Carlo Conti contro Amadeus: ma alla fine chi ha battuto chi?
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Carlo Conti ha battuto Amadeus, dunque? La risposta, dati Auditel alla mano, di per sé non è immediata. E questo perché, quest'anno, oltre alla presentazione classica degli ascolti è stato introdotto altresì il concetto di total audience. Un concetto, quest'ultimo, introdotto da Auditel – società che gestisce la raccolta di dati televisivi in Italia – il 29 dicembre scorso. Banalmente, oltre agli spettatori «classici», quelli incollati al televisore per intenderci, rileva anche il pubblico di computer, smart tv, smartphone e tablet. Di più, nel calderone Auditel inserisce anche coloro che guardano in differita la diretta, a patto che questa differita venga consumata nello stesso giorno della messa in onda.
Secondo il nuovo sistema, la prima serata del Festival di Sanremo è stata seguita da 12 milioni e 600 mila spettatori, per uno share del 65,3%. Un dato importante, a maggior ragione se pensiamo alle critiche emerse in termini di conduzione e, parallelamente, qualità delle canzoni in gara. A titolo comparativo, lo scorso anno Amadeus ottenne, in media, 10 milioni e 561 mila telespettatori pari al 65.1% di share. «Ama», tuttavia, poteva contare unicamente sui dati della televisione tradizionale. Di qui, appunto, la cautela a livello di confronto. Avrebbe più senso, al riguardo, prendere il dato scomposto o, meglio, ancorare Carlo Conti al vecchio sistema. Dal quale emerge che la prima parte della prima serata del Festival di Sanremo, andata in onda dalle 21.15 alle 23.25, ha avuto 15.713.000 spettatori, pari al 63,61% di share, mentre la seconda, dalle 23.25 fino alla fine del programma, ne ha avuti 7.992.000, pari al 68,71%. In regime di total audience, questi valori sono saliti a 16.199.000 spettatori (63,68%) nella prima parte e 8.322.000 spettatori (69,25%) nella seconda.
La rilevazione degli ascolti tradizionali si basa sul cosiddetto metodo campionario ed è in vigore da tantissimi anni, in Italia come altrove: riassumendo al massimo, in un campione di case vengono installati degli apparecchi elettronici simili a decoder. In Italia ce ne sono oltre 16 mila per un totale di 41 mila persone, scelte poiché rappresentative dell'intera popolazione. Ogniqualvolta accendono la televisione, queste famiglie Auditel – come vengono definite – inseriscono sul dispositivo alcuni dati essenziali: quante e quali persone sono davanti allo schermo. I dati vengono infine raccolti ed elaborati da modelli statistici che, infine, restituiscono una stima che vale per l'intero Paese.
L'introduzione del concetto di total audience è giustificato dal fatto che le abitudini di consumo televisivo, in questi ultimi anni e grazie all'avvento dello streaming in particolare, sono mutate. E pure parecchio. Sempre di più, infatti, la diretta classica sta venendo meno, a eccezione forse degli eventi sportivi, mentre gli spettatori sono oramai abituati a recuperare successivamente un programma di loro interesse. Il dato legato alla total audience, di nuovo e come sottolinea il Post, ha una valenza commerciale. Includendo anche questi ascolti, le emittenti televisive potrebbero guadagnare maggiormente dalle contrattazioni pubblicitarie.