Edoardo Bove a Sanremo: «Senza il calcio mi manca qualcosa»

«Vivo questa esperienza tra alti e bassi: il calcio è la mia forma di espressione, senza non mi sento lo stesso, sento che mi manca qualcosa, come credo accada per un cantante con la voce, è una situazione che può essere paragonata a quella di una persone che ha perso un grande amore».
Parole e musica (amare) di Edoardo Bove, centrocampista della Fiorentina ospite della serata finale di Sanremo 2025. Il calciatore, chiamato sul palco da Carlo Conti, ha raccontato con emozione altissima il cambiamento, di per sé traumatico, che sta vivendo dopo l’applicazione di un defibrillatore. Bove, ricordiamo, era colto da un malore domenica 1. dicembre al 17’ di Fiorentina-Inter.
«Mi sento incompleto, vuoto, come se mi mancasse qualcosa, so che ci vuole tempo, tanto coraggio, mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso» ha sottolineato l’ospite. «Voglio ringraziare tutti voi, è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre. Mi ha fatto capire la gravità della situazione, mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo guardando le reazioni di familiari, amici, persone estranee che erano contente di vedermi mi sono reso conto che avevano avuto paura di perdermi».
Detto dell’amarezza, per una carriera che a ventidue anni stava prendendo il volo, Bove ha detto di ritenersi «fortunato, per come sono andate le cose: tutto nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero in ospedale». Bove, in questo senso, ha sottolineato che non sempre episodi come il suo hanno – tutto sommato – un lieto fine: «Purtroppo ci sono tante testimonianze di persone che hanno perso i propri cari perché non c’è stata prontezza nel soccorso. È importante l’intervento di primo soccorso, il motivo principale per cui sono qui oggi, il mio episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile e quanto dipendiamo da chi ci è accanto. Più informazione c’è sul primo soccorso, più siamo tutti al sicuro». Infine, un regalo. Una maglia della Fiorentina con il numero 4, il suo, regalata a Carlo Conti. «Quattro, come i miei Festival» ha sottolineato il conduttore e direttore artistico della kermesse.