Fedez, Luca Lucci e la «difesa» di Carlo Conti: «Io mi occupo di canzoni»

Perché Fedez è regolarmente in gara a Sanremo? La domanda, oggi, è stata posta con una certa insistenza in conferenza stampa a Carlo Conti, presentatore e direttore artistico della kermesse. Il riferimento, evidentemente, è all'inchiesta a carico del rapper per il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino ma anche all'inchiesta sugli ultras di Inter e Milan. «Io faccio il direttore artistico, mi occupo di canzoni» ha risposto, con un dribbling, Conti. «Per qualsiasi processo c'è la presunzione di innocenza. Essere indagato non può essere, secondo me, una discriminante per eliminare una persona dalla gara. Anche Emis Killa avrebbe potuto continuare, ma ha fatto la scelta intelligente di ritirarsi perché non avrebbe vissuto serenamente il Festival. Fedez può decidere che cosa fare».
Fedez, al secolo Federico Leonardo Lucia, è coinvolto nell'inchiesta per l'aggressione al citato Iovino, picchiato nella notte fra il 21 e il 22 aprile del 2024 davanti al suo appartamento milanese dopo un bisticcio alla discoteca The Club. L'inchiesta, al momento, è incentrata su quanto riferito dalle testimonianze e sulle immagini della videosorveglianza. Iovino, infatti, non avrebbe mai sporto denuncia mentre Fedez ha negato di essere presente al momento del pestaggio. Gli inquirenti stanno indagando per rissa, lesioni e percosse. Iovino, scrive fra gli altri il Corriere della Sera, è stato convocato come testimone nel primo processo legato a un'altra inchiesta, quella di Polizia e Guardia di Finanza sulle curve di Inter e Milan che si aprirà il prossimo 20 febbraio. Fra gli imputati alcuni ultras milanisti: Christian Rosiello, ex guardia del corpo di Fedez (il quale non è coinvolto in questo procedimento), Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, fratello del discusso leader della Curva Sud Luca Lucci. Gli imputati hanno scelto il rito abbreviato, esattamente come i capi della Nord interista, ovvero Andrea Beretta e Marco Ferdico.
Le due inchieste, evidentemente, sono strettamente legate. Dalle intercettazioni, ad esempio, è emerso che Fedez dopo il pestaggio si è rivolto proprio a Luca Lucci. Il capo della Curva Sud rossonera, fra le altre cose, gli ha intimato di «fare il bravo», che «anche oggi ho dovuto sistemartela». Dietro alla scelta di Iovino di non sporgere denuncia, dunque, ci sarebbe l'intervento di Lucci: «Non c'è modo di... no, dai, pacificamente...» ha detto Lucci in occasione di un vertice della Sud. Vertice al quale ha partecipato anche Emiliano Rudolf Giambelli, o meglio Emis Killa, il quale aveva provato a spiegare perché le notizie su Fedez e il pestaggio avessero fatto notizia: «Non puoi, capito, fare la famiglia dell’Ikea per intenderci, perché poi è normale che se quella roba succedeva con me, non ne parlava neanche il giornale. Loro ci godono perché dicono: ah, questo che ha fatto minc... il perfettino, il precisino, ci ha preso tutti per il c... E lui è stato stupido in questo».
Fedez, ancora, avrebbe promesso a Lucci un regalo, non si sa se per ringraziarlo della mediazione. Nelle conversazioni c'è traccia di un altro dono, fatto però da Emis Killa: un anello «tutto diamanti, d’oro bianco» consegnato al capo della Sud il 17 agosto, dopo essere stati insieme allo stadio. «Ne ha fatto fare uno per me ed uno per lui».