niente di nuovo, verrebbe da dire, soprattutto considerando la sacralità di quel palco e una buona fetta di conservatorismo che, da sempre, ammanta l’Ariston.

Blanco, riuscendoci o meno, non spetta a noi dirlo, in fondo ha semplicemente recitato la parte del rocker un po’ maudit e un po’ iconoclasta. La storia della musica, dai Rolling Stones in giù diciamo, è piena zeppa di episodi simili. Si dirà: Blanco non ha né avrà mai quel livello. Non è questo il punto. Non era il primo, non sarà l’ultimo a fare il matto davanti a un pubblico.

Non solo, quel palco – tornando a Sanremo – nel 2001 fu teatro di un’altra sfuriata apparentemente senza senso e priva di significato: quella firmata da Brian Molko e dai Placebo, con tanto di distruzione sistematica e rabbiosa degli strumenti. Blanco, al contrario, se l’è presa con tante, tantissime rose. Un vero e proprio sacrilegio, nella cosiddetta città dei fiori. Dopo aver cantato Brividi con l’amico Mahmood, il brano vincitore dell’ultima edizione, l’artista bresciano è tornato per cantare il suo nuovo singolo, L’isola delle rose appunto. Il resto della storia lo conoscete tutti. Se caso, vi rimandiamo al nostro live della serata.

Un minimo di devastazione, leggiamo, era comunque previsto: anche nel video ufficiale del brano, infatti, Blanco prende a calci il simbolo dell’amore. Nessuno, tuttavia, poteva immaginare un epilogo simile. «Era dai tempi di Bugo e Morgan che non mi trovavo in una situazione del genere» ha commentato, con un carico di ironia e compostezza invidiabile, il conduttore e direttore artistico Amadeus.

Noi, per contro, con la memoria siamo andati molto più indietro rispetto al «che succede?» lanciato da Morgan in piena notte, dopo che l’ex amico e collega aveva lasciato la scena di fronte alla rivisitazione morganiana di Sincero. Ricordate? «Le brutte intenzioni la maleducazione, la tua brutta figura di ieri sera, la tua ingratitudine la tua arroganza, fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa». Storia!

Come storica, a suo modo, fu il passaggio sanremese dei Placebo, pochi mesi dopo la pubblicazione dell’ottimo Black Market Music, il loro terzo disco. Dopo una performance in playback normalissima, in coda al pezzo il citato Molto pensò bene di sfasciare la sua Stratocaster sull’amplificatore. Il pubblico in sala, come detto molto conservatore, lì per lì non comprese il gesto e rimase sbigottito. Qualcuno, invero, applaudì. Ricordandosi, per quanto attempato, dei suoi trascorsi rock. Gli altri, invece, fecero piovere fischi e insulti, al grido «scemo, scemo».

Molko, tornando sull’episodio, tempo dopo disse: «Ci siamo trovati nelle maglie di una manifestazione troppo lontana da noi». E ancora: «La reazione di disgusto che il pubblico del teatro ha avuto al nostro ingresso in scena, aggiunta all’alcol che avevamo bevuto in gran quantità nei camerini, ha provocato il resto».

Ragazzate, ieri come oggi.

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